Vertice CELAC-UE: un patto per la pace e il multilateralismo

Brasile e Cuba in prima linea nel denunciare la militarizzazione dei Caraibi. Lula: "Vogliamo restare in pace"

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Vertice CELAC-UE: un patto per la pace e il multilateralismo

Il IV Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC) e dell'Unione Europea (UE) si è conclusa a Santa Marta, in Colombia, con un potente appello all'unità e alla cooperazione. L'incontro bi-regionale, che ha riunito 2500 delegati, ha adottato una dichiarazione congiunta di 52 punti che individua il multilateralismo come strumento essenziale per affrontare le sfide globali e ribadisce l'impegno a mantenere l'America Latina e i Caraibi come zona di pace.

Il presidente della Colombia e guida di turno della CELAC, Gustavo Petro, ha presentato il testo finale, sottolineando la necessità di costruire soluzioni comuni invece di accettare imposizioni. "Insistiamo, persistiamo e approfondiamo il criterio che il multilateralismo significa che nazioni diverse si uniscono per risolvere problemi comuni", ha affermato il leader colombiano. Il documento, sottoscritto da 32 dei 33 paesi della CELAC e dai 27 membri dell'UE, sostiene che, di fronte all'aumento della presenza militare nel Mar dei Caraibi, si debba preservare la regione come zona di pace.

Questa posizione ha trovato eco in voci chiave. Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha tracciato una linea rossa contro le crescenti minacce di intervento militare straniero. "Siamo una regione di pace e vogliamo restare in pace", ha dichiarato in modo perentorio, denunciando che "la minaccia dell'uso della forza militare è tornata a far parte del quotidiano" regionale. Il vicepresidente di Cuba Salvador Valdés Mesa ha messo in guardia dai tentativi di resuscitare la Dottrina Monroe, chiedendo di "agire per fermare l'aggressione e l'infiltrazione militare".

La dichiarazione sottolinea che problemi esistenziali come la crisi climatica, la povertà e la gestione dell'economia digitale non possono essere risolti da nessuna nazione in modo isolato. La cooperazione tra tutti gli Stati, si legge nel testo, è l'unica via per garantire la sopravvivenza dell'umanità di fronte a minacce esistenziali. Questo accordo dimostra al mondo che è possibile raggiungere intese e dialoghi costruttivi, anche in un contesto globale segnato da conflitti.

Dopo la chiusura dei lavori, il presidente del Consiglio Europeo, António Costa, ha definito l'incontro un "chiaro messaggio al mondo" che dimostra una scommessa sul dialogo al posto della divisione e sulla cooperazione al posto dello scontro, consolidando un rapporto "tra eguali". In ambito pratico, è stato annunciato un nuovo impulso al programma europeo Global Gateway, che sta già mobilitando 31 miliardi di euro in oltre 100 iniziative nella regione, dalla connettività digitale via satellite all'integrazione di reti elettriche regionali.

Sono stati inoltre concordati due patti specifici: un'Alleanza per la Sicurezza Cittadina, per rafforzare la lotta al crimine organizzato e al narcotraffico, e un patto per lo scambio di buone pratiche nell'economia della cura. A tal proposito, il presidente Lula ha avvertito che la democrazia "soccombe quando il crimine organizzato corrompe le istituzioni", invocando di strozzarne il finanziamento e di fermare il traffico di armi attraverso azioni coordinate, poiché "nessun paese può affrontare questa sfida da solo".

Il presidente Petro ha proposto una visione di fondo: la costruzione di una "democrazia globale" basata sul riconoscimento della diversità. "La bandiera rimane la stessa: un'umanità libera e una democrazia globale che permetta la nostra differenza di ogni tipo, che è la nostra ricchezza", ha affermato. "Un'umanità unanime è un'umanità morta", ha sentenziato, proponendo che il dialogo CELAC-UE diventi un modello di comprensione tra civiltà. Quanto accaduto a Santa Marta, città simbolo di unione che commemora 500 anni dalla fondazione, riflette un consenso regionale sempre più solido attorno ai principi di non intervento e soluzione pacifica delle controversie di fronte alle minacce belliche USA al Venezuela.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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