In Europa si apre ufficialmente il fronte anti-ucraino. L’Olanda: «Non li vogliamo in Ue»

In Europa si apre ufficialmente il fronte anti-ucraino. L’Olanda: «Non li vogliamo in Ue»

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di Eugenio Cipolla
 
«La scorsa settimana abbiamo stilato una lista di sanzioni dirette ad alcuni personaggi coinvolti nella cattura di Nadia Savchenko. Noi invitiamo Usa e Ue a fare lo stesso per dare un segnale forte». Direttamente da Washington, dove è in visita ufficiale da ieri, Petro Poroshenko ha esortato gli “alleati” a mettere nuovamente pressione su Mosca sul caso dell’ex top gun dell’esercito ucraino. Ospite del World Affairs Council of America, il presidente ucraino ha lanciato nuove accuse a Vladimir Putin e ha ringraziato il governo degli Stati Uniti «per essersi schierato dalla parte dell’Ucraina negli ultimi due anni, i più duri nella storia del paese».

Ma mentre Poroshenko è negli Usa per cercare di ottenere da Obama ulteriori aiuti economici e militari, in Europa si è aperto ufficialmente il “fronte anti-ucraino”, che potrebbe presto raccogliere le adesioni di diversi paesi dell’Unione. Intervista dal portale di notizie NU.nl, il premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte, ha detto che il suo paese è contrario a un ingresso dell’ex repubblica sovietica in Europa. «Noi crediamo che l’Ucraina dovrebbe avere buona relazioni sia con l’Europa che con la Russia – ha affermato – e questo non sarebbe possibile nel caso in cui l’Ucraina diventasse un membro dell’Unione Europea».

Al momento, è l’opinione di Rutte, è difficile che Kiev costruisca buoni rapporti con Mosca, visti i recenti eventi della Crimea e del Donbass. «Ci vuole tempo -  ha aggiunto – ma in un’ottica di lungo termine è una cosa molto importante». Negli ultimi giorni in Olanda il tema Ucraina è molto attuale. Mercoledì 6 aprile, infatti, i cittadini dei Paesi Bassi saranno chiamati a esprimere la propria opinione sull’accordo di associazione tra Ue e Ucraina, che, secondo molti, rappresenta un passo ulteriore di Kiev verso l’Europa unita.

Il referendum sarà valido solo con affluenza maggiore del 30% e, anche se di natura consultiva, potrebbe aprire una forte divisione all’interno del mondo politico olandese. Un recente sondaggio commissionato dal Ministero degli Esteri di Amsterdam ha rilevato una profonda spaccatura interna al paese sul tema Ucraina. «Al momento – ha detto Bogdan Globa, attivista per il sì della campagna referendaria, al Kyiv Post – l’opinione pubblica è spaccata a metà, 50 e 50. Ma è più probabile che gli olandesi diranno ‘no’ all’Ucraina. Troppi di loro hanno paura della guerra nella parte orientale. Pensano che l’Ucraina possa essere un’altra Grecia».
 
Alla base della campagna per il ‘no’ ci sono tre motivazioni: l’accordo di associazione è un enorme passo verso l’adesione dell’Ucraina all’Ue e gli olandesi non hanno bisogno di sostenere gli ucraini; non vi è alcuna necessità di mantenere le sanzioni alla Russia, poiché Amsterdam ha bisogno di commerciare con Mosca; se l’accordo sarà approvato, gli europei si assumeranno la responsabilità per la guerra in Donbass.

La partita è al photofinish e potrebbe causare sconquassi interni a Bruxelles. Intervistato dal quotidiano olandese
Handelsblad lo scorso gennaio, Jean-Claude Juncker ha avvertito i cittadini dei Paesi Bassi:«Non credo che diranno no all’accordo di associazione, perché questo aprirebbe la porta a una grande crisi continentale». Ad Amsterdam e dintorni sono avvertiti. 

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