Alì dagli occhi azzurri, la profezia-poesia di Pasolini ancora attuale sull'immigrazione
Si è parlato alle volte quasi come un luogo comune della forza profetica di Pier Paolo Pasolini, soprattutto nella ricorrenza del suo centenario avvenuta il 5 marzo di quest’anno.
Pasolini regista, scrittore, giornalista, poeta, l’ultimo vero grande intellettuale che l’Italia abbia mai avuto non era un veggente, come ha profetizzato l’ascesa de neocapitalismo come nuovo fascismo, più abbarrante di quello del ventennio con le conseguenze che ancora oggi stiamo vivendo, così come ben decenni prima si verificassero, scrisse la poesia Alì dagli occhi azzurri, prevedendo gli sbarchi dei migranti.
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In questi giorni è un tema di discussione politica, ma più che dibattere su come risolvere il problema, c’è soprattutto una speculazione sulla vita di queste persone, con posizioni da curva da stadio.
Pasolini verso la fine degli anni ’60 del Novecento gradualmente comincia ad intervenire nel dibattito pubblico sui temi di attualità. Si potrebbe collocare questo maggiore impegno con la poesia del 1968 Il Pci ai giovani in occasione degli scontri tra studenti e Polizia a Valle Giulia con tutte le polemiche che ancora oggi suscitano quei versi.
Appunto, versi, perché Pasolini si esprimeva ancora poeticamente, prima della prosa degli editoriali del Corriere della Sera, ma sempre con una forma, con un’analisi dei fatti, alle radici dei problemi, che quasi nessun intellettuale né ai suoi tempi, figuriamoci oggi, ha mai attuato.
Alì dagli occhi azzurri oltre ad essere una poesia sublime è una spiegazione, nei fatti, nelle cause e negli sviluppi dei fenomeni migratori.
Questa poesia, possiamo dire anche analisi, nasce da un’altra particolarità di Pasolini: i suoi viaggi.
Pasolini viaggiava molto, in Africa, in Asia, in quei Paesi che ai suoi tempi cominciavano a liberarsi dal giogo del colonialismo delle potenze occidentali.
La sua curiosità, la sua voglia infinita di scoprire le cose, oltre la superficie, che purtroppo probabilmente lo ha portato anche alla sua tragica morte, è stata alla base del suo essere viaggiatore, comprendendo, quindi, che processi si stavano sviluppando nel Terzo Mondo.
Alì dagli occhi azzurri è ancora oggi una lezione e Pasolini ai giorni nostri resta sempre con le parole, versi, film, un riferimento per capire i tempi che viviamo.
Vi lasciamo alla Poesia Alì dagli occhi azzurri recitata da Toni Servillo.