Alberto Bradanini - Eutanasia di un impero: le guerre alla Russia, all’Iran e (domani?) alla Cina

10459
Alberto Bradanini - Eutanasia di un impero: le guerre alla Russia, all’Iran e (domani?) alla Cina

 

di Alberto Bradanini

 

1. Le oligarchie americane perennemente belliciste, insieme al cagnolino da passeggio israeliano, hanno deciso di incendiare il Medio Oriente, in una strategia che non riguarda solo tale regione, ma include l’Europa (Ucraina) e l’Estremo Oriente (Taiwan-Cina). Proviamo a indagare. Innanzitutto, Biden o Trump, questo è il nostro avviso, non fa molta differenza. I due fronti, Rep o Dem, sono entrambi lucciole elettorali che si spengono quando gli attori principali o le comparse diventano presidenti, deputati o senatori.

A dispetto delle indecenti rappresentazioni che sfidano da tempo la legge di gravità, e che i potenti della terra fanno digerire a una popolazione alienata da consumismi televisivi e intontimenti cellularici, è ben evidente che senza la luce verde della corrotta plutocrazia statunitense - è una noia ripeterlo, ma repetita iuvant - i criminali sionisti potrebbero al più acquistare il carburante per rientrare in casa al termine delle loro sataniche riunioni ministeriali, non certo aggredire un paese grande cinque volte l’Italia e abitato da quasi cento milioni di persone.

Il G7, riunitosi in Canada il 16 e 17 giugno, pur nella confusione che ormai caratterizza i potenti dell’Occidente (non più della terra), ha rilasciato un testo in cui si afferma l’usuale invereconda litania che Israele ha diritto di difendersi e che l'Iran non potrà mai possedere un'arma nucleare. Le signorie loro, se la domanda è lecita, hanno la testa a posto o no? Avremmo infatti piacere di comprendere l’essenza di quell’imperativo categorico per il quale a Israele è concesso possedere l'arma atomica e all'Iran no. E in tal caso, da quale autorità superiore (Nazioni Unite, Congresso Mondiale dei Popoli, il Padreterno o altri) tali svalvolati hanno ricevuto il mandato di adottare cotanta equilibrata decisione. Prego.

Nel merito e a contrario, non pochi rinomati analisti ritengono che se l’Iran davvero acquisisse l’atomica, (sebbene abbia sempre dichiarato di non volerla e non vi siano prove che la stia acquisendo, come certificato dall’Aiea1 e dal vertice dell’Intelligence americana Tulsi Gabbard2), il Medio Oriente potrebbe finalmente conoscere pace e stabilità, esattamente ciò che i terroristi sion-americani vedono come il fumo negli occhi. In quel caso, infatti, l’Iran si doterebbe di una plausibile deterrenza e cesserebbe di essere quotidianamente minacciato e aggredito dai suddetti criminali.

Si tratterebbe di un equilibrio sul filo del rasoio, non certo auspicabile, eppure, come nei decenni di guerra fredda, di un equilibrio che implicando il rischio della reciproca distruzione garantirebbe autocontrollo e moderazione, facilitando un possibile componimento pacifico delle divergenze.

È poi chiaro come il sole che un ipotetico uso della Bomba contro Israele - dove vivono sette milioni di arabi-mussulmani e altrettanti ebrei – da parte di un Iran nuclearizzato si tradurrebbe in una totale disfatta storica, politica e morale, implicando altresì, quale rappresaglia, la sua distruzione materiale da parte di Usa e Israele. Si può essere radicali, dunque, senza essere stupidi.

B. Netanyahu da oggi fuoco alle polveri per obiettivi strategici (al servizio dell’impero, di cui è parte) e altri specifici (nell’interesse dello Stato Ebraico), tutti riassumibili in: demilitarizzazione, denuclearizzazione e destabilizzazione dell’Iran, incluso se possibile il cambiamento di regime. L’assassinio del capo negoziatore iraniano del dossier nucleare, Ali Shamkhani, è evidenza dell’intento sabotatore di un finto negoziato che gli Stati Uniti mostravano di condurre dietro le quinte. Tutto ciò – è bene chiarirlo - avviene sotto la guida e il consenso degli Stati Uniti, a partire dall’inquilino provvisorio della Casa Nera.

Il medesimo terrorista B. Netanyahu - ricercato dal Tribunale Internazionale per crimini contro l’umanità – ha qualificato l’attacco contro l’Iran preemptive, un aggettivo che fa venire l’orticaria, ricordandoci l’aggressione fabbricata a tavolino da Bush figlio, Powell, e altri compagni di merende neocons di quell’epoca, contro l’Iraq, un paese che aveva la sola colpa di essere incorso nelle ire di individui moralmente traviati.

