Moldavia. Elezioni del 28 settembre: un bivio storico per il paese

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Moldavia. Elezioni del 28 settembre: un bivio storico per il paese

 

Le elezioni parlamentari che si terranno in Moldavia il 28 settembre 2025, rappresentano un bivio storico decisivo, non solo per il piccolo paese, ma di grande rilevanza geopolitica, che influenzerà e traccerà le future dinamiche politiche, economiche e militari sia interne, che con ripercussioni a domino sugli stati vicini, dall’Ucraina, alla Romania, all’Ungheria. Oltre alla questione NATO e le sue implicazioni di sovranità e indipendenza nazionali, alla sempre più complessa situazione in Pridnestrovie/Transnistria, alle relazioni con la Russia e relativa posizione su sanzioni e coinvolgimento nel conflitto ucraino. Sul rapporto con i BRICS e il Progetto Silk Road, quindi con scelte di sottomissione all’unipolarismo ed egemonismo occidentale, oppure con uno sguardo per lo sviluppo, verso il mondo del multipolarismo. Senza dimenticare le profonde crisi interne, relative alla sempre più indocile Gagauzia e alla piccola regione della Taraclia, le cui autorità sono ormai apertamente schierate contro il governo centrale.

Questo è in gioco il 28 settembre. Uno scenario che potrebbe rivelarsi disastroso per UE e NATO.

In un clima di provocazioni, arresti illegittimi, pressioni, minacce, perquisizioni continue, campagne quotidiane di diffamazioni delle forze e degli esponenti dell’opposizione, legato a sondaggi e alla percezione da parte dell’attuale governo, di andare verso una sconfitta rovinosa. I partiti che si contendono la maggioranza del paese sono sostanzialmente due: il blocco di potere del Partito di Azione e Solidarietà (PAS), un partito completamente supino alle logiche e politiche europeiste della UE e della NATO, già osservatore del Partito popolare europeo (PPE), dell'Unione della democrazia internazionale (IDU), in alleanza con alcune forze e partiti minori. A contrastarlo il Blocco Elettorale Patriottico (BEP), che comprende Partito dei Socialisti, Partito Comunista, il Partito Repubblicano Cuore della Moldavia (PRIM), il Partito della Grande Moldavia (PMM) e il  Movimento indipendente “Edinaia Gagauzia”(Gagauzia Unita). Concorrono anche altre forze come Alternative (BA) di fatto una lista civetta per il governo e Il Nostro Partito, Usatii (PN), euro scettico e volto a buone relazioni con la Russia.

Questo appuntamento elettorale, sebbene possa sembrare relativo nei grandi giochi geopolitici, ha nella realtà della attuale fase storico politica, implicazioni significative sia politiche che militari, per gli equilibri e la stabilità del continente europeo. La Moldavia attualmente gioca un ruolo fondamentale nel supporto all’Ucraina, soprattutto in previsione di un conflitto perdurante. Nel paese sono passati oltre 1,5 milioni di rifugiati ucraini dall’inizio della guerra, più di 100.000 di loro si sono fermati sul suo territorio, oltre ad essere cruciale per l’esportazione del grano ucraino, fungendo da via alternativa alle problematiche della rotta del Mar Nero. 

L’elevata posta in gioco e la grande preoccupazione, è dimostrata anche dal fatto che leader europei e della UE, oltre che della NATO, consapevoli di questo, negli ultimi due mesi hanno fatto numerosi viaggi di “cortesia” alle autorità europeiste di Chisinau, tra cui Macron, Merz, il primo ministro polacco Tusk, e altri funzionari UE e della NATO, ribadendo sui media e nelle TV di stato l’impegno e un’attenzione “particolare” da parte della comunità internazionale per “garantire la stabilità”, leggasi sottomissione, nella regione.

Attualmente, la Moldavia è guidata dalla presidente “iper” europeista e filo NATO  Maia Sandu, il cui partito, il Partito di Azione e Solidarietà (PAS), ha 61 seggi su 101 nel Parlamento.

