Per Repubblica il pallone donato da Putin a Trump è un "problema di sicurezza"
La notizia è di quelle che fa tremare i polsi: “Il pallone regalato da Putin a Trump potrebbe avere un microchip. Un pallone-spia alla Casa Bianca? E' polemica negli Usa sul regalo che Vladimir Putin ha fatto a Donald Trump durante la conferenza stampa congiunta di Helsinki: il pallone ufficiale dei Mondiali di Russia, quello di ultima generazione, all'interno potrebbe contenere un chip in grado di dialogare e trasmettere informazioni ai telefonini, tablet o personal computer nelle vicinanze.” Appunto, “potrebbe”. Potrebbe contenere qualsiasi cosa: un anello di fidanzamento, Novichock, il famigerato Nooskop (un diabolico marchingegno che, come ci informa il Corriere della Sera, sarebbe utilizzato dal Cremlino per “indirizzare le coscienze”)...
Ma come nasce questa “notizia” (già smentita dai servizi di sicurezza della Casa Bianca)?
Effettivamente il pallone Aidas Telstar 18 è dotato di un microchip capace di dialogare, con tecnologia contactless, anche con telefoni cellulari; il suo impiego nei Mondiali di Calcio avrebbe dovuto decretare il trionfo commerciale di questo gadget che, pare, invece, non ci sia stato (il prezzo del pallone è crollato da 165 a 83 dollari). Niente di meglio, quindi, che risollevarne le sorti, con una marchetta pubblicitaria veicolata dalla imperante, paranoica, russofobia.
A veicolarla a livello planetario l’agenzia Bloomberg; per l’Italia provvede l’ANSA e – ça va sans dire - Repubblica la quale paventa la possibilità che “Trump, collocando il pallone in un
ambiente in cui si prendono decisioni cruciali, possa informare di queste i russi”.
Ma Trump le decisioni cruciali ora le prende negli spogliatoi di un campo da calcio?
Sarà meglio per lui che il microchip se lo faccia mandare da Putin dentro una penna stilografica.
Francesco Santoianni