Con l’aggressione all’Iran un altro genio della lampada si è librato nell’aire e vi farà ritorno solo dopo aver falciato migliaia di vite umane. Mentre la scura signora con la falce non avrebbe certo bisogno di vedersi facilitato il compito affidatole da madre natura, prendiamo l’ardire, per giustizia retributiva, di sollecitare l’intervento di Irene, Dea della Pace, affinché convinca Zeus a introdurre nell’universo una norma semplice e banale: chi dichiara una guerra vada lui a farla, insieme alla sua famiglia. È con immensa gioia, in tal caso, che assisteremmo alla partenza per il fronte della recluta Trump Donald – accompagnata dai quattro figli, da parenti e affini sino al quarto grado, dal Segretario alla Difesa (Hegseth Pete, anche lui quattro figli), dal Segretario di Stato (Rubio Marco, lui pure quattro figli, sembra una regola per entrare nel cerchio dei potenti!) e via via tutti coloro che nell’Impero del Bene sono chiamati segretari, forse perché incaricati di prendere nota e obbedire, non certo per studiare e trovare soluzioni equilibrate. In tale prodigiosa circostanza, costoro sarebbero accompagnati in analoga composizione dai vertici dello stato di Sion.

Purtroppo, i sogni si avverano raramente, e quando lo fanno rischiano di trasformarsi in incubi, appartenendo anch’essi, come ricordava O. Wilde, alla categoria dei sogni.

Davanti a un ennesimo massacro tra umani, privo di ragioni che non siano riconducibili alla cupidigia di potere e ricchezze dei padroni del mondo, i cosiddetti ceti dirigenti, europei e italiani - il nostro riluce come d’abitudine per propensione all’obbedienza e capacità di produrre il nulla che nulleggia – diffondono nell’etere grandezze logiche che se fossero barriti di un elefante sarebbero più intellegibili.

2. Ora, davanti a un’aggressione che viola platealmente ogni principio morale e beninteso la Carta delle Nazioni Unite, il corrotto megafono occidentale trova solo il coraggio di ripetere che l’unica democrazia del Medioriente ha il diritto di difendersi! Si tratta di una litania spappagallata da analisti televisivi e cartastampati biologicamente regrediti all’età della pietra, ascoltando la quale si verrebbe travolti da ilarità, se non fossimo alle prese con tragedie immani. La Macchina della Verità ripete che l’Iran costituisce una minaccia per la sicurezza della Grande Potenza americana, situata come noto sotto casa, a 15.000 km di distanza! Che faccia di tola!

In realtà, la strategia perseguita dal governo di Washington è quella a suo tempo delineata da tale Z. Brzezinski, un aristocratico polacco naturalizzatosi americano e quindi politologo imperiale: a) inglobamento dell'Ucraina; b) cesura tra Europa e Russia; c) sottomissione/occupazione neocoloniale della Russia; d) destabilizzazione/regime change dell'Iran e) solitudine strategica della Cina (in attesa di smembramento/conquista da parte delle truppe di Wall Street). A dispetto dell’inciampo ucraino, la marcia funebre continua.

Le scelte strategiche degli imperi sono per definizione imperiali. Mirano ad abbracciare il globo in ogni praticabile modo, senza cura per etica, interessi altrui (alleati compresi) o legalità internazionale. Gli Stati Uniti, intossicati da una hybris che non conosce limiti, in declino sociale, industriale, economico/monetario e persino militare, non si rassegnano a tale infame destino, accettando di ridiventare una nazione normale, seppure di certo una grande nazione, bilanciando i propri interessi con quelli altrui e rinunciando a orizzonti malati contro paesi che non si piegano.

In Europa, il tentativo imperiale di destabilizzare la Russia, smembrarla e assorbirne le immense risorse, sta fallendo. Non per questo, tuttavia, la Russia è destinata a diventare un paese amico. Al più, essa potrà diventare un non nemico, che deve essere comunque contenuto in attesa che la storia offra un’altra occasione per impadronirsi di una preda così ghiotta, troppo grande e ricca di ogni ben di Dio per convivere con la sola nazione indispensabile al mondo, per di più imperitura.

In verità, le decrescenti risorse imperiali non sono sufficienti ad assicurare il contenimento della Russia. In ossequio al principio di divisione dei compiti, tale incarico viene ora demandato ai vassalli europei, i quali del resto si mostrano ansiosi di farsene carico, riducendo benessere e servizi pubblici (i popoli finiscono per digerire tutto!), in apparente dissenso dal dominus atlantico, a sua volta impaziente di esibire una tardiva conversione ai valori di pace e convivenza con Mosca!

In verità, le colonne europee di servizio, politici, media e accademia, a parte immancabili eccezioni, tutti incolonnati da Cia/Nsa/reclutamenti o ricatti, obbediscono a schemi prefabbricati, fingendo una strategia di differenziazione rispetto al sovrano atlantico mentre in realtà, in perfetta distopia orwelliana, il capo burattinaio tira i fili dietro il sipario (miliardi di euro verranno investiti in armamenti Lockheed Martin e Raytheon).

Il secolare incubo anglosassone, infatti, - prima britannico, poi americano, vale a dire la saldatura Russia-Europa - è sempre lì, solo attualizzato: allora il divieto riguardava Russia e Germania oggi Europa e Russia, cui potrebbe un giorno unirsi anche il gigante cinese, unificatore infrastrutturale della massa euroasiatica. Il popolo ucraino, nel frattempo, paga il tragico prezzo del cinismo imperiale e del vassallaggio europeo.

