L'Iran usa la strategia di Ho Chi Minh contro Israele e non rinuncia al collegamento di terra tra Damasco e Teheran
L'esercito israeliano ha lanciato diversi attacchi contro le forze iraniane in Siria quest'anno, tra cui due potenti assalti negli ultimi dieci giorni.
Tuttavia, nonostante alcune affermazioni secondo cui le forze iraniane si stanno ritirando dalla Siria, sembra piuttosto il contrario, poiché fonti militari siriane a Damasco, citate dal portale Al Masdar News, riferiscono che la Repubblica islamica sta avanzando con i suoi piani ferroviari e autostradali per collegare le capitali di entrambi i paesi attraverso l'Iraq.
Secondo fonti militari, l'anno scorso il governo iraniano ha raggiunto un accordo con i suoi omologhi siriani per costruire una ferrovia che si estende da Teheran a Damasco.
Inoltre, l'autostrada, che è ancora in fase di restauro tra Damasco e Baghdad, non solo fornirà una spinta economica ai tre paesi, ma fornirà anche all'Iran il ponte di terra tanto desiderato tra le loro capitali.
L'Iran ha stabilito basi nelle due maggiori città della Siria, Aleppo e Damasco, e continua a mantenere una presenza lungo le autostrade M-4 e M-5, che sono le due strade principali della Repubblica araba.
Mentre gli attacchi aerei israeliani stanno causando danni significativi a queste installazioni, le forze iraniane hanno adottato un approccio alla distruzione simile al Vietnam.
Simile a quella usata da Ho Chi Minh durante la guerra del Vietnam (1963-1975), gli iraniani continuano a ricostruire le strutture e i percorsi distrutti, spingendo l'Aeronautica israeliana a prendere di mira questi siti in più di un'occasione.
Hezbollah adottò questa strategia negli anni '90, quando stavano combattendo sia le forze di difesa israeliane (IDF) che l'esercito sud libanese (SLA) appoggiato da Israele nella parte meridionale del Libano.
Nonostante i continui attacchi contro Hezbollah, le forze di difesa israeliane non furono in grado di eliminare il gruppo per decenni, che poi avrebbe continuato a riaffiorare in alcune parti del Libano nonostante l'IDF lo avesse ripetutamente preso di mira.