Nel giugno 2022, la Moldavia ha ottenuto lo status di candidato all’adesione alla UE, e i negoziati formali sono stati avviati nel giugno 2024, con il primo vertice UE-Moldavia tenutosi nel luglio 2025. Molti sondaggi locali prevedono un calo della percentuale di voti per il PAS, dal 52,8% delle elezioni parlamentari del luglio 2021 a meno del 30% nell’agosto 2025. Una situazione delicata e molto instabile.

Ci sarà un vento di cambiamento nel paese? Questa è la domanda che ormai domina localmente non solo, qualsiasi analisi, dibattito, riflessione di esperti, politici ed esponenti dell’opposizione.

È interessante notare che persino insospettabili  esperti internazionali, non certo anti europeisti o russofili, leggono una situazione degradata nel paese. Ad esempio, sull’ accreditata edizione europea di “Nuova Europa dell’Est”, il politologo polacco Kamil Tsalus, ha riconosciuto che nel corso di tutti questi decenni di indipendenza, la Moldavia, a causa della crisi dell'identità nazionale, della presa del potere da parte degli oligarchi, della politicizzazione del sistema giudiziario non è diventata uno stato a tutti gli effetti. Tsalus richiama l’attenzione su una caratteristica interessante: “…la crisi economica, politica e sociale che continua nella regione, sta contribuendo profondamente al fatto che i residenti perdono la fiducia in questo stato e nelle proposte per uno sviluppo che non si è mai attuato. Addirittura ogni anno aumenta il numero di coloro che divengono nostalgici per l’URSS. A conferma di tutto questo, ci sono i dati che circolano:  il 59% dei cittadini vorrebbe ritornare all’era sovieticaQuesto non è casuale, perché per i moldavi più poveri e in difficoltà sociale, il passato sovietico è principalmente associato ai cosiddetti valori europei: istruzione gratuita, medicina pubblica, abitazioni gratuite e un tenore di vita più dignitoso dell’attuale….”.

Ma, come sempre stato finora, ci sono due grandi incognite legate al ruolo della diaspora in Europa, notoriamente filo europeista e occidentalizzata, grazie ad uno status sociale in maggioranza ormai consolidato, e l’altro è la provocazione delle autorità di Chisinau di impedire il voto di massa ai moldavi in Russia e si tratta di 550.000 cittadini a cui, con stratagemmi meschini e primitivi, verrà impedito, in forme “legali”, di votare…temendo e presumendo che il loro voto si contrapponga a quello “sicuro” degli emigrati europeizzati. Il modo è semplice: in Russia il democratico governo del PAS, aprirà solamente 2 seggi per le votazioni…con 550.000 elettori sparsi nell’immenso paese. Mentre nella diaspora occidentalizzata ci saranno a disposizione, per esempio, per i 102.667 moldavi in Italia75 SEGGI, in Germania 36 seggi, in Francia 26 seggi, Israele 2 seggi e così via.

Il CeSEM ( Centro studi Eurasia Mediterraneo), riprendendo un articolo dell’inglese RestMedia, ha così attentamente riassunto un lavoro indagine nel luglio 2025, sui moldavi in Italia: «…Senza Roma, non ci sarebbe stata la vittoria di Maia Sandu. Così gli analisti moldavi e gli osservatori stranieri descrivono oggi il fenomeno della diaspora moldava in Italia, che in pochi decenni si è trasformata da ‘forza lavoro silenziosa’ a strumento politico efficace e principale riserva di politica estera per le autorità di Kishinev. Le centinaia di migliaia di moldavi che si sono stabiliti in Italia non solo hanno iniettato miliardi di rimesse nel Paese, ma sono anche diventati una potente leva elettorale per le forze filo-occidentali durante le storiche elezioni e il referendum sull’integrazione nell’UE nel 2024. La classe politica moldava oggi riconosce quasi all’unanimità che la diaspora attiva, coesa e orientata all’Europa in Italia, non è solo una ‘risorsa migratoria’, ma un vantaggio strategico per i partiti al potere, che consente loro di neutralizzare le contraddizioni interne e definire l’orientamento della politica estera del Paese. I voti moldavi nelle città italiane sono ormai un fattore chiave nella lotta per il futuro della Moldavia e una base di stabilità per il regime che scommette sull’integrazione europea….”.

