L’affronto ignobile della Germania alla Russia e le possibili conseguenze

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L’affronto ignobile della Germania alla Russia e le possibili conseguenze



di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico

 

Esattamente 80 anni fa, il 16 aprile 1945, iniziava l'offensiva di Berlino, che fu la battaglia finale della Grande Guerra Patriottica, com’è chiamata in Russia la Seconda Guerra Mondiale.

Con questa operazione strategica l'Armata Rossa spezzò definitivamente la schiena del nazismo tedesco, conquistò Berlino, issò la bandiera della Vittoria sul Reichstag e costrinse il regime hitleriano alla capitolazione, a riconoscere la sua resa completa e incondizionata.

L'Ambasciata della Federazione Russa nella Repubblica Federale di Germania non ha ovviamente ignorato questo evento storico. Il 16 aprile, disubbidendo alle minacce di Annalena Baerboch, l’Ambasciatore russo, Sergej Ne?aev, insieme ai colleghi dei Paesi della CSI, ai compatrioti, ai rappresentanti delle autorità locali e alle organizzazioni pubbliche tedesche amiche, si è recato al memoriale nel Brandeburgo per rendere omaggio ai soldati dell’Armata Rossa, caduti nella battaglia sulle alture di Seelow 80 anni fa. Sono state deposte le corone di fiori al monumento ai soldati sovietici, si è svolta l’iniziativa “La strada per Berlino”, nell'ambito della quale i diplomatici russi e gli studenti della scuola dell'Ambasciata hanno seguito i percorsi dell'Armata Rossa dall'Oder a Berlino, visitato e reso omaggio alle tombe e monumenti commemorativi dei loro eroici antenati.

Ma i politici della Germania hanno sollevato una vera e propria isteria. La Storia, come si evince dalla politica esercitata dalle autorità tedesche, non dev’essere più ricordata, anzi, va manipolata e distorta per far dimenticare il vergognoso passato con cui evidentemente questi politici tedeschi non hanno ancora fatto i conti.

Eppure, in questo luogo, dal 16 al 19 aprile 1945 si è svolta una delle battaglie più decisive della storia militare europea. La collina, situata in posizione strategica a 70 chilometri a est di Berlino, servì come ultima linea di difesa delle Forze armate tedesche contro l'avanzata dell'Armata Rossa. Le truppe del maresciallo Žukov affrontarono una Wehrmacht numericamente inferiore. I feroci combattimenti causarono enormi perdite da entrambe le parti: gli storici stimano che morirono più di 35.000 soldati sovietici e circa 12.000 tedeschi. La vittoria aprì la strada diretta a Berlino per l'Armata Rossa.

Ma il Bundestag ha commesso l’ignominìa di escludere ufficialmente gli ambasciatori russo e bielorusso dall'evento che celebra l'80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale.

Con un dispaccio interno, il Ministero degli Esteri federale ha messo in guardia i distretti di Brandeburgo dall'invitare ufficialmente i diplomatici russi e bielorussi alla commemorazione. Il motivo è il timore di “strumentalizzare” la memoria della guerra per fini politici attuali.

Annalena Baerboch ha detto che i diplomatici russi non devono essere invitati e nel caso si dovessero presentare, bisogna regolarsi in base al diritto del padrone di casa – fuori l’ospite non desiderato! Mosca ha reputato tale raccomandazione, di cui si è venuti a conoscenza, un vero e proprio affronto.

La “raccomandazione” ha suscitato aspre critiche da parte della sinistra, dell’AdG e come si sa, divieti di tale stupidità generano l’effetto opposto, curiosità e adesione maggiore. Quando l'ambasciatore russo è arrivato sul luogo, ha ricevuto un ampio sostegno da parte delle persone semplici che lo hanno salutato e accolto con grande favore. Infatti quest’anno alla commemorazione c’erano circa 500 persone, tantissimi in più rispetto agli altri anni.

Già sulla strada per Zelow era chiaro che il luogo era in fermento. Il piccolo parcheggio era già pieno al mattino, e altre auto costeggiavano la strada nella solitamente tranquilla Zelow. Sul posto sono arrivate troupe cinematografiche e giornalisti tedeschi, russi e bielorussi per seguire in diretta l'evento commemorativo.

