Tassi di interesse e inflazione: l'incredibile paradosso della BCE

Tassi di interesse e inflazione: l'incredibile paradosso della BCE

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di Alessandro Volpi*

Devo dire che ogni volta che Christine Lagarde parla mi lascia allibito. Ieri ha sostenuto che i tassi di interesse resteranno fermi al 4,5% senza specificare per quanto tempo.

Ma l'elemento più sconcertante è la motivazione di tale scelta: la presidente ha sostenuto infatti che il calo dell'inflazione non è sufficiente a giustificare un taglio dei tassi, notando al contempo che l'economia europea è ferma e che la situazione sta peggiorando proprio per i tassi alti della Bce, destinati a contrarre i consumi e ad impoverire le aziende. In pratica, la Bce sta sfasciando l'economia europea ma non ancora a sufficienza e dunque deve sfasciarla ancora per un po', in maniera del tutto consapevole.

L'incredibile paradosso è accentuato dal fatto che la stessa Bce remunera i depositi ricevuti dalle banche con un tasso del 4%: in altre parole le banche hanno un rendimento garantito dai propri depositi presso la Bce pari al 4%. E' naturale che in simili condizioni le azioni delle principali banche registreranno ulteriori apprezzamenti e che il collocamento del debito pubblico resterà assai costoso per gli Stati. Penso davvero che la Bce sia oggi un grave pericolo: ha smesso di comprare il debito degli Stati, tiene tassi alti che favoriscono solo le banche - a cominciare da quelle tedesche - danneggiando tutto il resto e fa persino concorrenza al debito degli Stati. Si può fare peggio?

*Post Facebook del 25 gennaio 2024

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