"Stiamo diventando un paria economico in intere aree". L'allarme di un alto funzionario bancario israeliano
Il media ebraico Yedioth Ahronoth, ieri, ha intervistato un dirigente bancario israeliano, il quale ha lanciato l’allarme sul fatto che l'attuale guerra a Gaza e le conseguenti campagne di boicottaggio in atto già da anni, stanno spingendo gli investitori a ritirare i loro fondi dall'economia israeliana.
Ynet, non ha fatto il nome di questo dirigente, ma ha precisato che si tratta di “alto funzionario bancario.”
Il funzionario ha rivelato che il ritiro dei fondi dall’economia israeliana sta comportando perdite che probabilmente vanno nell'ordine di miliardi di shekel. Inoltre, ha notato un calo significativo nell'acquisto di obbligazioni israeliane, un fenomeno che non si vedeva da molti anni.
“Stiamo diventando economicamente sgraditi, quasi dei paria in alcune aree. Molte aziende sono ora a rischio, poiché gli enti internazionali impongono un boicottaggio informale alle aziende e alle fabbriche israeliane, evitando di investire qui", ha spiegato.
Sebbene Israele sia già da tempo oggetto di campagne di disinvestimento per la sua continua occupazione della Cisgiordania, la costruzione di insediamenti ebraici illegali su terre palestinesi rubate e le violazioni dei diritti umani, la guerra in corso a Gaza ha ulteriormente danneggiato la sua reputazione internazionale. Le forze israeliane hanno ucciso più di 14.000 bambini in una campagna ampiamente considerata come un genocidio.
Anche l'incertezza sulla durata della guerra preoccupa gli investitori. L'assalto a Gaza è ormai giunto all'ottavo mese, con scarsi risultati, soprattutto nel suo obiettivo principale, ovvero la sconfitta Hamas.
Il dirigente bancario ha avvertito l’esecutivo di Tel Aviv: “Il governo deve sviluppare immediatamente un piano di emergenza per salvare le entità commerciali da una situazione che potrebbe diventare una vera e propria minaccia per la stabilità dell'economia israeliana. In tempi di guerra, abbiamo bisogno di strategie non solo per eliminare figure come Sinwar[leader del movimento di Resistenza palestinese, Hamas, NDR] anche se questo è importante, ma anche per proteggere e sostenere alcune delle principali imprese economiche israeliane, così come le piccole imprese”.
Seffy Zinger, presidente dell'Israel Securities Authority, ha espresso le stesse preoccupazioni: “Già prima della guerra si registrava un calo degli investimenti stranieri in Israele. La guerra ha accelerato questa tendenza. Dall'inizio della guerra, gli investitori stranieri hanno ritirato oltre 34 miliardi di shekel dal mercato azionario israeliano: 8 miliardi dalle azioni, 14 miliardi dai titoli di Stato, 6 miliardi dai prestiti a breve termine e 5 miliardi dalle obbligazioni societarie. Gli investitori istituzionali israeliani hanno sostenuto gran parte di questo onere”.
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