Zelensky e il drone: le nuove frontiere della propaganda

Zelensky e il drone: le nuove frontiere della propaganda

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di Enrico Tomaselli

 

Già ai tempi di Eschilo, in guerra, la verità è la prima vittima. Ma indubbiamente, il livello di sofisticazione oggi raggiunto dalle tecnologie ha reso questo assunto ancora più vero. Il confine tra realtà e finzione si è fatto estremamente fluido, e non solo in virtù della naturale propensione alla mistificazione ed alla menzogna, che ogni guerra porta con sé, ma anche perché - proprio in virtù dello sviluppo tecnologico - esse sono sempre più simili. Nel corso di questi mesi di guerra in Ucraina, e soprattutto nella sua fase iniziale, è capitato spesso di vedere nelle tv mainstream spezzoni di videogiochi spacciati per video reali; al di là della buona o cattiva fede, ciò è stato possibile perché effettivamente le due cose sono indistinguibili, soprattutto ad un occhio profano. La grafica dei moderni videogiochi, infatti, è tratta precisamente dalla realtà bellica, che a sua volta è oggi altamente tecnologizzata. I video di obiettivi militari colpiti dal fuoco nemico e ripresi da droni, ed ancora di più quelli ripresi e trasmessi in soggettiva dagli stessi droni mentre si lanciano contro l’obiettivo, sono identiche a ciò che potremmo vedere giocando a Call of Duty.

Ma non c’è soltanto una questione di similitudine visiva, che può ingenerare equivoci, se non veri e propri inganni. Le moderne tecnologie consentono di spingersi molto più in la, ed offrono alla propaganda - ma anche alle psy-ops - incredibili opportunità, con un livello di attendibilità tale da essere pari al vero. Chi non ricorda Wag the Dog (in Italia, Sesso e Potere), il film di Barry Levinson del 1997 (!), una commedia nera sul tema della manipolazione dell'opinione pubblica attraverso il controllo dei mass media. Nel film, lo scopo dell’operazione messa in piedi dal team dei protagonisti è convincere il pubblico americano che ci sia stata una guerra lampo (in perfetto stile yankee), che nella realtà non è avvenuta, per distoglierne l’attenzione da alcuni problemi del Presidente. In chiave ovviamente paradossale, rappresenta esattamente una psy-ops, una operazione di guerra psicologica.

La guerra in Ucraina, come possiamo vedere tutti, è una guerra ad un tempo convenzionalmente sanguinosa ed iper tecnologica. In particolare, l’Ucraina ha potuto contare sin dal primo momento sull’appoggio incondizionato degli Stati Uniti, che si è concretizzato non soltanto nell’invio di armi e denaro a fiumi, né solo in un determinante supporto d’intelligence, ma anche in un massiccio supporto propagandistico. Di fatto, la gigantesca macchina mediatica americana ha fatto in breve tempo il miracolo di trasformare il semisconosciuto leader d’un paese dell’est europeo in una star internazionale. Zelensky è divenuto il simbolo della lotta del suo paese, attraverso una massiccia ed abilissima campagna di promozione, in tutto e per tutto uguale a quelle che si realizzano ad Hollywood per lo star system.

Tra le tante operazioni di marketing che l’hanno visto protagonista, la scorsa estate ve ne fu una che utilizzò tecnologie d’avanguardia. Grazie ad un software di acquisizione volumetrica, creato dalla società Evercoast, venne creato un avatar olografico del presidente ucraino, grazie al quale intervenne in diretta, e quasi contemporaneamente, in quattro diverse fiere tecnologiche internazionali - senza ovviamente essere presente in alcuna di esse. La novità, rispetto ad un normale collegamento video, fu che appunto si trattava di una rappresentazione olografica, ovvero Zelensky appariva come se fosse realmente nel luogo in cui si rivolgeva al pubblico.

Il software di Evercoast, nelle parole della società stessa, ha innumerevoli possibilità: “la piattaforma, alimentata dalla telepresenza in tempo reale e dalla registrazione di esseri umani digitali 3D, fornisce acquisizione, rendering e streaming di video volumetrico 3D da utilizzare nella produzione virtuale, nella realtà aumentata mobile, nella realtà virtuale e nel metaverso.” Potenzialmente, quindi, si presta ad utilizzi assai più interessanti, dal punto di vista propagandistico. Il più banale, è che ad esempio potrebbe essere utilizzato per dare l’idea che Zelensky rivolga un discorso ai suoi concittadini, parlando magari da una strada di Kyev, mentre in realtà si trova a centinaia di chilometri di distanza, in uno studio di registrazione.

Di fatto, la propaganda ucraina - che è supportata e controllata dall’intelligence NATO - ha già cominciato ad usare immagini fake a scopo propagandistico. Ad esempio è stata diffusa una foto di Zelensky, nella strada buia di una città (probabilmente Kyev) accanto al relitto di un drone russo abbattuto.


Lo scopo propagandistico è chiaro: da un lato, si mostra sul campo, laddove si combatte, vicino alla gente che soffre, e dall’altro - facendosi riprendere vicino al drone russo - è come se dicesse “li schiacceremo”.


 

La fotografia però è assolutamente falsa. Non solo, come mostra l’immagine di sopra il fact-checking fatto dai russi, che basandosi sulle misure ne smentisce l’autenticità; anche ad una osservazione meno che superficiale, si vede chiaramente che il relitto del drone proietta la sua ombra come se illuminato da una sorgente luminosa posta in alto ed a sinistra, mentre la figura di Zelensky è chiaramente illuminata da destra, ed inoltre proietta la propria ombra in avanti, come se ci fosse una sorgente luminosa alle sue spalle. Si tratta, insomma, di un fotomontaggio, nemmeno troppo raffinato.

Ma qualora si decidesse di spingere oltre la falsificazione, si aprono possibilità enormi. Grazie alle acquisizioni tridimensionali di Zelensky, è possibile collocarlo virtualmente ovunque; ma non solo, poiché grazie ai software di sinc labiale, come Synthesia, è possibile fargli dire qualsiasi cosa. Questo scenario, come si può facilmente immaginare, applicato alle esigenze di propaganda bellica o di psy-ops, è in grado di inferire in misura enorme sul conflitto stesso. Consentirebbe infatti di trasmettere un video messaggio di Zelensky anche nel caso che fosse impossibilitato a farlo - ad esempio perché deposto da un golpe, o ucciso - dicendo cose che non ha detto e non direbbe. Cosa accadrebbe se un suo perfetto avatar avallasse in diretta tv una false-flag, come un attacco chimico russo, magari proprio dal luogo del massacro, circondato da cadaveri, mentre si tratta di una operazione di intelligence per giustificare un intervento diretto della NATO?

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