Si rafforza l’asse anti-Occidente Pechino-Mosca, ma per il governo italiano non c’è da preoccuparsi

Si rafforza l’asse anti-Occidente Pechino-Mosca, ma per il governo italiano non c’è da preoccuparsi

Le “ultime parole famose” sono quelle di Paolo Gentiloni ieri a La Stampa...

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di Eugenio Cipolla

Le “ultime parole famose” sono quelle di Paolo Gentiloni, che ieri, in una lunga intervista a La Stampa, si è mostrato abbastanza sicuro nei confronti della Russia di Putin. Il ministro degli Esteri ha assicurato che non c’è da preoccuparsi circa le ultime mosse di Mosca, nonostante nei giorni scorsi il ministro della Difesa cinese abbia annunciato esercitazioni militari congiunte con i russi nel mar Mediterraneo. «Che nasca un’alleanza strategica anti-Occidente tra Cina e Russia mi pare improbabile», ha detto il nostro ministro degli Esteri, dimostrando ancora una volta che esperienza politica, quella che Napolitano chiese a Renzi per la nomina del nuovo titolare della Farnesina, ed esperienza diplomatica, quella che servirebbe a un ministro competente in una materia tanto delicata quanto importante, sono due cose totalmente diverse.
 
Perché lo scopo delle manovre nel Mediterrano, ha osservato giusto ieri il ministro della Difesa cinese, Geng Yasheng, citato dalla rivista internazionale The Diplomat, è proprio quello di «approfondire la cooperazione amichevole tra la Cina e la Russia e rafforzare le capacità di combattimento dei due Paesi contro le minacce alla sicurezza navale». L’asse Mosca-Pechino, d’altronde, non è mai stato così forte, raggiungendo, anche a causa alle goffe politiche europee anti-russe dell’ultimo anno, un livello d’intesa senza precedenti.
 
Sabato Vladimir Putin, dopo l’approvazione della Duma e del Consiglio della Federazione, ha firmato la legge che ratifica l’accordo sulle forniture di gas alla Cina attraverso i gasdotti orientali, siglato nell’ottobre del 2014. L’intesa prevede una fornitura di 38 miliardi di metri cubi di gas all’anno per i prossimi 30 anni, per una cifra che raggiungerà complessivamente i 400 miliardi di dollari.
 
Il documento regola inoltre le procedure per l’attraversamento del confine da parte del personale russo-cinese, delle relative attrezzature, nonché quelle riguardanti le operazione doganali. Il tutto avverrà grazie alla costruzione del gasdotto Forza della Siberia, cominciato a settembre dello scorso anno e che dovrebbe vedere la luce entro la fine del 2020. I giacimenti di Yakutsk e Irkutsk porteranno gas in Cina attraverso un sistema di trasporto lungo oltre 4000 km. E’ a quel punto che la Russia potrà fare il bello e il cattivo tempo con il gas che fornisce all’Occidente.
 
E visto che non c’è due senza tre, il 9 maggio, giorno del 70esimo anniversario della vittoria sovietica sul nazismo, per Russia e Cina ci sarà un’altra occasione per sugellare definitivamente una partnership destinata a durare decenni. A Mosca, infatti, subito dopo la storica parata, Dmitri Medvedev e Xi Jinping si incontreranno per discutere di cooperazione in campo energetico, industriale e di alta tecnologia. «La priorità – si legge in una nota del servizio stampa del governo russo – verrà data alle prospettive della cooperazione economica e commerciale, lo sviluppo di progetti congiunti nelle aree dell’energia, industria e alta tecnologia, fino a comprendere intese di scambio culturale». Insomma, state sereni. Lo dice Gentiloni, mentre la Cina continua a conquistare pezzi di mercato che una volta appartenevano a noi.

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