L’inganno degli USA sulla revoca di tre mesi delle sanzioni per consentire gli aiuti alla Siria

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L’inganno degli USA sulla revoca di tre mesi delle sanzioni per consentire gli aiuti alla Siria

 

Bisognerebbe, premessa doverosa, non farsi prendere dai facili entusiasmi, soprattutto quando si tratta delle “concessioni” degli Stati uniti d’America.

Qualcuno potrebbe addirittura cantare vittoria prendendola come una capitolazione degli USA dopo gli appelli a revocare le sanzioni.

Procediamo per gradi.

Oggi, l'Office of Foreign Assets Control ( OFAC ) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha emesso una deroga temporanea alle sanzioni del Caesar Act imposte alla Siria per consentire ai fondi di soccorso per il terremoto di raggiungere il paese, dopo giorni di sforzi umanitari ostacolati.

Ecco come si svela l’inganno, La Syria General License (GL) 23, rilasciata dall'OFAC, autorizza le transazioni di soccorso in caso di terremoti - che in genere sarebbero limitate ai sensi del regolamento sulle sanzioni siriane (SySR) - per un periodo di 180 giorni.

"Le nostre più sentite condoglianze vanno al popolo di Turchia e della Siria per la tragica perdita di vite umane e la distruzione a seguito di devastanti terremoti", ha dichiarato il vicesegretario del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, Wally Adeyemo.

“Mentre alleati internazionali e partner umanitari si mobilitano per aiutare le persone colpite, voglio chiarire che le sanzioni statunitensi in Siria non ostacoleranno gli sforzi per salvare la vita del popolo siriano. Sebbene i programmi di sanzioni statunitensi contengano già solide esenzioni per gli sforzi umanitari, oggi il Tesoro sta rilasciando una licenza generale per autorizzare i soccorsi in caso di terremoto in modo che coloro che forniscono assistenza possano concentrarsi su ciò di cui c'è più bisogno: salvare vite e ricostruire", ha aggiunto.

Sono delle autentiche bugie. Infatti, per fare acquisti di qualsiasi materiale, forniture e attrezzature mediche all’estero lo stato siriano è impossibilitato, in quanto il sistema SWIFT per le transazioni bancarie, controllato dagli USA, ha bloccato i codici per la Siria, cosa che avviene anche per altri paesi sanzionati come Iran, Venezuela, ad esempio.

A tal proposito, Bassam Sabbagh, l'inviato permanente della Siria alle Nazioni Unite, aveva denunciato mercoledì scorso che gli aerei cargo internazionali si sono "rifiutati" di atterrare negli aeroporti siriani a causa della minaccia di sanzioni.

Tuttavia, altri hanno giustificato le sanzioni statunitensi sostenendo che non limitano in alcun modo gli sforzi umanitari o la fornitura di aiuti, nonostante i ripetuti avvertimenti delle Nazioni Unite nel corso degli anni e negli ultimi giorni successivi al disastro.

Inoltre, le sanzioni sono concepite in modo tale da intimidire i paesi dal trattare con il governo siriano, facendo in modo che anche quando si tratta di aiuti, coloro che vogliono assistere di solito si astengano dal farlo a causa dell'alto rischio di subire ritorsioni dagli USA.

Alti funzionari statunitensi hanno ribadito negli ultimi due giorni che continueranno a rifiutare in qualsiasi modo il coordinamento con Damasco, arrivando addirittura a definirlo “controproducente”.

Il punto nevralgico di come intenda aiutare e sospendere le sanzioni, lo spiega molto chiaramente Washington, dal momento che precisa di voler lavorare "sul campo" per fornire aiuti attraverso i suoi "partner" ONG, tuttavia, anche la piattaforma di crowdfunding statunitense GoFundMe ha annullato le campagne di raccolta fondi dei siriani locali colpiti dal terremoto che stanno tentando di raccogliere fondi per i soccorsi.

Il fatto che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti abbia deciso di emettere ufficialmente una deroga temporanea per il Caesar Act serve, comunque, a sancire che le sanzioni di Washington rappresentano davvero una minaccia per gli sforzi umanitari.

La prova della buona volontà di Washington sarà quella di vedere se sul campo ci sarà il coordinamento con il governo siriano. Cosa che probabilmente non avverrà, tutta questa operazione dello zio Sam servirà ai soliti suoi servi sciocchi per mostrare che il so padrone ha un volto umano.

La solita ambiguità e ipocrisia dell’imperialismo statunitense.

 

 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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