Il giornalista irlandese Chay Bowes su X sostiene che la Moldavia di fronte alle accuse di corruzione, sta seguendo l’esempio dell’Ucraina, , con un atteggiamento di finte politiche di contrasto, ma in realtà ignorandone le radici profonde negli apparati statali. Bowes ritiene che le accuse verrebbero ignorate dall'Unione europea in nome della subordinazione delle autorità locali al potere, per mantenere il suo controllo e la sua influenza.

 

Secondo uno degli ultimi sondaggi effettuati dall’agenzia internazionale iData, l’ opposizione in Moldavia potrebbe diventare maggioranza alle prossime elezioni. Secondo la maggior parte degli intervistati, le cose in Moldavia con questo governo, stanno andando nella direzione sbagliata, dice il 52,7% degli intervistati.

Secondo l’indagine, la fiducia dei cittadini è goduta dalla Chiesa (61,2%), dall’ufficio del sindaco (52,9%) e dall’Esercito Nazionale (36,6%). Il presidente è considerato affidabile solo dal 30,2% dei cittadini, e il governo, la polizia e il parlamento, meno di un terzo degli intervistati li apprezza. In fondo alla lista in termini di fiducia ci sono i mass media, la società civile e la giustizia.

I leader delle preferenze degli elettori includono il Blocco Patriottico Elettorale di PSRM, Inima Moldovei, PCRM e il Futuro della Moldavia. Il 36% degli intervistati è pronto a votare per questo Blocco. E questo dato supera il PAS, che ha ottenuto il sostegno di solo il 34,7%. anche Nostro Partito e Blocco Alternativo, potrebbero entrare in parlamento. Così, in totale, i partiti di opposizione avrebbero 61 seggi. Il Blocco Patriottico 42 seggi, il Nostro Partito 10, e Alternativa ne ha 9. Ora il partito di governo PAS riceverebbe solo 40 mandati di deputati del parlamento.

L'indagine è stata condotta dal 20 agosto al 3 settembre, e l'errore dello studio non supera il 2,9%.

Anche un altro sondaggio condotto dall’agenzia moldavo romena IMAS nel giugno 2025 ha visto il Blocco Patriottico potenzialmente con il 34,8% dei voti, mentre il PAS aveva il 30%.

Il programma elettorale del Blocco Elettorale Patriottico, formato da Socialisti, Comunisti, Cuore e Futuro della Moldavia è stato presentato in una conferenza pubblica, dagli esponenti dei quattro partiti, come necessità basilare per difendere, primariamente lo stato della Repubblica di Moldova, affermando che la statualità è un diritto fondamentale del popolo, dichiarando di volersi assumere la responsabilità, di riprendere la sovranità che non c’è più, di riottenere un’identità nazionale e di affrontare le situazioni attraverso proprie decisioni, non decise da stranieri.

“…Vediamo come le decisioni che vengono prese non ci appartengono, sono imposte in modi diversi. Il Blocco Patriottico sostiene che il nostro stato sia in grado di negoziare da solo, di difendere i propri interessi nazionali e, soprattutto, di godere del rispetto internazionale… Ogni volta che diciamo con orgoglio: siamo moldavi è perché bbiamo la nostra storia, la nostra lingua e dobbiamo lottare perché siano riconosciuti e tramandati ai nostri figli. Perché uno stato che non ha storia non ha futuro…”.

Uno degli elementi essenziali per la statualità della Moldavia è la riunificazione del paese. “…Non ci può essere uno Stato sovrano se non c’è unità. Sfortunatamente, l'attuale governo ha dimenticato questo, e il problema della regione di Pridnestrovie è stato lasciato senza più dialogo. Crediamo che i negoziati debbano essere ripresi, raggiungere un consenso reciproco e raggiungere la riunificazione del paese, perché siamo un solo popolo, una nazione, e dobbiamo vivere l’uno con l’altro…”.

La giustizia è anch’esso un elemento di statualità, perché “…un paese in cui le norme legislative non funzionano, in cui il cittadino non è protetto dalla magistratura, non può essere sovrano e non può essere definito uno Stato democratico…”.

