Sui mandanti di Colleferro

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Sui mandanti di Colleferro

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Di Antonio Di Siena

Sui mandanti di Colleferro.

Volete davvero guardare in faccia i mandanti di questo schifo? E allora guardate fuori dalla finestra di casa vostra.

Vedrete una società che ha abbandonato i suoi figli. In cui la parola degli anziani non conta più nulla, la scuola non conta più nulla e l’istruzione non è più vista come crescita umana, ma semplice strumento: per specializzarsi e affermarsi nel mercato del lavoro.

Vedrete le strade dei vostri quartieri svuotate della loro anima e delle facce amiche che le popolavano, sostitute dalle confortevoli gallerie commerciali. Rioni in cui le sezioni di partito non esistono più e le parrocchie sono irrimediabilmente accerchiate.

Vedrete genitori che non tirano più mezzo ceffone ai figli nel timore fondatissimo di beccarsi una denuncia per violenza domestica.

Vedrete giovani non avere il minimo rispetto non soltanto di chi ha la pelle di colore diverso. Ma di chiunque, italiano o no, faccia un lavoro umile, abbia una disabilità, o versi in stato di bisogno. E la storia del “pazzo” di Manduria dovrebbe stare lì a ricordarcelo.

Vedrete bambini che non giocano più in strada e passano giorni interi di testa nei tablet. E giovani ragazzini interessati soltanto a consumare merce costosa per apparire sempre più simili ai loro idoli. Quei nuovi modelli costantemente veicolati non soltanto dalla tv commerciale ma anche da quella pubbblica.

Vedrete l’abbrutimento morale ed estetico dilagante portato avanti proprio dai personaggi più popolari. E l’apparire diventare sempre più importante dell’essere a tutti i livelli della società. Soprattutto in quelli più elevati.
Vedrete gli organi d’informazione teoricamente più autorevoli divenuti dipendenti dalla pubblicità e asserviti alla logica del gossip e delle notizie acchiappa-click.

Vedrete un paese che a parole dice di combattere la mafia ma che poi anziché celebrare le forze dell’ordine sponsorizza Gomorra.

Vedrete gente che vuol preservare i borghi, i paesini, la provincia, non muovere un dito mentre la modernità obbliga costantemente i suoi giovani ad abbandonarla per cercare fortuna nelle grandi città.

Vedrete politicanti che parlano di società civile e cultura difendere un modello economico che fa crollare tetti scolastici e siti archeologici e chiude ospedali e musei.

Vedrete cittadini senza più alcuna fiducia nell’autorità e nel potere costituito rigettare in blocco qualsiasi norma, comprese quelle di puro buonsenso.

Vedrete ragazzi sempre più soli e isolati cercare nel branco la comunità perduta. Smembrata per inseguire un modello di vita sempre più individualista, indipendente, funzionale al mercato.
In altre parole, anziché il fascismo immaginario, non vedrete altro che il prodotto di un trentennio di riforme. Trasformazioni profondissime che hanno violentato l’anima d’Italia, portate avanti ad ogni livello da tutti i partiti che l’hanno governata.

Incolpare gente a caso solo perché è politicamente avversaria è sinonimo di miopia e immaturità politica, oltre che di totale imbecillità.

Crescete ed emancipatevi da questo mortale infantilismo politico, chissà se insieme a voi lo farà pure questo stramaledetto paese.

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