Romano Prodi al XVIII Forum di Verona a Istanbul: "Il mondo va verso un nuovo bipolarismo"

Sulle possibilità di pace in Ucraina. "E' facile parlare con San Francesco. Il difficile è parlare con il lupo"

3284
Romano Prodi al XVIII Forum di Verona a Istanbul: "Il mondo va verso un nuovo bipolarismo"


Durante il secondo giorno di lavori della Diciottesima edizione del Forum di Verona oraganizzato dall’Associazione italiana “Conoscere Eurasia”, in corso quest'anno ad Istanbul, è intervenuto l'ex premier italiano Romano Prodi.

Intervistato dal giornalista Alessandro Cassieri, Prodi ha commentato l'accordo annunciato da Cina e Stati Uniti in Corea del Sud che pone fine alla guerra commerciale tra i due giganti. "Si è calmata la guerra dei dazi perché ciascuno ha mostrato al concorrente di avere armi così potenti da danneggiare l'altro senza avere vantaggi", ha dichiarato. "Si è trovato nel rinvio un compromesso e ormai credo che si vada verso un direttorio tra Cina e Stati Uniti nel futuro prossimo. Il mondo va verso un nuovo bipolarismo come ai tempi di Stati Uniti e URSS", ha continuato l'ex premier. "L'Europa è paralizzata in questo periodo storico e gli Stati Uniti per la prima volta nella storia recente hanno cambiato atteggiamento verso il nostro continente", sottolinea. 

Approfondendo la crisi che sembra irreversibile dell'Unione Europea, Romano Prodi ha commentato il suicidio europeo in modo molto duro. "Un allontamento dietro l'altro. Io ricordo che quando si trattava del dialogo con la Turchia ero convinto che la convergenza richiedesse tempo. Vedo che l'Ue con 27 paesi e il permanere del diritto di veto, l'unanimità ha determinato la paralisi. "Quando feci l'allargamento con 8 paesi che provenivano dall'URSS - non ci fu problema. Con l'Ue fai quello che vuoi il mio problema è la Nato mi dichiarava Putin", ha ricordato Putin. "L'allargamento ha portato alla paralisi con l'unanimità che ha determinato la stasi. Con l'unanimità non si gestisce neanche un condominio". 

Sul dialogo necessario per arrivare alla pace. "E' facile parlare con San Francesco. Il difficile è parlare con il lupo. Se non si parla con il lupo non si arriva alla pace. Quando ho visto colleghi interrogarsi se fosse giusto abolire gli studi di Dostojevsky ho pensato se non fossimo diventati tutti matti". E ancora: "La Turchia è stata promotrice di pace sull'Ucraina. Sono rimasto molto male che lo stesso sforzo non l'abbia fatto l'UE". 

Sul fatto che oggi i paesi baltici ("meno del 2% della popolazione UE" sottolinea il giornalista Cassieri) detengono nei fatti la politica estera e di difesa dell'Unione Europea: "Viviamo un percorso in direzione inversa da quella che vogliamo. Con l'unanimità un nano si sente un gigante. Voglio ricordare un episodio di quando ero presidente della Commissione: nel novembre el 2004 il più autorevole giornalista russo chiede a me e Putin quando la Russia sarebbe entrata nell'UE. Non se ma quando! Io risposi è troppo grande, avremmo bisogno poi di due capitalia, ma lavoreremo come wiskey e soda, Putin mi ha interrotto e detto no come vodka e caviale. In 20 anni abbiamo rovinato tutto!". La colpa di chi è? "La debolezza europea verso gli Usa e i nazionalismi sicuramente".

Presente nello stesso Panel il professore Bilal Erdogan che ha sottolineato come la Turchia sia crocevia di civiltà. "La nostra storia è fatta di migrazioni. L'Anatolia è culla di civiltà e abbiamo esperienza nel gestire le civiltà intorno a noi".  Sul Forum di Verona oggi in corso a Istanbul: "Questo Forum conosce bene i doppi standard che il mondo ha conosciuto verso di noi e verso la Russia. Siamo abituati alle guerre intorno a noi. Osserviamo le sanzioni imposte non solo contro il governo e le aziende russe. Ma anche sportivi e atleti russi. Poi c'è un genocidio che si sta svolgendo per mano israeliano a sud di noi -- come testimoniato dalle organizzazioni internazionali - ma non vediamo sanzioni. Non vediamo lo stesso atteggiamento verso gli sportivi israeliani. E' molto frustrante tutto questo". E ancora: "Questo doppio standard riflette anche la versione occidentale in Europa che manca di visione strategica".

"La mancanza di leadership sta costando caro agli amici europei. Spero che gli amici italiani, le imprese italiane sappiano fare pressione verso Bruxelles per migliorare le relazioni", ha proseguito. 

"Nel 2022 la Turchia ha fatto un lavoro per arrivare ad un accordo tra Russia e Ucraina. Siamo arrivati molto vicini proprio qui alla pace nel Bosforo", ha proseguito. "Ma poi sono arrivate pressioni sull'Ucraina per non accettare. Alcuni nell'UE hanno voluto mantenere la guerra in chiave anti russa". "Da diverse fonti ho sentito dire che Johnson ha fatto pressioni a Kiev per non accettare".

"Sono stato in Georgia recentemente e ho visto che quel paese ha subito un atteggiamento molto simile a quell'Ucraina. La leadership viene vista come pro Russia anche se non hanno relazioni diplomatiche con Mosca da 17 anni e chiedono l'ingresso nell'UE. Tutto questo non ha senso", ha concluso. 

Erdogan ha poi commentato il tema della cultura. "Viviamo un'epoca di robot e dell'IA e ci chiediamo se conquisteranno la nostra vita. Stiamo perdendo la nostra natura umana, prendiamo decisioni sulla base di algoritmi. Tutto questo è contro la natura umana, la cultura, la compassione. Stiamo erodendo tutto questo e dobbiamo evitare il prossimo genocidio. Dobbiamo pretendenre che quello che è avvenuto in Palestina sia considerato un crimine e il paese che lo commesso paghi".

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Maradona: l'eroe di Napoli e dei popoli in lotta di Fabrizio Verde Maradona: l'eroe di Napoli e dei popoli in lotta

Maradona: l'eroe di Napoli e dei popoli in lotta

Burevestnik: il game changer della Russia di Giuseppe Masala Burevestnik: il game changer della Russia

Burevestnik: il game changer della Russia

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin di Francesco Santoianni La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

La risposta di Repubblica sui bambini ucraini "rapiti" da Putin

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo di Francesco Erspamer  Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

Le pagliacciate che alimentano il neocapitalismo

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici di Paolo Desogus La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

La (cinica) ferocia degli atlantisti più fanatici

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia di Marinella Mondaini “Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

“Burevestnik”. Che cos'è la nuova arma testata dalla Russia

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Cina e Russia non temono più l'Occidente di Michele Blanco Cina e Russia non temono più l'Occidente

Cina e Russia non temono più l'Occidente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti