Report shock dell'ONU sulle torture in Ucraina censurate dall'Occidente

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Report shock dell'ONU sulle torture in Ucraina censurate dall'Occidente

 

di Clara Statello per l'AntiDiplomatico

Torture, abusi sugli obiettori di coscienza, confisca violenta delle chiese ortodosse. Le pagine del nuovo rapporto dell'ONU sui diritti umani in Ucraina sbugiardano i guerrapiattisti del riarmo per la santa guerra democratica contro la Russia. Il 30 giugno l'ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite ha pubblicato un report di 26 pagine sullo stato dei diritti umani in Ucraina. Il documento ricopre il periodo dal 1 ° dicembre 2024 al 31 maggio 2025

La maggior parte del rapporto descrive gravissime violazioni e abusi commessi dalle forze russe, tra cui bombardamenti di ospedali anche con testate a grappolo, violenze sessuali, torture e esecuzione dei prigionieri di guerra (PoW).

Tuttavia alcune pagine riportano le violazioni e abusi – non meno gravi – compiute dalle autorità ucraine nei territori controllati da Kiev. Ovvero contro i propri cittadini ucraini.

Per due ragioni in questo articolo ci occuperemo solo ed esclusivamente di queste ultime:

  • delle violazioni dei diritti umani compiute da Mosca si occupa abbondantemente tutta la stampa italiana e tutte le forze dell'arco parlamentare le condannano senza eccezioni;
  • l'Italia, l'UE e la NATO inviano armi e soldi – i nostri soldi – all'Ucraina perché è "una democrazia che difende i nostri valori europei attaccati dall'autocratica Russia".

Il rapporto dell'OHCHR getta un'ombra su quali siano questi valori o quanto l'Ucraina effettivamente li rappresenti. Inoltre, conferma la necessità giungere rapidamente ad una fine della guerra, per porre fine alle pesanti violazioni subite dagli ucraini.

Violazioni contro obiettori di coscienza

Le più gravi violazioni contestate a Kiev riguardano la mobilitazione forzata degli uomini in età di leva, condotta dai militari dei Centri Territoriali di Reclutamento (TCC). In particolare le violenze e torture contro gli obiettori di coscienza da parte dei militari.

"...nove obiettori di coscienza intervistati dall'OHCHR hanno fornito resoconti dettagliati di torture e maltrattamenti durante l'arresto, nei TCC o dopo essere stati portati con la forza in unità militari. In un caso, il personale militare ha picchiato un obiettore di coscienza, gli ha legato le mani dietro la schiena per un periodo prolungato di tempo, lo ha minacciato di esecuzione e lo privato di cibo per 11 giorni per il suo rifiuto di indossare la sua uniforme militare", riferisce il rapporto. Inoltre, gli uffici di arruolamento militare continuano a usare la coercizione contro coloro che rifiutano il servizio militare per credenze religiose o di altro tipo. L'OHCHR ha rilevato almeno 11 casi in cui uomini, principalmente delle comunità religiose dei Testimoni di Geova e dei battisti, hanno invocato il diritto al servizio alternativo.

Nonostante ciò, sono stati processati per elusione del servizio militare, trasgressione degli ordini militari e diserzione. Nell'aprile 2025, la Corte Suprema dell'Ucraina ha condannato un obiettore di coscienza della comunità dei Testimoni di Geova a tre anni di reclusione per aver eluso il servizio militare. Ha giustificato la sentenza motivando che la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'obiezione di coscienza si applica in caso di guerra su larga scala come quella in Ucraina. Si tratta, invece, di una pericosola sospensione dei diritti umani garantiti dagli organismi europei.

"La presente decisione è contraria al diritto internazionale dei diritti dell'uomo, che non prevede tali qualifiche; infatti, in base al Patto internazionale sui diritti civili e politici, il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare non consente restrizioni o deroghe", fa notare l'ONU.

Violenze religiose

Alcune violazioni riguardano la libertà religiosa. Secondo quanto riportato dal dossier, la Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC) è nel mirino di gruppi "radicali" che conducono azioni violente sotto la copertura della polizia. Spesso il termine "radicale" è usato come un eufemismo per indicare la matrice fascista e neonazista dei gruppi responsabili delle violenze, come il famigerato C14 di Evgeny Taras.  Nella regione di Chernivtsi sono stati riportati casi di attacchi contro i fedeli e religiosi, nonché l'occupazione con la forza delle chiese della UOC.

Durante gli assalti sono stati utilizzati bastoni, gas al peperoncino, spranghe di metallo. Secondo testimoni, nonostante i feriti, la polizia non è intervenuta "né per prevenire né per rispondere alle azioni violente". Queste azioni, che da quel che si deduce avvengono nella totale impunità, hanno causato l'espulsione dei fedeli dal tempio:

"Tre giorni dopo, un attacco simile ha portato i parrocchiani dell'UOC a dover lasciare la chiesa; non sono stati in grado di tornare alla fine del periodo di riferimento".

