Votare per paura non è mai una buona cosa

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Votare per paura non è mai una buona cosa



di Giorgio Cremaschi

Potere al Popolo ha deciso di non dare indicazioni di voto per i ballottaggi alle comunali e questo ha provocato reazioni risentite di compagne e compagni: ma come siete così settari che non vedete che bisogna fare fronte comune contro i fascioleghisti? Cioè votare PD. 

È ovvio che questa destra è orribile, come tutte le destre sempre, e la sua presa di massa, che di questo si tratta, fa paura. Ma è giusto decidere per paura? Solo la paura infatti giustifica una scelta a favore del PD che, fuori dalle elezioni, verrebbe respinta. Ci sono compagne e compagni che contestano la politica economica,sociale, internazionale, militare del PD, che hanno combattuto la legge Fornero, il Jobsact, le privatizzazioni, il TAV, le leggi anti migranti e anti poveri di Minniti e che ora si turano il naso e votano il partito che non solo non rinnega, ma rivendica quelle scelte. 

Io credo che queste compagne e compagni sappiano benissimo queste cose, ma semplicemente pensino che esse non siano così importanti come votare contro Salvini. Questa scelta verrebbe prima di tutte le altre. È una scelta giusta, ma soprattutto è utile a sconfiggere la destra? Secondo me no, con tutto il rispetto per i sentimenti e la sincera indignazione verso la destra che questa scelta ispirano. 

Ripeto, non discuto delle motivazioni morali, anche nobili, che portano a votare PD contro Salvini, mi interessa l’utilità politica di questa scelta. Cioè, così si ferma davvero Salvini o invece no e magari addirittura lo si rafforza? Salvini è solo un leader reazionario che bisogna abbattere col voto, oppure l’espressione di una involuzione della società che dura da tempo e che si diffonde? Guardiamo al voto disgiunto del 26 maggio. In tanti comuni una parte rilevante dell’elettorato PD ha votato Salvini alle europee ed il candidato del partito democratico alle amministrative. Attenzione non è una normale distinzione tra diversi livelli elettorali, perché teoricamente con Salvini dovrebbe esserci una incompatibilità di fondo. Se invece una parte dell’elettorato PD vota Salvini vuol dire che lo sente compatibile con le proprie idee e con quelle di chi vota alle amministrative. 

Le amministrazioni comunali del PD sono sicuramente antifasciste, ma il fascismo a cui si oppongono è quello di Casapound e Forza Nuova, 0,5 al voto; mentre quelle stesse amministrazioni hanno politiche molto simili a quelle della Lega. Le privatizzazioni dei servizi ed il ruolo sempre più affaristico dei comuni, la gestione speculativa del suolo pubblico e le grandi opere, la guerra ai poveri, agli occupanti di case, ai migranti, i Daspo sociali, sono patrimonio sia delle amministrazioni piddine che di quelle leghiste. Ed è proprio questa intercambiabilità delle politiche locali che fa sì che la Lega abbia potuto tranquillamente conquistare in Toscana ed in Emilia antiche roccaforti del PCI e della sinistra. Perché per la maggioranza dell’elettorato la diversità delle amministrazioni di sinistra non è tale da costruire una alternativa al messaggio reazionario della destra. 

Sono stato a Piombino dove la grande acciaieria sta morendo nel silenzio della politica ufficiale. Ebbene il PD ha chiamato Carlo Calenda a sostenere la propria candidata. Sì proprio il ministro che ha firmato gli accordi che stanno distruggendo la fabbrica. Cosa volete che pensi un operaio di quella città, di fronte ad una destra che, imbrogliando, promette di cambiare le cose? Dovrebbe farsi guidare dalla scelta antifascista? Francamente non credo che basti. Anzi penso che un l’uso strumentale dell’antifascismo, come in queste ore fa il PD, per fermare la Lega sia un danno per l’antifascismo stesso. Infatti quando il contrasto tra i principi dell’antifascismo ed i comportamenti quotidiani concreti diventa plateale, quando si usa l’antifascismo per non parlare delle discariche, del lavoro, degli asili nido e degli ospedali, si fa un favore a Salvini. Che diffonde la sua ideologia reazionaria proprio presentando come vecchio e strumentale l’antifascismo, presentandolo come una scusa per non parlare dei problemi veri degli italiani. Che poi per lui sarebbero cacciare i migranti e la libertà di sparare contro i ladri. 

No non si combatte Salvini facendo la sua stessa politica, con in più i festeggiamenti per il 25 aprile. Così anzi lo si rafforza, si contribuisce alla sua propaganda, si aiuta a diffondere la convinzione che l’antifascismo sia solo un paravento. 

Per questo, pur comprendendone il sentimento, non condivido la scelta di votare PD per paura di Salvini. Perché non si combatte la paura e l’odio che Salvini alimenta, con una paura speculare. Il voto per paura non è mai buon consigliere e la sinistra è stata forte quando la si votava per coraggio, per voglia di cambiamento, non per paura di un cambiamento peggiore.

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