Venezuela: a Caracas il PSUV si prepara al congresso

Venezuela: a Caracas il PSUV si prepara al congresso

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“Uh, uh, Ubch, corazón del Psuv”. Comincia così, con uno slogan rivolto alla base del partito, il discorso della deputata Tania Diaz che dirigerà il processo di elezione dei delegati a Caracas per conto della direzione del Psuv, di cui fa parte.  In una precedente conferenza stampa, il vicepresidente del partito, Diosdado Cabello, aveva illustrato le regole per questa nuova elezione dei delegati e delle delegate (sempre in base alla parità di genere e all’alta rappresentanza giovanile), proposti per consenso o a maggioranza, ma solo come ultimo ricorso. Tutto è già disponibile sulla pagina del Psuv (www. Psuv.org.ve).

“Non siamo un partito qualsiasi”, ha detto Tania, ricevendo il microfono dalla sindaca di Caracas, Carmen Melendez, e presentando gli altri presenti al tavolo di un incontro stracolmo in tutte le tribune del grande Teatro Municipale di Caracas: oltre alla sindaca di Caracas, la ministra delle Comunas, Noris Herrera, Nahum Fernandez, capo di governo del Distretto Capitale, e i giovani del partito come Carmen Zerpa, Beatriz Rodriguez o David Graterol. No, non è un partito qualsiasi il Psuv, un partito di quadri e di movimento, il più grande dell’America Latina. E non solo per via dei numeri, che registrano oltre 8 milioni di militanti.

Proprio la straordinaria partecipazione all’incontro “deciso dalla sera alla mattina” – ha spiegato la dirigente – appare come una delle carte vincenti del Psuv, che agisce in base all’imperativo di Simon Rodriguez (il maestro del Libertador): “O inventiamo o perdiamo”. Se si può convocare dalla sera alla mattina un quadro militante messo alla prova dal feroce blocco economico-finanziario imposto dagli Stati Uniti e dai loro alleati, significa che la mobilitazione è permanente. Significa che l’orientamento della base non si è perduto, nonostante l’imperialismo ce l’abbia messa tutta. Significa che il processo di formazione permanente, frutto di azione e riflessione, è andato avanti, a differenza di quanto è avvenuto in altri paesi dell’America Latina.

È andato avanti in maniera originale, nel senso che è riuscito a trasportare e tradurre nelle complesse condizioni di questo secolo, l’essenza e la lezione del secolo scorso, il secolo delle rivoluzioni. È stata questa la grandezza di Hugo Chávez a cui anche questo congresso del partito da lui voluto (con un anno di preparazione, a partire dal 2006), renderà merito, nel giorno della sua “scomparsa fisica”, il 5 marzo del 2013. Non a caso, Tania Diaz, autorevole giornalista che ha deciso di accompagnare il progetto chavista fin dalla prima ora, ha ricordato che il Comandante ha saputo svestirsi del partito erede della ribellione civico-militare del 4 febbraio 1992, il Movimento MBR200, con cui aveva vinto le presidenziali, per costruire qualcosa di diverso e più adatto alla situazione: un partito – ha ricordato Tania – che indica, fin dal nome, uno dei concetti cardine su cui si basa, l’unità.

  Un’eredità preziosa e un carburante imprescindibile per avanzare nelle presenti acque infestate da squali, che provano da ogni parte a divorare la barca bolivariana, sapendo che costituisce una scialuppa per quante e quanti sanno che non ci si deve arrendere al vento fetido del modello capitalista. In un crescendo emotivo aperto dalle canzoni di lotta e dal motivante inno del Psuv, Tania ha toccato tutti gli aspetti della resistenza eroica del popolo chavista, che ne ha viste davvero di tutti i colori: dal sabotaggio totale della rete elettrica, alle invasioni mercenarie e agli attentati con i droni contro il presidente Maduro e tutti i vertici del governo, alla costante campagna di discredito, che ha come bersaglio esattamente la coscienza del popolo, per sviarla e convertirla nel contrario.

