Maria Zakharova: «Il Kosovo è un buco nero dell'Europa»
Il progetto "Kosovo" dell'Occidente è fallito nonostante le risorse messe in campo. A dichiaralo è Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo intervistata dal quotidiano Kurir.
"Per quanto riguarda l'attuale situazione in Kosovo, è un 'buco nero' dell'Europa, dove prosperano la criminalità organizzata e la corruzione, dove si trovano cellule di reclutamento terroristico ed estremiste, dove si favorisce l'atmosfera di odio e intolleranza nazionale e religiosa, e viene imposta l'ideologia della giustificazione della pulizia etnica di massa della popolazione non albanese.Nel frattempo, il nuovo 'governo' kosovaro guidato da Albin Kurti predica un palese estremismo politico, risultato dell'aggressione della NATO e dell'Occidente, "Il progetto "Kosovo" dell'Occidente è fallito, nonostante le enormi somme di denaro versate in esso e il sostegno politico-mediatico. È un completo fallimento", ha detto Zakharova.
"Ricordo come 10 anni fa la CNN annunciava che 'Il Kosovo è una terra di opportunità'. E ora il Kosovo non è uno Stato, e non ci sono opportunità. Al contrario, in questo periodo, il Kosovo si è trasformato in un problema del continente europeo", ha sottolineato la portavoce.
Nel 2008, la provincia autonoma serba del Kosovo e Metohija ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza e negli ultimi anni ha cercato attivamente di aderire a organizzazioni internazionali come l'UNESCO. Oltre 60 stati sono contrari al riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo, tra cui Russia, India e Cina, così come cinque Stati membri dell'UE.
L’Italia invece il 21 febbraio 2008 riconobbe l'indipendenza del Kosovo dopo solo quattro giorni dalla autoproclamazione avvenuta il 17 febbraio. All'epoca, alla Farnesina come ministro degli Esteri vi era D'Alema, il quale mandò una lettera a Pristina con la “bella notizia” del riconoscimento, senza nessuna precedente discussione nel Parlamento italiano.