Stefania Maurizi - Sorveglianza digitale contro Covid, ecco la vera posta in gioco

Stefania Maurizi - Sorveglianza digitale contro Covid, ecco la vera posta in gioco

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Sulla sorveglianza digitale si è espressa su Twitter Stefania Maurizi, la famosa giornalista che più di ogni altro ha seguito e segue da vicino la vicenda WikiLeaks e il caso Assange.

Stefania Maurizi annuncia una denuncia circostanziata contro la sorveglianza digitale covid19.

In attesa delle sue indagini, che seguiremo e rilanceremo, pubblichiamo integralmente due

thread Twitter che Stefania Maurizi mette a disposizione. (Agata Iacono)

 
Thread n°1 del 18 aprile 2020
 
"Appena ci saranno tutte le info tecniche sulla tecnologia di Sorveglianza Digitale che è stata proposta contro il Covid, vi dirò che ne penso.

Ora vi voglio raccontare che cosa mi è successo con i miei Dati Sanitari: è una storia personale che però esemplica la situazione.

Nel dicembre del 2017, nella mia vita è successo questo: .... le spie della società UCGlobal hanno catturato tutte le mie conversazioni con Julian Assange e video, e hanno aperto i miei due telefoni.

Le spie della UCGlobal non si sono limitate a spiare sulle mie conversazioni con Julian Assange dentro l'ambasciata dell'Ecuador a Londra, ma hanno avut accesso anche a tutti i miei dispositivi.

Otto mesi dopo che le spie della UCGlobal mi avevano preso di mira, è successo un episodio strano: mi sono dovuta ricoverare in ospedale per un intervento. Ottimo ospedale, fiore all'occhiello della nostra sanità.

La mia cartella clinica non si trovava. Quando l'ho saputo, sono andata su tutte le furie. L'ospedale ha aperto una indagine interna, cercato la cartella ovunque, fatto denuncia alla polizia. Inutile: "La sua cartella clinica è sparita nel nulla."

Ad oggi, nonostante le indagini, nessuno sa come può essere sparita nel nulla la mia Cartella Clinica: è sparita SOLO la mia ed è sparita dall'archivio del reparto, in cui non risulta nessun accesso(L'ospedale mantiene una lista degli accessi alle cartelle cliniche archiviate in reparto).

Appena informata di questa situazione, ho chiesto incontro alla direzione dell'Ospedale:"se lei ci denuncia" la Direzione mi ha detto,"noi pagheremo a livello personale, perché le nostre assicurazioni sanitarie, coprono errori medici, NON gli incidenti con dati sanitari".

Questa è la situazione dei Dati Sanitari in Italia. E non parlo di un ospedale di quelli che finiscono nelle cronache per le formiche, parlo di un ospedale di notevole qualità. Immaginate che può venir fuori con i Dati Sanitari in questa crisi Covid..."

 
Thread n°2 del 20 aprile 2020
 
"Non provo nessuna soddisfazione a dire: ve l'avevo detto. Le cose si stanno mettendo malissimo con la sorveglianza digitale contro il Covid. Quello che rischiamo è uno scenario senza precedenti. Manco dopo l'11 settembre si è arrivati a tanto.

MAI MAI MAI si era ipotizzata una sorveglianza del livello di quella che rischiamo di vedere introdotta con la "App" contro il Covid. Se ci imbarcheremo nelle soluzioni centralizzate che si discutono in questi giorni, sarà un punto di non ritorno.

Non servono Bob Woodward e Carl Berstein per capire ENORMI interessi economonici e di intelligence che premono per soluzioni centralizzate. Scatta una grande mobilitazione dell'opinione pubblica italiana contro queste soluzioni devastanti, o sarà la catastrofe.

Io vi ho avvertito in ogni modo possibile: sento il dovere di farlo. E ho la libertà di farlo, perché nessuno mi ha mai comprato".
 

22 aprile ennesimo lungo thread Twitter che riportiamo integralmente:

 


 
"Mi sento ancora una volta in dovere di aiutarvi a capire la questione fondamentale della Sorveglianza Digitale contro il Covid, non solo perché sono temi che conosco in modo profondo, ma perché ho preso coscienza della questione Dati Sanitari per una vicenda personale.

