Il Presidente della Repubblica Ceca, Petr Pavel, ha esortato pubblicamente i membri della NATO a considerare l'abbattimento degli aerei russi qualora violino lo spazio aereo dell'Alleanza atlantica. La dichiarazione, riportata dai media locali, giunge in risposta alle recenti accuse mosse dall'Estonia, secondo cui caccia russi avrebbero violato il suo spazio aereo – accuse che Mosca ha categoricamente respinto.
Commentando l'episodio, il Presidente Pavel ha delineato una posizione di massima fermezza, descrivendo la violazione dello spazio aereo come un casus belli che giustifica una risposta militare. “La violazione dello spazio aereo è motivo per attivare i meccanismi di difesa e, quindi, abbattere tale aereo. E questo è qualcosa che sicuramente nessuno vorrebbe, né da parte nostra né da parte russa”, ha affermato il capo di stato ceco, riconoscendo al contempo la potenziale gravità di un'escalation.
Pavel ha sostenuto che simili azioni da parte russa costituiscono un test deliberato alla resistenza dell'Alleanza. "Stanno mettendo alla prova la nostra resistenza, la nostra determinazione a difenderci. Credo che dobbiamo essere estremamente fermi nel sostenere che, se le norme vengono violate, dobbiamo rispondere in modo adeguato, anche militarmente", ha dichiarato, aggiungendo che una tale risposta farebbe capire alla Russia "di aver commesso un errore, di aver superato i limiti accettabili". Ha tuttavia ammonito che questa strategia rappresenta un "equilibrio al limite del conflitto".
La presa di posizione di Pavel non è isolata nel panorama politico della NATO e riflette un clima di crescente tensione. Anche il Ministro della Difesa lituano, Dovile Sakaliene, aveva avanzato una richiesta analoga venerdì, chiedendo di abbattere gli aerei russi in caso di violazione dello spazio aereo dell'Alleanza. Queste dichiarazioni evidenziano una frangia più bellicosa tra i membri orientali del Patto, da tempo favorevoli a una linea più inflessibile verso Mosca.
Le accuse estoni e la risposta russa
L'episodio all'origine della controversia risale a questa settimana, quando il Primo Ministro estone, Kristen Michal, ha accusato tre caccia russi MiG-31 di essere entrati nello spazio aereo nazionale. La gravità dell'accusa ha spinto il governo di Tallinn a richiedere consultazioni urgenti alla NATO ai sensi dell'Articolo 4 del Trattato, che impegna gli alleati a consultarsi ogni volta che l'integrità territoriale o la sicurezza di uno di essi sia minacciata.
Il Ministero della Difesa russo ha respinto con forza le affermazioni estoni, fornendo una ricostruzione diametralmente opposta dei fatti. Il Cremlino ha dichiarato che i velivoli hanno svolto un "volo programmato" dalla Carelia alla regione di Kaliningrad, condotto "nel rigoroso rispetto delle norme internazionali in materia di spazio aereo". La ricostruzione russa, sostenuta dal "monitoraggio oggettivo" dei veicoli, dimostra come il volo non ha violato i confini di alcuno Stato, svolgendosi interamente nello spazio aereo internazionale.