Usa-Pakistan, sospensione dei droni per riaprire il dialogo tra i due paesi

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Dopo circa due settimane e mezzo di consultazioni la seduta parlamentare che si è aperta ad Islamabad ha prodotto esiti molto chiari attraverso un documento all’indirizzo degli Stati Uniti contenente richieste ben precise frutto di un unità di visione da parte dei diversi partiti pakistani mai mostrato forse prima.

Nel difficile ristabilimento di buone relazioni tra Pakistan e Stati Uniti sicuramente una parte importante la stanno giocando la precisa condizione posta da Islamabad a Washington di cessare operazioni che impieghino droni per colpire i talebani nella fascia tribale che si trova tra Afghanistan e Pakistan. Questo punto, cruciale per l’esecutivo del paese asiatico, è un tema molto delicato dal momento che l’amministrazione Obama ritiene l’impiego di droni speculare ad un efficace lotta al terrorismo. Tuttavia tra le altre richieste vi sono anche le scuse ufficiali da parte degli Stati Uniti per il raid aereo che ha ucciso per sbaglio 24 soldati pakistani e poi la sospensione di operazioni sotto copertura e non dei servizi di intelligence americani in suolo pakistano. Attraverso un portavoce del Dipartimento di Stato Washington si è mostrata interessata a discutere di tali punti con il Pakistan. Il documento uscito da questa lunga sessione parlamentare non ha valore vincolante ma è un monito per aprire dei negoziati tra le istituzione statunitensi e quelle pakistane su temi nodali per la ripresa dei rapporti tra i due paesi. 

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