RispettoFiorenza Sarzanini, ma con tutto il rispetto NON è possibile pensare di imbarcarsi in un programma di sorveglianza di 60 milioni di italiani premettendo"vedremo se funzionerà", poi "se qualcuno avrà sbagliato pagherà". Qui sono in gioco questioni cruciali.

Voglio premettere che, personalmente, NON sono una fanatica della privacy: come giornalista, ne ho una profonda conoscenza e coscienza, perché ho il dovere pro
 
fessionale ed etico di proteggere le persone che parlano con me: le mie fonti.

Voglio anche premettere che, personalmente, NON sono un individuo con tendenze anti sociali che punta a boicottare un tentativo sacrosanto di salvare vite. Se il governo mi offrirà soluzione sensata, installerò tecnologia di

Sorveglianza contro il Covid: NON sono una fanatica.

Quello che mi preoccupa è vedere la mancanza di coscienza sulla crucialità di questi dati. Minimizzare perché nell'era dei social siamo tutti "spiati", "tracciati", vuol dire o non capire di cosa si sta parlando o far finta o far finta di non capire ed essere in malafede.

Dire:"stai su twitter tutti i giorni e ti metti a fare storie?" o anche:"compri da Amazon, Ebay, e rompi le scatole se il tuo governo vuole salvare te e altri da Covid?" Dire questo vuol dire o non capire di che si sta parlando o capire ed essere in malafede.

Stare su twitter, comprare da Amazon o Ebay, non implica rivelare i tuoi Dati Sanitari o chi hai fisicamente incontrato per quanti secondi e minuti. Mentre la Sorveglianza Digitale contro Covid implica questo. E comporta questo per decine di milioni di persone.

Chi fa domande su quali Dati Sanitari verranno trattati dalla "APP" e da chi e dove verranno caricati e salvati è una persona cosciente che i Dati Sanitari sono la nostra SALUTE e il nostro Sistema Sanitario Nazionale: ecco perché li difendiamo.

Chi fa domande su quali soluzioni saranno adottate per tracciare contatti anche nel migliore scenario(bluetooth) non è cretino che vive nella saga di James Bond. Chi fa queste domande è una persona informata che sa che anche i cosiddetti ProximiData possono essere problema.

Anche nella migliore soluzione: no GPS, ma Bluetooth(Proximitydata) con dati conservati solo nel telefono, ci sono no problemi non da poco: se sei giornalista e la polizia ti prende il telefono dove sono conservati i proximityData, vede chiunque hai incontrato e per quanti minuti.

Mi spiegate come faremo noi giornalisti a proteggere le nostre fonti in una situazione in cui la polizia può sequestrarci i telefoni contenenti TUTTI i ProximityData delle persone che abbiamo incontrato e per quanti secondi/minuti siamostati in contatto?

La butto sul piano di noi giornalisti, ma il problema è per tanti: sei un attivista politico? Immagino quanto fa gola alle forze dell'ordine il telefono con tutti i dati di chi hai fisicamente incontrato e per quanti secondi. Sei un grande uomo d'affari? Idem. Sei un politico? Idem.

Questi sono solo alcuni dei problemi, peraltro, nel caso in cui tutto fosse fatto con massimo scrupolo, efficienza e senza attori malevoli (cybercriminali e spie) che penetrino nel database. Vi rendete conto quanto valgono informazioni sulla salute di un top manager o ministro?

C'è una ragione per cui ogni stato democratico del mondo su Sorveglianza Digitale contro Covid, ci sono scontri micidiali pressioni micidiali. La ragione: il futuro della nostra salute, dei nostri Sistemi Sanitari Pubblici e delle nostre Libertà Fondamentali. Infine, sono stufa di sentire stronzate su Singapore e magnifiche sorti progressive del Digital Contact Tracing. Leggete report dell'Ada LovelaceInstitute (inglese): adalovelaceinstitute.org/vp-content/upl...

Ricerca dell'AdaLovelaceInstitute (partner Royal Society) mette a nudo gravi limitazioni del Digital Contact Tracing a Singapore: solo 17% popolazione usa l'"APP". Perché? Difficoltà terra-terra. Per funzionare, la "APP" deve avere: telefono sempre sbloccato e con schermo attivo.

Avere un telefono sempre sbloccato e con schermo attivo implica problemi terra-terra: succhia batteria come un indemoniato e se perdi telefono/te lo rubano ed è sempre sbloccato, sei del gatto".
 
 
 

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