Spread, intervista a Lidia Undiemi, autrice del libro profetico "Il Ricatto dei mercati"

Spread, intervista a Lidia Undiemi, autrice del libro profetico "Il Ricatto dei mercati"

"Vogliamo veramente lasciare le nostre vite in mani ai "mercati"?"

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Con lo spread che tocca quota 320 nella giornata di oggi e un governo espressione di una volontà popolare abortito prima di poter nascere, il "ricatto dei mercati" è più vivo che mai. Con il veto sulla figura di Paolo Savona come Ministro dell'Economia del governo M5s-Lega, Sergio Mattarella ha creato tutte le premesse per la peggiore crisi istituzionale dal dopoguerra ad oggi. Ha parlato di “interessi nazionali, ma a muovere Mattarella sono state le preoccupazioni di quegli operatori economici e finanziari che tornano ad attaccare pesantemente il nostro paese. Questo dopo aver imposto quelle riforme distruttrici di diritti sociali e Welfare imposte con il celebre diktat noto come "lettera della Bce del 2011".
“Interessi” che hanno ora anche un volto, l'ex rappresentante del Fondo Monetario Internazionale, Carlo Cottarelli nominato per proseguire con le politiche di austerità fallite e fallimentari che il popolo italiano aveva rigettato senza se e senza ma nel voto del 4 marzo. Su tutte queste tematiche, in pochi hanno informato meglio l'opinione pubblica italiana di Lidia Undiemi, esperta di diritto e economia, nonché autrice del celebre "il Ricatto dei Mercati". Abbiamo avuto la possibilità come AntiDiplomatico di rivolgerle alcune domande per comprendere meglio la situazione attuale e gli scenari futuri per il nostro paese.



Che fase sta attraversando il nostro paese?
 
 
Il futuro politico dell’Italia e questa crisi istituzionale sono cruciali per il  destino dell’Europa. Il contratto di governo stipulato da Movimento 5 Stelle e Lega ha messo in discussione il metodo non democratico che le istituzioni europee impongono da anni attraverso le riforme lacrime e sangue ai cittadini europei. Riforme, è il caso di ricordare, che hanno peggiorato le condizioni di vita delle popolazioni, tra l'altro senza risolvere il problema dell'alto debito. Non dobbiamo dimenticare mai la lettera del 2011 della Bce con la richiesta di riforme che poi sono state imposte dai governi successivi. I mercati, con le loro pressioni (lo spread per intenderci) dettano le riforme e adesso pare addirittura che riescano ad influenzare la nomina di ministri "sgraditi".  Nulla di nuovo di ciò che denuncio da 6 anni e che ho descritto nel mio libro.


 
Il professore Savona in una nota ha dichiarato ieri di aver subito “un grave torto”. Era veramente un problema per il futuro dei risparmi italiani come l’ha descritto Mattarella nel motivare la sua discutibile scelta?
 
Il nodo è molto delicato. Ed occorre distinguere due piani: quello dei poteri del presidente della repubblica di poter non accettare una nomina e quello del motivo per cui questa viene rifiutata. Accettando che rientra nei poteri del presidente della Repubblica potere decidere chi non debba ricoprire la carica di ministro, quel che si ha il dovere di criticare è il motivo sotteso alla scelta, ossia che Savona è un euroscettico e che per tale motivo potrebbe essere sgradito ai mercati e alla leadership europea (in particolare francia, gemrania e bruxelles) con conseguente innalzamento dello spread, sino all'ipotesi nefasta di mancata tutela dei risparmi degli italiani. In buona sostanza, si ammette che un candidato che ha un pensiero politico differente da quello neoliberista non possa fare il ministro, perchè altrimenti i mercati "ce la fanno pagare", possiamo dire. Ecco, questo è criticabile senza se e senza ma. Il messaggio che sta passando è che il nostro voto non conta nulla, che non c'è alternativa all'austerità, ed è per questo che il M5s e la Lega alle prossime elezioni aumenteranno tantissimo il proprio consenso elettorale.  Nel 2011, quando finì sotto attacco il governo Berlusconi la maggior parte della gente non era in grado di capire il pericolo, oggi si. 


 
Nel suo “il Ricatto dei mercati” mostrava molto bene come i poteri finanziari fossero in grado di muovere i loro strumenti, spread in particolare, per imporre le loro riforme. Dobbiamo rassegnarci ad accettare che siano i mercati a governare e decidere i futuri ministri di questo paese?

No, non dobbiamo rassegnarci, credo che prima o poi una riflessione di questo tipo la farà anche il presidente della Repubblica. Orma siamo ad un bivio, o si mette in discussione questa assurda politica europea, arrogante con gli stati e irrispettosa del voto popolare, oppure è destinata ad un veloce declino, cosa che, nelmio libro dò già per scontato attraverso una attenta analisi dell'evoluzione della governance europea ed internazionale. 



Davvero gli italiani rischiano i risparmi?

Incredibile se si pensa che a "giocare" sulla paura degli italiani di perdere i risparmi è stata proprio l’Europa con le nuove regole sul bail in. Ma cosa ancor più assurda, direi paradossale, è che proprio i mercati con le loro pressioni hanno spinto le istituzioni di Cipro ad imporre il prelievo forzoso sui risparmi depositati presso la Banca di Cipro. Si consideri che inizialmente il parlamento cipriota si era rifiutato, ma le pressioni erano talmente estreme da non aver lasciato alternative. Vogliamo veramente lasciare le nostre vite in mani ai "mercati"?
Spetta alla banca centrale, in questo caso alla BCE predisporre gli strumenti di politica monetaria per evitare questo tipo di "ricatto". 

A.B.

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