Nord Stream: nuove rivelazioni sul sabotaggio e dubbi internazionali
Il magazine tedesco Der Spiegel ha pubblicato un’inchiesta dettagliata sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 avvenuto il 26 settembre 2022. Secondo il reportage, l’operazione sarebbe stata condotta da un gruppo di 12 ucraini, composto da civili e militari, con un budget di 300.000 dollari. L’idea, approvata dall’ex comandante delle forze armate ucraine Valerij Zaluzhnyj, prevedeva l’uso di esplosivi artigianali costruiti a partire da bombole di aria compressa riempite con sostanze altamente esplosive.
La squadra, che includeva sub professionisti e ufficiali addestrati nei programmi segreti della CIA, avrebbe usato una piccola imbarcazione chiamata "Andromeda" per posizionare gli esplosivi a oltre 50 metri di profondità nel Mar Baltico.
Tuttavia, l’indagine ha suscitato scetticismo. Esperti sostengono che un'operazione di tale portata sarebbe stata impossibile senza il coinvolgimento diretto di sofisticati mezzi militari e delle intelligence occidentali, in particolare considerando la stretta sorveglianza NATO nell’area. Mosca ha reagito accusando l’Occidente di voler scaricare la responsabilità su Kiev per coprire il proprio coinvolgimento.
Il Cremlino ha anche sottolineato che gli Stati Uniti sono i principali beneficiari del sabotaggio, grazie all’aumento delle esportazioni di gas naturale liquefatto verso l’Europa. Resta alta la tensione sul tema, mentre molte domande rimangono senza risposta. L’episodio mette in luce non solo la fragilità delle infrastrutture energetiche strategiche, ma anche il complesso intreccio di interessi geopolitici che ne guida le sorti.
*Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati
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