Trump ordina un’indagine su chi "ha realmente governato sotto Biden"

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Trump ordina un’indagine su chi "ha realmente governato sotto Biden"

 

Il presidente Donald Trump ha ordinato un’indagine approfondita sull’amministrazione del suo predecessore, incaricando il Dipartimento di Giustizia di verificare se funzionari non eletti abbiano effettivamente guidato il Paese durante la presidenza di Joe Biden.

L’inchiesta si concentrerà sugli ultimi atti compiuti da Biden in carica, tra cui la commutazione di 37 condanne a morte e la concessione di grazie a familiari e alleati politici. Verrà analizzato in particolare l’uso dell’autopen, uno strumento per apporre firme automatiche su documenti ufficiali, secondo quanto indicato in una direttiva esecutiva diffusa mercoledì dalla Casa Bianca.

“Considerate le evidenti indicazioni secondo cui il presidente Biden non era in grado di esercitare pienamente la propria autorità, se i suoi consiglieri avessero utilizzato segretamente la penna meccanica per mascherare tale incapacità, mentre adottavano radicali misure esecutive a suo nome, ciò costituirebbe un esercizio incostituzionale del potere presidenziale,” si legge nell’ordine firmato da Trump.

L’indagine si concentra sulle accuse secondo cui il declino cognitivo di Biden avrebbe consentito ai suoi collaboratori di prendere decisioni fondamentali senza il suo diretto coinvolgimento. Gli investigatori dovranno accertare se vi sia stato un tentativo coordinato all’interno dell’amministrazione per celare le condizioni di salute del presidente, incluse eventuali azioni per sopprimere prove del deterioramento cognitivo e per rappresentarlo come pienamente idoneo alla carica.

Trump ha in precedenza accusato i consiglieri più stretti di Biden di aver potenzialmente commesso “tradimento ai massimi livelli” qualora avessero sfruttato il presunto declino cognitivo dell’allora presidente per attuare politiche che egli non avrebbe approvato personalmente. L’inchiesta del Dipartimento di Giustizia punta a stabilire se tutte le azioni esecutive siano state effettivamente autorizzate da Biden stesso. Il procuratore generale Pam Bondi e il consigliere della Casa Bianca David Warrington sono stati incaricati di condurre le indagini.

I critici di Trump affermano che l’indagine ha motivazioni politiche e si basa su prove insufficienti. Alcuni esperti legali sottolineano che l’utilizzo dell’autopen per le firme presidenziali è perfettamente legale e già impiegato da diverse amministrazioni precedenti. Tuttavia, l’amministrazione Trump sostiene che tale dispositivo non sia mai stato utilizzato con un simile livello di frequenza o per azioni così significative.

La questione della salute di Biden – in particolare delle sue capacità cognitive – è emersa con forza durante la campagna elettorale per la rielezione nel 2024. I critici hanno evidenziato la sua andatura incerta, frequenti vuoti di memoria e difficoltà nell’articolazione del pensiero. Il dibattito televisivo con Trump del giugno 2024, ampiamente considerato disastroso per Biden, ha segnato un punto di svolta: un numero crescente di democratici ha cominciato a chiedergli di ritirarsi dalla corsa. Biden ha annunciato ufficialmente il proprio ritiro il mese successivo.

Lo scorso mese, l’ufficio di Biden ha reso noto che all’ex presidente era stata diagnosticata una “forma aggressiva” di cancro alla prostata. Diversi commentatori – incluso lo stesso Trump – hanno sostenuto che la malattia si fosse sviluppata nel corso di diversi anni e che la cerchia più ristretta di Biden avesse deliberatamente nascosto la diagnosi all’opinione pubblica. Il senatore Ron Johnson, presidente della sottocommissione per la sicurezza interna, ha avviato un’indagine separata su un possibile insabbiamento delle reali condizioni di salute dell’ex presidente.

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