Le potenze asiatiche dimezzano le importazioni di greggio dall'Iran
Cina, Corea del Sud e Giappone hanno tagliato in modo consistente le loro importazioni di petrolio dall'Iran nel mese di febbraio. In seguito agli sforzi diplomatici degli Stati Uniti ed alla nuova legislazione in vigore dal luglio prossimo, i tre paesi asiatici, principali importatori del greggio iraniano con circa il 65 % complessivo, hanno mostrato l'intenzione di diminuire l'approvvigionamento da Teheran, ma con un atteggiamento non univoco alle minacce di sanzioni di Washington.
Un decreto approvato in dicembre dal Congresso ha previsto sanzioni contro paesi che continuano ad acquistare petrolio dall'Iran. Secondo la legge americana entrata in vigore il 31 dicembre, i paesi hanno tempo fino al 28 giugno per dimostrare che hanno ridotto in modo significativo il quantitativo di petrolio dall'Iran o rischiano pesanti ritorsioni finanziarie. Cina ed India, da un lato, hanno opposto una ferma resistenza alle minacce degli Usa e dell'UE; mentre Giappone e Corea del Sud si sono impegnate a seguire quanto richiesto dall'amministrazione Obama.
La pressione su Pechino e Nuova Delhi per un'ulteriore riduzione delle loro importazioni di petrolio è aumentata questa settimana quando il Segretario di Stato Hillary Clinton, ha annunciato di aver esentato il Giappone ed undici paesi europei dalle sanzioni previste dalla nuova legislazione, in quanto “hanno dimostrato di aver ridotto in modo significativo” le loro importazioni di greggio dall'Iran. I dati mostrati dalla Corea del Sud e della Cina mostrano come la diminuzione sia in linea con una possibile esenzione nei prossimi mesi, anche se Pechino ha sempre rifiutato quest'atteggiamento di minaccia da parte degli Stati Uniti.