 Il 23 febbraio ricorrerà il terzo anniversario della “battaglia dei ponti”, quando il popolo bolivariano ha respinto un tentativo di invasione dell’imperialismo alle frontiere, mascherato da invio di “aiuto umanitario”. Tania ha ricordato episodi inediti di quella resistenza eroica, confrontata a un apparato poderoso, dispiegato a tutti i livelli: culturale, mediatico e, naturalmente, militare. Un attacco poderoso e ben sostenuto dai paesi del continente subalterni a Washington, che accompagnavano i falchi del Pentagono: dalla Colombia al Brasile, all’Argentina, come ha mostrato la recente inchiesta del giornalista Horacio Verbinsky rivelando le implicazioni ai più alti livelli dell’esercito argentino.

Come vicepresidenta della Commissione Agitazione Propaganda Comunicazione del Psuv, Tania Diaz ha messo l’accento sulla guerra mediatica, che, pur scontando l’asimmetria di mezzi tra le forze rivoluzionarie e quelle dell’imperialismo, ha segnato punti importanti, soprattutto nella battaglia delle idee.  Se c’è lotta vera, se c’è l’esercizio reale del potere popolare che si dirige verso la transizione al socialismo, infatti, si riesce comunque a bucare lo schermo delle menzogne, o comunque a contenerne gli effetti. Analizzare il cambiamento intercorso in questa fase nella comunicazione è d’altronde un elemento fondamentale per orientarsi.

Il presidente Maduro ha proposto al riguardo un piano di rilancio basato sulle “3 R.net” (Resistenza, Rinascita, Rivoluzionare tutto), mettendo al centro dell’analisi la “rivoluzione digitale” con cui necessariamente si deve fare i conti sia sul piano delle trasformazioni economiche che su quello della guerriglia digitale. “Propongo un nuovo sistema 2022-2030 di transizione al socialismo – ha detto Maduro -basato sulla pratica, sulla verità e sui nostri sogni. Le 3 R.net: resistenza alle aggressioni imperialiste, Rinascita dello spirito originale della Patria e Rivoluzionare permanentemente, fare tutto meglio”. Su questa base, Tania ha messo il dito sulla piaga delle debolezze del partito, che il Psuv ha affrontato senza infingimenti: la corruzione, l’opportunismo, la piaggeria. “Non si sta nel partito per avere benefici economici, non si sta con arroganza e con smania di potere. Vi si sta con umiltà e senso del collettivo, come ha insegnato Chávez”, ha detto fra gli applausi. Vi si sta dando l’esempio, come hanno fatto Diosdado Cabello e il compianto Dario Vivas nella battaglia dei ponti. Lo si fa come ha insegnato l’indimenticabile maestro Aristobulo Isturiz e come continua a fare Nicolas Maduro: dando l’esempio.

Chi sono le militanti e i militanti del Psuv? Rappresentano “le centinaia di alberi che costituiscono il bosco immenso della rivoluzione bolivariana”, scrive il direttore del settimanale Cuatro F Gustavo Villapol, analizzando il prossimo congresso del Psuv. Un congresso, dice, in cui il partito “deve assumere il ruolo di avanguardia per plasmare le idee e le pratiche più avanzate in questo momento storico, a partire dalle sue cellule di base fino alla Direzione Nazionale, passando per un processo di analisi di questa realtà. E da lì sorgeranno proposte che sostengano la costruzione di quella società socialista di prosperità e di equilibrio che tutti e tutte sogniamo per questa tappa”.

Geraldina Colotti

Geraldina Colotti

Giornalista e scrittrice, cura la versione italiana del mensile di politica internazionale Le Monde diplomatique. Esperta di America Latina, scrive per diversi quotidiani e riviste internazionali. È corrispondente per l’Europa di Resumen Latinoamericano e del Cuatro F, la rivista del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). Fa parte della segreteria internazionale del Consejo Nacional y Internacional de la comunicación Popular (CONAICOP), delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), della Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e della Rete degli Intellettuali in difesa dell’Umanità.

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