Le Trappiste dalla Siria: "Dateci una mano a non rendere per i Siriani 'speranza' una parola troppo difficile"

Le Trappiste dalla Siria: "Dateci una mano a non rendere per i Siriani 'speranza' una parola troppo difficile"

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Ora pro Siria

da Azeir, Syria, 8 giugno 2020

Non si sa più cosa dire.. Cosa dire ancora, dopo tante parole di molti, e parole autorevoli!, che, almeno apparentemente, non hanno però la forza di cambiare nulla.

Avevamo sperato che, in Europa, l’esperienza della precarietà, l’esperienza della vita minacciata così da un giorno all’altro, l’esperienza della morte così vicina, facesse comprendere un po’ di più cosa avesse significato per tanti Siriani vivere otto, nove anni, con la morte che cammina accanto, per strada, con l’idea di uscire di casa senza sapere se saresti ritornato, se avresti rivisto i tuoi figli.

Ma anche, non meno drammaticamente, la fatica per lavorare, per dare il necessario alla propria famiglia, l’angoscia di trovarsi senza lavoro e col futuro chiuso….
Certo, quando ci si è dentro, è già abbastanza pensare ai propri problemi...
Però… invece sono state RINNOVATE, ANCORA E DI PIU’, LE SANZIONI ALLA SIRIA.

Alla Siria, vuol dire ai Siriani : persone, come me e come te, uomini donne bambini….Non ai politici, non ai capi. Le sanzioni sono contro la gente.

Certo, chi decide di imporle lo sa bene: esasperare la gente per far cadere chi governa, là dove non si è riusciti con le armi. Ma è morale USARE la sofferenza dei popoli per fare politica?

Apriamo gli occhi ! Adesso che questo sistema diventa più evidente anche in Italia (facendo leva sulla paura della malattia, per chi lo vuole vedere...) si possono ancora tollerare scelte come quelle delle sanzioni applicate ad altri paesi ?

Noi italiani, che vediamo cosa stiamo subendo da parte dell’Europa, non riusciamo davvero ad essere solidali con paesi che subiscono le sanzioni, a capire quanto questo sistema possa essere ingiusto per la gente ?

Cosa si può fare ? Almeno, essere sensibili, capire il problema, capire il DRAMMA di questo popolo.

Cosicchè, se domani qualcuno lancerà ancora un appello a togliere le sanzioni, essere almeno d’accordo, mettere una firma, sostenere la causa.. CAPIRE IL PROBLEMA.

Chi impone le sanzioni, lo può fare appoggiandosi a un sistema che lo giustifica. Togliamo questo consenso ad azioni simili, indeboliamo il consenso a questo modo di gestire politica ed economia…Non è vero che non possiamo fare nulla. Possiamo cominciare a pensare con la nostra testa, tenendo davanti agli occhi l’UOMO e non l’interesse di pochi. Se facciamo questo, sarà già tantissimo.

Noi, da qui, pur essendo in monastero, ci rendiamo conto che c’è chi cerca di portare avanti altre strade, una “economia umanistica” che abbia alla base valori di cultura, di morale, di visione dell’uomo… Per favore, partecipate a queste strade nuove, informatevi, collaborate per cambiare questo sistema che sembra inattaccabile, ma in realtà non lo è. Dipende da ciascuno di noi.

Perché noi, monache, scriviamo di questo ? Perché la gente attorno a noi sta morendo-letteralmente-di fame. Di malattia. Non perché c’è il virus! Ma perché non trova più le medicine “normali”, per il diabete, per la pressione, per i tumori, per il cuore.. Perché le farmacie sono chiuse da una settimana, perché le fabbriche di medicinali non hanno più possibilità di importare materie prime e non fabbricano più..

Perchè la lira siriana è svalutata di ora in ora, due giorni fa un dollaro valeva 2000 lire ( all’inizio dell’anno 650 !), ieri 2500, oggi 3000 ! Di 500 lire in 500… un chilo di zucchero 1400 lire ? quando uno stipendio mensile è- ad andar bene- di 60.000 lire ??? I negozianti che non vendono più le scorte, perché gli si svaluta la merce di ora in ora…Poi ci si stupisce che la gente si arrangi come può ??

Noi cerchiamo di integrare l’inflazione delle paghe dei nostri operai.. ma è difficile.. Banche paralizzate in Libano, sistema economico fermo. Difficoltà a fare arrivare gli aiuti..

Provate a rendervi conto di questo…Sappiamo che i problemi sono tanti, anche in Italia.
Ma pensare non costa, anzi.. E’ un investimento per tutti, in termini di umanità..

Cercare di essere pronti, quando si presenta qualche occasione per fare la differenza, almeno di pensiero...

I problemi in Siria sono dovuti tutti alle sanzioni ? No, certamente. Ci sono tante responsabilità, anche interne. Come si può immaginare, il tempo dopo la guerra armata è più difficile. Ora c’è una guerra economica in corso, guerra di spartizione di aree di potere, di privilegi economici, di influenze sul territorio.. Chi era contro la Siria, continua ad esserlo e non si arrende nel fare pressione: come i terroristi ( sostenuti da chi ??) che ancora bruciano i campi di grano nel nord del paese...

Chi era con la Siria, ora rivendica la sua parte… Anche il sistema politico-economico interno, che ha resistito con tutto il diritto nel difendere la sovranità del paese, ora rischia di mettere in gioco questa stessa sovranità se non si prende cura adeguatamente delle sofferenze del popolo nel suo insieme…Se non combatte la corruzione, se non promuove la crescita, in poche parole se non si fa carico dell’interesse del paese aiutando tutti i cittadini.

E se bisogna essere sinceri non è chiaro, almeno per noi persone esterne ad ogni “circuito” di interesse, capire cosa veramente si sta muovendo attorno e all’interno della Siria e del Medio Oriente in questo momento.

Ma almeno non appesantiamo ulteriormente questa situazione! Interveniamo, almeno per quanto riguarda le sanzioni…. Lo hanno chiesto in tanti, ormai, ci uniamo , ancora una volta, anche noi…



In questi giorni abbiamo incontrato una bella realtà, una parrocchia molto attiva nella cittadina di Rahble, nella zona del Qseir ( sì, per chi ha seguito è dove c’è stata una guerra dura e lunga con i ribelli). Un parroco generoso, un bel gruppo di giovani delle Superiori e dell’Università… Noi a dir loro che sì, vale la pena resistere, che dobbiamo cercare le forze e le risorse in noi stessi… Inutile seguire il mito di andare da un’altra parte…

Però, dateci una mano anche voi, da lì, a non rendere per loro la speranza una parola troppo difficile !

    Le sorelle Trappiste dalla Siria

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