A Gaza si muore così... ogni giorno e sempre nell'indifferenza della grande stampa

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di Paola Di Lullo

Mohammad Majid Bakr era stato colpito al petto e stava ancora sanguinando quando la marina da guerra israeliana ha circondato la barca su cui era uscito a pesca e lo ha arrestato.





È l'alba di lunedì mattina. A Gaza, dei pescherecci escono in mare. Causa decennale embargo imposto da Israele sulla Striscia, le uniche fonti di sostentamento, per la maggior parte della popolazione, sono l'agricoltura e la pesca. Attività entrambe pericolosissime, per i limiti ed i divieti imposti da Israele.

A tre miglia dalle coste d Soudaniya, nord di Gaza Strip, l'esercito israeliano apre il fuoco. Le prime notizie, parlano di sei pescatori arrestati, Mohammd Amin Abu Warda, 27 anni,  ed i suoi fratelli Yousef , 22 anni, ed Hussein, 14 anni. Arestati anche tre pescatori di Shati Camp :  Muhammad Tariq Baker, 22 anni, Abdullah Sabri Baker, 20 anni, e Muhammad Said Baker, 27 anni.
Le loro barche sono state confiscate.

Poco più tardi, le fonti parlano di un altro pescatore, ferito ed arrestato, e condotto al Barzilai Medical Center di Ashkelon. È Mohammad Majid Baker, 25 anni, sposato e padre di 2 bambini, uscito a pesca con il fratello, Umran Majid Baker.

Umran ha dichiarato ad al-Mezan Center for Human Rights che il fratello era stato colpito al petto e stava ancora sanguinando quando la marina da guerra israeliana avevano circondato la loro barca da pesca e lo aveva arrestato. La sua morte è stata confermata nel pomeriggio.

Un portavoce dell'esercito israeliano ha dichiarato che un peschereccio palestinese "era uscito dalla zona di pesca designata" nelle prime ore del mattino lunedì. Mentre la barca da pesca continua ad avanzare in mare, le forze israeliane avrebbero sparato colpi in aria, per invitare il peschereccio a rientrare nei limiti.

Al proseguire della barca, i soldati israeliani avrebbero sparato contro la barca, colpendo il motore...ed il petto di Mohammad, che si sarebbe messo dinanzi, per ripararlo. I pescatori palestinesi sanno bene che il motore di una barca è la parte più costosa da riparare, sanno che senza barche non si pesca e non si è quindi in grado di garantire il necessario alle proprie famiglia. Sanno che la marina israeliana confisca barche ed attrezzature, che restituisce solo dietro pagamento di una cauzione che la maggior parte di loro non può permettersi di pagare.

Dall'inizio di quest'anno, secondo al - Mezan Israele ha sequestrato cinque barche da pesca, ha detenuto 14 pescatori palestinesi,ne ha feriti quattro e ne ha ucciso uno, che è annegato quando la sua barca è stata affondata. Nel 2016 sono stati arrestati 135 pescatori, 26 feriti da arma da fuoco e 43 imbarcazioni sono state confiscate. Decine di barche da pesca e una grande quantità di attrezzature per la pesca vengono danneggiate o distrutte ogni anno.

Zakaria Baker, capo dello UAWC ( Union of Agricultural Work Commettes ) di Gaza, nonché zio di Mohammed, ha spiegato che Israele demarca la zona di pesca usando boe e la marina israeliana impone rigorosamente le restrizioni. "Ogni spostamento dalla zona definita da Israele mette a rischio le vite dei pescatori". "Gli incidenti causati da un errore di navigazione dei pescatori  hanno portato alla confisca delle loro imbarcazioni, da parte di Israele,e /o al danneggiamento delle stesse, colpite da proiettili, nonché al ferimento, ed in un caso, alla morte, dei pescatori. La scorsa settimana, quando un pescatore ha cercato di recuperare una rete che era scivolata oltre la boa, è stato ferito e la sua barca ha subito ingenti danni ".



La mente corre a Gaza, alle sue coste, al suo mare, agli incontri con Zakaria e tanti altri pescatori...chiedevano protezione. Era il 2013, morivano allora come oggi.

Fonti : The Palestinian Information Center
             Middle East Monitor
             Ma'an News Agency

 

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