Tutte le menzogne di Paolo Mieli sulla Siria. Il Premio Pulitzer che lo sbugiarda

Tutte le menzogne di Paolo Mieli sulla Siria. Il Premio Pulitzer che lo sbugiarda

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Pubblichiamo insieme alla redazione di Sibialiria un articolo di risposta alle falsità scritte ieri su il Corriere della Sera da parte di Paolo Mieli. Molte sono talmente superate nel dibattito che non c’era neanche bisogno. Questo se solo non fossero state scritte su un giornale di portata nazionale in grado di mistificare l’opinione pubblica di un paese che si crede ancora libero.


Si direbbe che il successo diplomatico di Putin (entrare nella coalizione anti ISIS, neutralizzando così il progetto NATO-Petromonarchie di invadere la Siria per spodestare Assad) abbia mandato in tilt il solitamente compassato Paolo Mieli. Solo così si potrebbe spiegare il suo facinoroso  articolo sul “Corriere della Sera” che snocciola tutta una serie di accuse senza citare nessuna fonte ad eccezione di un fantomatico “Rapporto della Commissione di inchiesta indipendente dell’Onu”.


Intanto, l’oramai famosa “strage con gas Sarin a Goutha” :

“...Assad cominciò a usare armi chimiche e gli Stati Uniti, pur avendo annunciato che quella sarebbe stata l’invalicabile «linea rossa» prima di un loro intervento, non ritennero di reagire”.
 

In effetti gli USA, nell’agosto 2013, dopo roboanti minacce si astennero da un intervento militare diretto. Ma questo perché la campagna mediatica che metteva Assad sul banco degli imputati si arenò dopo pochi giorni grazie anche alla inconsistenza di una indagine dell’ONU e a video dei “ribelli” talmente taroccati da insospettire ampi settori dell’opinione pubblica – e, forse anche le cancellerie occidentali. Da allora la credibilità delle accuse ad Assad per quella strage (grazie anche ad accurate inchieste giornalistiche, come quella del Premio Pultizer  Seymour Hersh, o le dichiarazioni di Carla Del Ponte, già Procuratore capo del Tribunale Penale Internazionale) si è ridotta praticamente a zero. E, forse, in Italia ad indicare Assad come mandante di quella strage c’è rimasto solo Paolo Mieli.
 

Che pretende di addebitare ad Assad anche altre stragi:
 

“...la Lega araba votò al Cairo una dura reprimenda contro la Siria anche in conseguenza del fatto che proprio in quei giorni, secondo un rapporto della Commissione di inchiesta indipendente dell’Onu, le forze di Assad avevano ucciso una quantità impressionante di oppositori tra i quali «almeno 256 bambini”.
 

Non è così. Vero che la Siria, su pressione degli USA, fu espulsa dalla Lega Araba (che si affrettò a riconoscere i “ribelli” come “unici rappresentanti del popolo siriano”) ma il Rapporto della Commissione di inchiesta della Lega Araba  – boicottato da Qatar e Arabia Saudita, che fino all’ultimo si batterono per la sua segretazione – afferma cose completamente diverse da quello che vorrebbe far credere Paolo Mieli. E, si badi bene, il Rapporto della Commissione di inchiesta della Lega Araba si basava su innumerevoli sopralluoghi, verifica delle fonti, ricerca dei corpi... Non certo così un quasi contemporaneo rapporto di una delegazione delle Nazioni Unite (tra l’altro, capitanata dagli USA) che faceva sua la “notizia” dei 256 bambini uccisi dall’esercito di Assad dichiarando nel contempo - in una nota a piè di pagina (ovviamente trascurata dai media) -  che le sue “fonti” erano le stesse dei media e cioè i Comitati di coordinamento locale (alias i “ribelli”); puntualizzando, inoltre, di non essere in grado di verificare se le informazioni da essi forniti fossero esatte o veritiere.
 

A tal proposito, forse sarebbe stato opportuno apporre la stessa dicitura nell’articolo di Paolo Mieli. Si sarebbero così evitate legittime accuse di faziosità davanti alla sua “ricostruzione” della strage di Homs, della morte della giornalista Marie Colvin, dell’attacco al campo profughi palestinesi di Yarmuk, della  strage di bambini a Hula... Tutti episodi attentamente analizzati da giornalisti degni di questo nome (vedi i link) e che hanno tratto conclusioni diametralmente opposte a quelle di Paolo Mieli.


Il quale, dopo un panegirico in onore dei ribelli “buoni” (che, come egli stesso dichiara, neanche Obama è riuscito a trovare) e di Togliatti-Stalin (che salvarono il criminale di guerra Badoglio, come oggi verrebbe fatto per Assad) da’ il meglio di sé addebitando ad Assad “due o trecentomila uccisioni”.
 

Neanche il famigerato Osservatorio siriano per i diritti umani ha mai osato affermare una tale follia.


La Redazione di Sibialiria

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