Riflessioni sull’ultimo 25 Aprile: festa di liberazione antifascista o manifestazione di prammatica?
di Vincenzo Brandi
L’ultima manifestazione per la Liberazione dal Nazifascismo si è svolta in varie città italiane tra vari contrasti e strascichi polemici.
A Roma l’ANPI (cioè l’Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani, che lottarono armi in pugno contro il Nazifascismo e contribuirono alla nascita della nostra Costituzione, una delle più avanzate in assoluto su scala mondiale) ha inaspettatamente disertato il Piazzale di Porta S. Paolo, dove nel 1943 si ebbe il primo episodio di Resistenza armata di militari e civili italiani contro le truppe di occupazione naziste.
Il piazzale, dove tradizionalmente si teneva la festa di liberazione dal Nazifascismo, è stato di fatto ceduto alla cosiddetta “Brigata Ebraica”, erede di una formazione di Ebrei della Palestina (e non solo) che faceva parte integrante dell’esercito Britannico verso la fine della Seconda Guerra Mondiale., Questa formazione – per potersi poi sedere al tavolo dei vincitori - partecipò solo a qualche ultima piccola scaramuccia della guerra nella primavera del 1945, quando i Nazifascisti erano ormai in rotta e sul punto di arrendersi. Tuttavia il suo ruolo è stato gonfiato ed esaltato dall’ala sionista della comunità ebraica, per giustificare la sua presenza in una manifestazione di Resistenza, e far dimenticare i 77 anni di sanguinosa occupazione della Palestina da parte dei Sionisti ed il genocidio in corso nella Striscia di Gaza.
Nel Piazzale di S, Paolo sono però intervenuti fin dalle 7,30 militanti di organizzazioni palestinesi e sostenitrici della lotta di liberazione dei Palestinesi (come l’UDAP, l’API, i giovani Palestinesi , gli Studenti Palestinesi, il Coordinamento Palestina, Palestina nel Cuore, ecc.), oltre a formazioni ecologiste e della sinistra (come Extinction Rebellion, vari centri sociali, ecc.) che hanno costretto lo sparuto gruppo sionista a occupare solo una piccola zona della piazza protetto da un imponente schieramento di polizia, salvo andarsene alla chetichella verso le 10, mentre la piazza veniva completamente occupata dagli antifascisti antisionisti.
Anche a Milano si sono verificate tensioni tra militanti antisionisti che ricordavano che la festa della Liberazione riguarda tutti i popoli in lotta per la loro liberazione, come anche i Palestinesi, e militanti sionisti che sventolavano bandiere di Israele, uno stato colonialista e ormai apertamente genocida. Accanto ai Sionisti si erano presentati con le loro bandiere anche Ucraini sostenitori di un governo apertamente e dichiaratamente nazifascista (il loro eroe nazionale è Stepan Bandera, già capo delle milizie ultranazionaliste e naziste che combatterono dalla parte di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, e tutti i partiti di opposizione sono stati posti fuori legge dopo il colpo di stato del 1914). Erano inoltre presenti bandiere dei tagliagole siriani di Al Qaida, che hanno distrutto la Siria laica e socialista, ed ora si presentano come “liberatori”.
Bandiere ucraine e dei tagliagole siriani erano presenti anche al corteo ANPI di Roma.
Ho grande stima dei partigiani che fondarono l’ANPI e che contribuirono alla nascita della nuova Costituzione democratica (purtroppo non attuata nelle sue indicazioni più avanzate). Tra i fondatori vorrei ricordare l’indimenticabile partigiana Miriam Pellegrini Ferri ed il marito Spartaco Ferri, anch’egli partigiano e comunista, che fondarono l’associazione di cui mi onoro di appartenere, il Gruppo Atei Materialisti Dialettici (G.A.MA.DI.). Nell’ambito dell’ANPI sono presenti molti bravi compagni sinceri antifascisti.
Purtroppo molte sezioni dell’ANPI (come quelle di altre diverse associazioni “progressiste”) sono diventate feudo di formazioni di finta “sinistra” come il PD, e servono ormai da stampella per interessi di bottega. Si attua spesso un Antifascismo di prammatica e di facciata per poter contestare le poltrone a governi di destra, che sono comunque anch’essi alquanto opportunisti e voltagabbana, e non costituiscono più quel reale drammatico pericolo per la democrazia che costituivano il Nazismo ed il Fascismo “storici” degli anni ’20 e ’30 del secolo scorso.
Ciò vale anche per altri paesi europei, come Germania e Francia, dove l’antifascismo è spesso solo una facciata per difendere le posizioni di potere di partiti filocapitalisti, ultraliberisti e guerrafondai (vedi ad esempio il pateracchio fatto tra Gollisti, sostenitori di Macron, Socialisti e “sinistra” francese per fermare il Rassemblement Nazional, che di fatto è servito a salvare la poltrona dell’ossesso guerrafondaio Macron).
Su questi argomenti, su cui esistono certamente opinioni controverse, torneremo in prossimi articoli, sperando di suscitare un necessario dibattito.
Roma, 29 aprile 2025, Vincenzo Brandi