Salvini, un Renzi con il manganello

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Salvini, un Renzi con il manganello



Davvero emblematica l'ultima intervista a RadioNews24 di Matteo Salvini (di cui sotto vi allego un paio di tweet presi del profilo dello stesso Ministro dell'Interno).






Pare ormai evidente che si sia candidato ad essere l'uomo del Big Business: prima il sì al Tav (dopo che per anni era stato per il no), ora il sì alle trivelle per il petrolio in Adriatico e soprattutto assume la stessa posizione del PD e di Forza Italia in tema di fisco: meno fisco per le imprese (dopo le enormi regalie renziane a Big Business) perchè "prima bisogna creare il valore e poi si può distribuirlo", esattamente la stessa posizione di Renzi e di Berlusconi. Non entro nel merito, ricordo solo che il tasso di profitto delle imprese italiane è il più alto d'Europa (ovviamente a discapito dei salari). Pare evidente come Salvini si stia candidando ad essere il nuovo portabandiera di Big Business. Esattamente come lo sono stati Berlusconi e Renzi, con buona pace di quel popolo che lo ha votato come elemento di rivalsa e di insofferenza. Con buona pace delle diseguaglianze e anche con buona pace della sostenibilità ambientale. 


L'unica linea del Piave che Salvini mantiene nella sua incredibile giravolta è quella della deriva securitaria: no all'immigrazione indiscriminata (e scusate, ha sacrosanta ragione, la gente lo capisce e su questo lo segue) e una stretta non dico autoritaria ma quasi. 


Per il resto siamo all'ennisima trasformazione gattopardesca del vecchio sistema che ha divorato l'Italia e che ora trova una nuova maschera con la Lega. Figuratevi che si parla di un entrata di Giggino 'a Purpetta nel nuovo partito di Toti che sarà stampella di Salvini soprattutto al Sud. Insomma, nella rinascente destra degli affari entra quella zona grigia che opprime il Sud (e investe al Nord). Fa un po' ridere la somma presa per il sedere: i leghisti al Nord sbandierano efficentismo e urlano contro il Sud "parassita" e poi che fanno? Si alleano con Giggino 'a Purpetta?




Unica speranza di cambiamento, con i suoi limiti, è il Movimento Cinque Stelle. Altrimenti si affonda nella solita palude.

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