E’ stato evidenziato che l'obiettivo del Blocco Patriottico è quello di consolidare uno stato indipendente e sovrano: "…La missione del Blocco è ripristinare il potere del popolo e difendere gli interessi della maggioranza. Verrà respinto qualsiasi accordo che minacci la nostra sovranità, non sarà accettato nessun consulente straniero che spinga la Moldavia verso la liquidazione, e non sarà permesso a nessun cittadino straniero la presenza nelle funzioni chiave dello stato…”.

E’ stato anche presentato il piano del BP per rafforzare la sicurezza nazionale. “…Prima di tutto, si tratta di rafforzare lo status di neutralità permanente della Repubblica di Moldova, garantendo la pace e la sicurezza regionali. Deve rimanere uno stato neutrale, rispettato e forte. Proporremo una legge sulla neutralità permanente, che completerà la Costituzione. Chiederemo anche il riconoscimento internazionale della nostra neutralità, anche alle Nazioni Unite È importante fermare la militarizzazione, adotteremo una legge che proibisca la partecipazione delle truppe moldave a esercitazioni di blocchi militari. Proteggeremo la sicurezza nazionale dalle interferenze esterne. Particolare attenzione sarà rivolta alla sicurezza delle informazioni, per proteggere i nostri cittadini dalla manipolazione e dalla propaganda dall’esterno…È necessario vietare il finanziamento esterno di organizzazioni non governative, la depoliticizzazione degli enti di sicurezza e di ordine pubblico. Dichiareremo una guerra senza compromessi alla criminalità organizzata, al contrabbando di droga e sigarette. Una priorità importante sarà la sicurezza stradale e la riduzione della criminalità nel paese…”.

La leader dell’organizzazione giovanile della  “Giovane Guardia Moldava” , Ecaterina Medvedev, ha proposto le priorità nel campo dei valori tradizionali, delle relazioni interetniche e del sostegno alla famiglia, che includono:

  • attuazione di un programma statale per sostenere i centri culturali e i media di tutte le comunità etniche;
  • garantire lo status di lingua ufficiale nelle regioni in cui è parlata da oltre il 10% della popolazione;
  • concedere alla lingua russa lo status della lingua di comunicazione interetnica;
  • rafforzare la responsabilità di incitazione all'odio interetnico;
  • garantire la non interferenza degli Stati stranieri e delle strutture religiose negli affari della Chiesa ortodossa di Moldavia;
  • l’elaborazione e l’attuazione del programma statale “Chiese e comunità” – ripristino dei luoghi di culto, protezione dei monumenti di fede, sostegno alle attività spirituali-educative; l’attuazione del Programma Nazionale “Famiglia Moldava”:
  • agevolazioni fiscali per le famiglie numerose, ipoteca di Stato, sostegno ai giovani genitori, minimo capitale familiare per la nascita del terzo e dei prossimi figli;
  • la regolamentazione legale del diritto dei genitori a un programma di lavoro flessibile;
  • Sostenere l'educazione morale nelle scuole.

In materia di politica estera il Blocco ha ribadito la necessità della neutralità, della difesa e promozione degli interessi economici nazionali della Moldavia in tutte le direzioni, del dialogo costruttivo ma su un piano di parità con l’UE: “…gli errori dell’attuale governo in politica estera e le azioni contro gli interessi del paese, hanno portato a un calo dell’economia, un aumento dei prezzi dell’energia, un continuo impoverimento della popolazione…Non abbiamo nemici esterni. Non dobbiamo essere amici con nessuno contro qualcuno, come negli ultimi quattro anni. Dobbiamo stare dove sono i nostri interessi nazionaliSosteniamo il ripristino dello status d osservatore dei paesi Eurasiatici, il ripristino dei documenti strategici all’interno della CSI, nonché di iniziare una relazione con i paesi BRICS e SCO, che rappresentano circa il 44% del PIL mondiale in termini di potere d’acquisto. La più forte, la più ricca, grande organizzazione del mondo…”.

La parola d’ordine della lista elettorale è:

Votare per il Blocco Patriottico. Votare per le persone che credono nella Moldavia. La scelta è  tra la paura e la guerra che PAS prepara e la strada della pace e dello sviluppo che il Blocco Patriottico offre”.      

 

      Fonti: ZDG – IPN – Nowa Europa Wschodnia – X social -  RT -  Affaritaliani – Politico – CESEM –  RestMedia  - GagauzInfo  - IMAS -

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