Pakistan, stop all'uso dei droni e scuse ufficiali da parte di Washington
Sono mesi che le relazioni tra Pakistan e Stati Uniti sono , per usare un eufemismo, estremamente tese. Una commissione parlamentare formata da componenti di tutti i partiti per la ripresa di buone relazioni con Washington ha prodotto delle conclusioni finali molto significative ma i cui risvolti sono tutti da verificare: lo stop all’uso di droni da parte degli Stati Uniti, scuse ufficiali da parte di Washington per l’attacco aereo che ha prodotto la morte di 26 cittadini pakistani e l’interruzioni di operazioni sotto copertura o non in suolo pakistano.
L’Amministrazione Obama ha bisogno dell’appoggio del paese asiatico per la guerra ai talebani in Afghanistan e soprattutto necessita del territorio pakistano per la linea di rifornimenti delle sue truppe e quelle dell’Isaf che operano in Afghanistan. Anche il recente cambio al vertice del potentissimo ISI, i servizi segreti pakistani, è un chiaro segnale da parte di Islamabad di voler cambiare volto alle relazioni con gli Stati Uniti. L’operazione delle forze speciali della marina americana che ha portato all’uccisione del ricercato numero uno Osama Bin Laden, che da alcuni anni sembrerebbe vivesse in territorio pakistano nella città di Abbotatad, non ha fatto che aumentare la tensione tra i due paesi. Delle scuse ufficiali da Washington per l’erronea uccisione di 26 pakistani in un raid aereo erano già in previsione, ma riuscirà o vorrà il governo statunitense accogliere le altre condizioni che Islamabad gli imporrebbe per ricreare un clima collaborativo con il Pakistan?