Noam Chomsky: "L'Isis è niente di più che una società off-shore dell’Arabia Saudita"

"Un Iran con il nucleare sarebbe solo un deterrente contro l’aggressività di Israele nella regione. È questo che gli Stati uniti non vogliono"

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Noam Chomsky: "L'Isis è niente di più che una società off-shore dell’Arabia Saudita"


 
In un'intervista rilasciata recentemente a Giuseppe Acconcia su il Manifesto, il grande intellettuale americano Noam Chomsky commenta così la questione del nucleare iraniano: “L’Iran è un grande paese, e come la Cina, aspetta per avere un’influenza nella regione. Ma l’Arabia Sau­dita non vuole mai e poi mai un antagonista, un deterrente. Anche se l’Iran avesse l’atomica, quale sarebbe la preoccupazione per gli Stati uniti? Si tratterebbe solamente di un deterrente. Nessuno pensa che mai e poi mai l’Iran potrà fare uso dell’arma nucleare, perché il paese sarebbe vaporizzato all’istante e gli ayatollah di certo non vogliono suicidarsi. Un Iran con il nucleare sarebbe solo un deterrente contro l’aggressività di Israele nella regione. È questo che gli Stati uniti non vogliono".
 
E sulla politica americana in Medio Oriente, Chomsky definisce i repubblicani “un partito fascista, ma “lo stesso Barack Obama è terribile, ma meno dei repubblicani. Il principale errore di Obama è la sua campagna con i droni”. Se a farla, prosegue Chomsky, fosse stato l'Iran contro gli ufficiali citati negli articoli della stampa Usa, come reagirebbero gli Stati uniti? “La guerra dei droni è la più grande operazione terroristica mai esistita” e non fa altro che far aumentare il numero dei Jihadisti. “Quando hanno iniziato, al-Qaeda era solo nelle zone tribali di Afghanistan e Pakistan ora è in tutto il mondo. Ma di questo non si può parlare nei media occidentali”.
 
Infine sull'Isis, Chomsky lo definisce “una mostruosità”, ma non “è niente di più che una società off-shore dell’Arabia Saudita che propaga una versione estremista, wahabita, dell’Islam. Da Riad arrivano tonnellate soldi e l’ideologia per diffondere fondamentalismo nel mondo arabo”. Il meassaggio conclusivo: qeuesta situazione “è la conseguenza diretta dei devastanti attacchi degli Stati Uniti in Iraq del 2003 e degli attacchi della Nato in Libia del 2011 che hanno esasperato il conflitto sunniti-sciiti diffondendolo in tutta la regione.I bombardamenti della Nato hanno fatto aumentare il numero delle vittime di dieci volte, hanno distrutto la Libia. In Yemen ora Arabia Saudita ed Emirati stanno uccidendo una grande quantità di persone nei campi pprofughi. Ma anche questa guerra è destinata a fallire e non può comportare altro che diffusione di jihadismo”.

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