PCP: Solidarietà con il popolo brasiliano calpestato dal fascioliberista Bolsonaro

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PCP: Solidarietà con il popolo brasiliano calpestato dal fascioliberista Bolsonaro

 

di Albano Nunes

Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese

da http://avante.pt

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

La grave situazione in Brasile non può lasciare indifferente nessun democratico e antifascista.

Non c'è un solo giorno in cui il Brasile non occupi un posto di rilievo nei media. Apparentemente, le informazioni abbondano, in particolare per quanto riguarda le tragiche conseguenze dell'irresponsabilità e del disprezzo per il popolo, nella risposta del governo allo scoppio dell'epidemia. Lo spettacolo vergognoso di Bolsonaro e dei suoi accoliti ci passa ogni giorno davanti agli occhi. Sfortunatamente, tuttavia, più che informare e chiarire, il bombardamento mediatico sui maneggi folli e micidiali dell'usurpatore fascista tende a banalizzarli e a svalutare il vero pericolo di una nuova dittatura. 


Si tratta di una dittatura in stile fascista, con o senza Bolsonaro, il cui ruolo di punta di diamante del grande capitale brasiliano più strettamente legato agli Stati Uniti tende a esaurirsi. Con o senza Sérgio Moro, il «giudice», che, dopo aver completato la sua missione golpista in un vergognoso processo di politicizzazione della giustizia, ha rapidamente allestito i piani per una transizione mediatizzata da attuare attraverso il Ministero della giustizia.

È evidente che in Brasile è in atto un processo profondamente reazionario e oscurantista di un'alleanza subordinata all'imperialismo USA e che la resistenza delle forze democratiche, dei lavoratori e del popolo brasiliano ha bisogno della nostra solidarietà. 

Tale solidarietà, che per il PCP è una questione di principio, diventa ancora più imperativa a causa dei legami di amicizia che la storia, nel suo divenire contraddittorio, ha intrecciato tra il popolo brasiliano e quello portoghese, e dell'esistenza di importanti comunità di emigranti in entrambi i paesi.

Solidarietà che sarà tanto più forte se, rimuovendo la cortina fumogena che permea la comunicazione sociale dominante, non si perderà di vista il fatto che l'attuale grave situazione in Brasile ha le sue radici in un colpo di stato che, dopo aver rimosso il legittimo presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha organizzato, sotto la direzione di Sérgio Moro (oggi generalmente trattato come un difensore dello "stato di diritto") quella parodia di giustizia che ha imprigionato Lula da Silva per impedirgli di partecipare e vincere le elezioni presidenziali. 

Solidarietà che cercando, in primo luogo, di difendere le libertà fondamentali e prevenire l’instaurazione in Brasile di una nuova dittatura è allo stesso tempo solidarietà con le forze patriottiche, democratiche e progressiste e con tutti i popoli dell'America Latina, vittime di una violenta e sofisticata controffensiva aggressiva dell'imperialismo statunitense per cercare di invertire l’avanzata del progresso sociale e della sovranità che ha percorso il continente sudamericano dopo il trionfo del processo bolivariano in Venezuela e di ripristinare la sua egemonia in quello che ha sempre considerato il "cortile di casa" degli Stati Uniti.

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