Left-LePenism. L'elettorato storico socialista ha iniziato a votare Fronte Nazionale

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Left-LePenism. L'elettorato storico socialista ha iniziato a votare Fronte Nazionale

Dopo che il suo partito ha ottenuto il 46% dei voti nel terremoto elettorale di una settimana fa ed il suo candidato ha sconfitto i Socialisti al governo nella loro roccaforte di Villeneuve-sur-Lot, la leader del Fronte Nazionale francese Marine Le Pen giura che, se vincerà le prossime elezioni, distruggerà l’ordine europeo esistente e forzerà una rottura dell’unione monetaria. Nell'interessante analisi di Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph, France’s triumphant ‘Joan of Arc’ vows to bring back franc and destroy euro, si sostiene come la nuova forza di Marine Le Pen – che per la prima volta dal dopoguerra ha le stesse chance di socialisti e gollisti di arrivare al potere – è acquisita nell'elettorato storico di sinistra, tanto che diversi hanno cominciato a parlare di “Left-LePenism”. L'esempio più eclatante è quello di Anna Rosso-Roig, una candidata del partito comunista alle elezioni del 2012, che ha appena lasciato il suo partito per unirsi al campo di Le Pen.
Nella lotta contro la conservazione dello stato sociale francese contro Bruxelles, i socialisti sono stati chiaramente scavalcati. Le Pen ha annunciato che il suo primo ordine del giorno all’Eliseo sarebbe l'annuncio di un referendum sull’adesione all’UE, che verterebbe su quattro punti: la moneta, il controllo delle frontiere, il primato del diritto francese, e quello che lei chiama “patriottismo economico”, il potere della Francia di perseguire un “protezionismo intelligente” e salvaguardare il suo modello sociale. Il suo piano è basato su uno studio di economisti dell’Ecole des Hautes Etudes di Parigi, condotto dal professore di sinistra Jacques Sapir. Nello studio si conclude che la Francia, l’Italia e la Spagna avrebbero tutte da trarre grandi vantaggi da un’uscita dall’UEM, riacquistando  competitività ed evitando anni di depressione. L’attuale strategia di svalutazione interna scelta dall'Ue è controproducente, dal momento che la recessione fa salire più velocemente il rapporto debito/Pil.
Ad oggi, conclude il Telegraph, la campagna di sdoganamento o “depurazione” d’immagine ha portato Marine Le Pen ad essere una candidata credibile per divenire il prossimo presidente francese. Solo una minoranza degli elettori pensa ancora che il fronte sia una “minaccia per la democrazia”. La sua difesa del modello sociale francese e la sua critica del capitalismo, infine, le danno una tonalità di sinistra che attira diversi elettori storici del partito socialista.

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