Zelensky "implora" Biden prima dell'incontro con Putin

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Il premier ucraino Volodimyr Zelensky ha “implorato” Biden di incontrarlo prima del vertice con Putin (previsto per il 16 giugno a Ginevra) “in qualsiasi momento e in qualsiasi punto del pianeta”.

Nel riferire la notizia, The Hill scrive proprio “implorato”, verbo che manifesta l’apprensione con la quale il leader ucraino guarda all’appuntamento tra i due presidenti.

Summit che lo deve preoccupare non poco: si sente scavalcato dall’amministrazione americana, che si incontra col suo grande nemico e che peraltro ha deciso di abbandonare il regime sanzionatorio verso il gasdotto North Stream 2 senza consultare prima Kiev, come si legge ancora sul giornale americano.

Evidentemente Zelensky soffre di un delirio di onnipotenza che lo spinge a pensare di poter dettare non solo l’agenda americana, ma quella del mondo, dato che nell’incontro che chiede a Biden vorrebbe evidentemente imporre propri paletti al dialogo che il presidente Usa avrà col suo omologo russo, che Biden spera possa portare a rendere più gestibile la conflittualità con la Russia ed evitare così al mondo una guerra globale.

Un delirio di onnipotenza, quello di Zelensky, indotto dai circoli neocon che hanno fatto dell’Ucraina la punta di diamante del contrasto alla Russia, portando così Kiev al centro della geopolitica mondiale.

Non solo, Zelensky, e con lui la leadership ucraina, sa perfettamente che finché dura la crisi ucraina il suo Stato continuerà a ricevere un trattamento privilegiato da parte dei Paesi occidentali, disposti a chiudere non uno ma tutti e due gli occhi sulle sue derive autoritarie, sulle forze neonazista tanto influenti nel Paese, ma soprattutto continueranno a incanalare verso di esso ingenti finanziamenti che permettono alla sua fatua economia di non collassare e garantiscono laute prebende alle sue élite.

Peraltro, il fatto che tanti di questi finanziamenti vadano a finire nel settore militare rende il Paese sempre più dipendente dall’unico potere forte del Paese, con pericoli crescenti sulla sua tenuta democratica. Tant’è.

Sarà difficile per Biden fare orecchie di mercante a tanta tediosa insistenza, anche se di certo essa sta irritando non poco la sua amministrazione, come denota la risposta secca con la quale la portavoce della Casa Bianca ha smentito l’affermazione di Zelensky sulla mancanza di informazioni riguardo al North Stream 2, su cui invece sarebbe stato debitamente informato.

Resta il fatto che uno Stato che l’Occidente ha giubilato, togliendolo all’influenza di Mosca e portando al potere politici che riteneva affidabili, ha la pretesa di condizionare i destini del mondo.

Si spera che Biden sia in grado di eludere questa e altre trappole pronte a scattare per far saltare o quantomeno svuotare un summit che potrebbe essere cruciale per la distensione internazionale.

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