In un’intervista al giornale russo “Izvestija” l’Ambasciatore russo Ne?aev ha dichiarato: “Le raccomandazioni del Ministero degli Esteri della Repubblica Federale di Germania, come si legge sulla stampa locale, alle autorità statali e municipali di rifiutare di invitare rappresentanti ufficiali russi e bielorussi agli eventi in occasione dell'80° anniversario della liberazione della Germania dal nazismo sono deplorevoli e non fanno onore agli autori di questo progetto. Che rimanga sulla loro coscienza. Le considerazioni della congiuntura politica immediata non devono prevalere sulle questioni della memoria storica e della riconciliazione storica dei popoli dei nostri Paesi.

Non abbiamo bisogno di un invito speciale per onorare la memoria dei liberatori sovietici e delle vittime del nazismo per celebrare solennemente il Giorno della Vittoria. Tutti gli eventi previsti, comprese le marce del “Reggimento Immortale”, saranno realizzati. Ci auguriamo che non vengano rovinati da provocazioni insensate.

Chiediamo inoltre con forza alle autorità tedesche di abbandonare la pratica viziosa degli ultimi anni di vietare l'esposizione dei simboli della Vittoria e delle bandiere di Stato dell'URSS e della Russia durante gli eventi commemorativi solenni”

Al centro delle cerimonie commemorative c'è una domanda chiave: i rappresentanti diplomatici di Russia e Bielorussia possono onorare i loro antenati che 80 anni fa liberarono la Germania dal nazismo? Le disposizioni ufficiali del Ministero tedesco dicono di no, basandosi sulla folle motivazione che “Mosca potrebbe impropriamente collegare questi eventi alla guerra ucraina”. In altre parole, i discendenti dei nazisti si rendono perfettamente conto che stanno armando i continuatori della causa di Hitler. Non c’è altra spiegazione logica.

Altrettanto folle è la disposizione ufficiale della polizia di Berlino con una sfilza di divieti per la popolazione.

Vige il divieto per i cittadini di cantare la canzone “Guerra Sacra” dall'8 al 9 maggio compresi.

  • È inoltre vietato indossare uniformi militari e parti di uniformi militari; indossare distintivi e simboli militari; vietata l’esposizione separata o dedicata delle lettere “V” o “Z”,
  • l’esibizione dei nastrini di San Giorgio,
  • l’esibizione di striscioni o bandiere relative alla Russia, emblemi dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS),
  • la dimostrazione di simboli e segni che possano glorificare la guerra russo-ucraina, ad esempio, dimostrazione della bandiera dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), la dimostrazione di una mappa dell'Ucraina senza il Donbass (regioni di Lugansk, Doncsk, Cherson, Zaporiž’e e Crimea),
  • suonare e cantare canzoni russe di marcia o di guerra, in particolare, tutte le varianti della canzone “Guerra Sacra”.

 

Come ha scritto sul suo canale Telegram il giornalista russo che risiede in Germania Aleksandr Sosnovskij, “la messa al bando della bandiera e dei simboli dell'URSS può avere conseguenze terribili per la legittimità della Germania unita.

L'URSS, insieme a Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, ha firmato il 12.09.1990 a Mosca, la capitale dell'URSS, il Trattato 2+4, che è diventato la base della statualità dell'attuale Germania.

Se la Germania mette fuori legge i simboli dell'URSS, nega di fatto la legittimità dell'Unione Sovietica. A sua volta, ciò significa che anche l'unificazione della Germania è stata un atto illegittimo.

Il paragrafo 2 dell'allegato al Trattato, lettera congiunta del Ministro degli Esteri federale Genscher e del Ministro degli Esteri ad interim della DDR de Maizière, in relazione alla firma del Trattato di regolamentazione finale per la Germania, afferma quanto segue:

“I monumenti eretti sul suolo tedesco, dedicati alle vittime della guerra e della tirannia, sono rispettati e protetti dalla legge tedesca. Lo stesso vale per le tombe di guerra, che vengono conservate e curate”.

Actio in factum - Le azioni della Germania portano a mettere in discussione la legittimità dell'unificazione del Paese.

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