L'Eurodeputato Couso esorta Almagro a svestire i panni del «pompiere piromane» contro il Venezuela
Il Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americano (OSA), Luis Almagro, non perde occasione per lanciare critiche nei confronti del Venezuela bolivariano
Il Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Americano (OSA), Luis Almagro, non perde occasione per lanciare critiche - tanto ingenerose quanto infondate - nei confronti del Venezuela bolivariano. L’occasione questa volta è data dalla riunione della Delegazione dell’Assemblea Parlamentare Euro-Latinoamericana (DLAT), dove il politico uruguayano ha definito il processo di dialogo in corso in Venezuela con la mediazione del Vaticano e di alcuni ex presidenti tra cui lo spagnolo Zapatero, come «negativo» perché «la mancanza di dialogo è un segnale chiaro del fallimento democratico (…) pensiamo che il dialogo debba essere di alto livello».
Alle dichiarazioni di Almagro, che mostra sempre più apertamente il proprio schierarsi con l’opposizione golpista venezuelana, ha risposto l’Eurodeputato spagnolo di Izquierda Unica Javier Corso, il quale ha ricordato ad Almagro la clamorosa assenza nel suo intervento di fatti molto gravi come «la retrocessione della democrazia» in paesi come Paraguay, Honduras e Brasile, l’assassinio di attivisti sociali e giornalisti, «l’impunità quasi totale che viene registrata in Messico». «Abbia visto - attacca Couso - la sua ossessione contro il Venezuela che lo ha trasformato in un Segretario Generale di parte. Sembra un pompiere piromane».
Couso ha inoltre risposto ad Almagro affermando che «non aiuta per nulla a spegnere l’incendio scrivere una lettera a un presidente definendolo bugiardo, traditore o ‘dictatorzuelo’» così come pubblicare oltre 300 tweet a favore dell’opposizione venezuelana.
L’Eurodeputato ha invitato il Segretario Generale dell’OSA ad accompagnare l’Unasur nel dialogo, e attivarsi per far comprendere all’opposizione che «i detenuti che commettono crimini, che chiamano allo spargimento di sangue, come alcuni che lei ha qualificato come prigionieri politici, io li definirei politici detenuti: delinquenti che utilizzano il terrorismo di piazza».