Collaborazionismo

Il rapporto esprime anche preoccupazione per i procedimenti penali in Ucraina per il reato di collaborazionismo. L'agenzia afferma di aver intervistato nel periodo di riferimento 56 detenuti per tale reato, tra cui 33 uomini, 14 donne, 8 ragazzi, 1 ragazza. Non è specificata l'età dei "ragazzi/a" per cui non è possibile stabilire la presenza di minori tra i carcerati per collaborazionismo.

L'ONU osserva che un numero significativo di imputati è stato perseguitato per azioni che potrebbero essere state costrette a "compiere sotto il controllo della forza di occupazione". Ad esempio, lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, la fornitura servizi di base o altre attività fondamentali per la comunità. Questa non è una violazione dal punto di vista del diritto internazionale.

Inoltre sono stati rilevati casi di tortura.

Undici intervistati hanno denunciato percosse e minacce durante l'arresto o l'interrogatorio. Una persona afferma di aver subito la tortura della privazione del sonno durante i primi giorni di detenzione. Questi atti si sono verificati tra il 2022 e il 2025.

"Complessivamente, dal 24 febbraio 2022, l'OHCHR ha documentato la tortura o i maltrattamenti di 170 detenuti legati al conflitto (132 uomini, 35 donne, 3 ragazzi). La maggior parte delle violazioni si è verificata nel 2022", riferisce l'ONU.

Torture contro i prigionieri russi

Una parte del dossier riguarda il trattamento dei prigionieri di guerra russi. Dei 95 PoW intervistati, 59 hanno affernato di aver subito atti di tortura e maltrattamenti, tra cui percosse con bastoni, tubi di plastica, scosse elettriche, attacchi di cani, esercizi fisici eccessivi, minacce di morte, violenza sessuale, finte esecuzione, umiliazioni e attacchi verbali. La maggior parte degli atti in strutture di detenzione non ufficiali, "di transito", dove i prigionieri sono stati trattenuti per un massimo di 14 mesi. Separatamente, sono stati segnalati 15 casi di violenza sessuale da parte delle forze di sicurezza ucraine, tra cui scosse elettriche sui genitali. L'OHCHR condanna anche la pubblicazione online di foto e video di prigionieri russi, cinesi e nordcoreani da parte di strutture ucraine, che violano la Convenzione di Ginevra e mettono in pericolo la vita di queste persone dopo il ritorno in patria.

I doppi standard dell'Occidente

L'Alto Ufficio delle Nazioni Uniti non fa che confermare la contuità delle violazioni dei diritti umani perpetrata dal governo di Kiev, che era già stata rilevata in precedenti documenti. Inoltre mette ben in chiaro che lo stato di guerra su vasta scala non ammette sospensioni al diritto internazionale umanitario.

Ciò ha conseguenze particolamente gravi per due ragioni:

  • l'Occidente sostiene finanziariamente l'Ucraina;
  • la gran parte dell'opinione pubblica non è a conoscenza delle suddettte violazioni. Anzi, i pochi giornalisti che ne parlano sono accusati di sostenere "le narrazioni del Cremlino".

Dai documenti emerge chiaramente che la Russia commette violazioni gravissime dei diritti umani, ma l'Ucraina non è da meno. Tuttavia mettiamo sanzioni contro Mosca, mentre mandiamo armi all'Ucraina, perché difende "i nostri valori europei".

Adesso abbiamo la conferma che i soldi delle nostre tasse, anziché finanziare scuola, sanità, alloggi, redditi e imprese,  servono per sostenere delle forze armate responsabili di commettere abusi contro il proprio stesso popolo. Spesso arbitrariamente.

I nostri governanti devono costringere il governo di Kiev a smettere immediatamente di perseguitare gli obiettori di coscienza, i cittadini "filorussi", i credenti e i religiosi ortodossi e garantire i diritti umani fondamentali. Altrimenti continueranno ad essere complici di queste violazioni. E da qui dovremmo porci una seria domanda: quali sono esattamente i "valori europei" che l'Ucraina sta difendendo?

 

Clara Statello

Clara Statello

Clara Statello, laureata in Economia Politica, ha lavorato come corrispondente e autrice per Sputnik Italia, occupandosi principalmente di Sicilia, Mezzogiorno, Mediterraneo, lavoro, mafia, antimafia e militarizzazione del territorio. Appassionata di politica internazionale, collabora con L'Antidiplomatico, Pressenza e Marx21, con l'obiettivo di mostrare quella pluralità di voci, visioni e fatti che non trovano spazio nella stampa mainstream e nella "libera informazione".

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