3. In Medioriente (non a caso, la regione al mondo più ricca di gas e petrolio), la destabilizzazione e il saccheggio di un paese recalcitrante come l’Iran - 92 milioni di abitanti, primo al mondo per riserve di gas e petrolio (per ora, non sfruttate per deficit di tecnologia e investimenti) - consentirebbe di circondare ancor più la Russia e indebolire la Cina, che ha bisogno di energia come l’aria che respira, e introdurre un cuneo destabilizzante in quel Sud Globale che da qualche anno osa rivendicare sovranità e autonomia.

Per tale incombenza l’impero può far affidamento sullo Stato Ebraico (una portaerei inaffondabile nella Marina Usa, come è stata definita), che in cambio ottiene piena libertà di espansionismo coloniale e perseguimento di deliri messianici. Secondo taluni, in ossequio a una fisiologica divaricazione tattica (non strategica, tuttavia) Israele e le sue lobby puntano a coinvolgere Washington in un conflitto allargato, ciò che consentirebbe a Israele di liberarsi definitivamente degli ingombranti palestinesi di Gaza e Cisgiordania (cacciarli o sterminarli fa poca differenza!), impadronirsi delle loro terre e occuparne altre in Libano, Siria e paesi limitrofi, senza limiti che non siano quelli autoimposti. Una vergogna indicibile! Tale traiettoria, affermano nel loro delirio i sionisti, sarebbe tracciata in un libro compilato tremila anni fa da beduini venuti dal deserto, secondo i quali Dio avrebbe assegnato al popolo eletto alcuni misteriosi incarichi, mentre agli altri popoli della terra - creati presumibilmente da quello stesso Dio - sarebbero stati riservati incarichi di secondo livello, ad esempio servire a tavola o farsi bombardare dall’alto.

In tale scenario, è palese che la questione nucleare iraniana è solo un pretesto. Ogni ipotetico accordo con l’Aiea, gli Usa, il gruppo 5+1 o gli inviati di Marte verrebbe giudicato sempre insufficiente. Prima o poi anche l’impegno più solenne e stringente che l’Iran dovesse sottoscrivere verrebbe rimesso in discussione dai padroni del mondo, poiché l’obiettivo resta quello sopra esposto, cambiamento di regime, sottrazione di sovranità e sequestro delle sue ricchezze a beneficio delle corporazioni di Wall Street e della City di Londra, cui si aggiunge l’urgenza di disarticolare sul nascere l'Asse della Resistenza, Brics e Sco, che sotto la guida di Cina, India, Russia, Brasile e altri, fiorisce ogni giorno di più, rivendicando indipendenza e libertà di scelte, caratteristiche urticanti per la patologia imperiale.

4. Nel rispetto dai valori di diritti umani e libertà fondamentali, che l’Occidente interpreta e rispetta secondo sue convenienze, per ricevere il perdono di non essere una democrazia l'Iran deve accettare di farsi bombardare dagli eserciti occidentali. Ad eccezione di Israele, nella storia moderna nessuna costruzione politica ha accumulato una tale combinazione tossica di supremazia etnica messianica, estremo disprezzo per la vita umana (i popoli non eletti sono "amalek", cioè animali …), totale obliterazione del diritto internazionale e accesso illimitato a una potenza di fuoco distruttiva per chiunque si opponga, donne e bambini compresi, beneficiando del sostegno incondizionato della più grande potenza militare del pianeta.

Accantonando le fabbricazioni mediatiche che Cia-Mossad mescolano quotidianamente all’aria che respiriamo, il paese che possiede l’arma atomica è beninteso Israele, il quale, diversamente dall'Iran, non è parte del Trattato di Non Proliferazione e nemmeno delle Convenzioni delle Nazioni Unite contro le armi chimiche e biologiche. Se un marziano sbarcasse oggi sulla Terra e leggesse il dossier Israele-Iran, direbbe che la razza umana è composta da individui affetti da pesanti ritardi mentali.

Se la comunità internazionale, quella occidentale in particolare, è prigioniera di menzogne e inerzia, ebbene anche i paesi arabi/mussulmani non brillano per presa di coscienza e coraggio. Oggi sono libanesi, palestinesi, iraniani e yemeniti a soffrire. Domani potrebbe essere il turno degli altri.

Vi è però un paese islamico che possiede la bomba, il Pakistan. Secondo quanto dichiarato dal generale Mohsen Rezae – un alto ufficiale dei Guardiani della Rivoluzione e membro del Consiglio iraniano di sicurezza nazionale – il Pakistan sarebbe pronto a reagire nella stessa maniera se Israele usasse il nucleare contro Teheran. Deve rilevarsi che il portavoce del governo pakistano ha poi smentito tale affermazione, affermando tuttavia pieno sostegno all'Iran. Il 14 giugno, il ministro pakistano della Difesa, Khawaja Asif, ha aggiunto che le nazioni musulmane dovrebbero unirsi contro Israele o rischiare la stessa sorte di Iran e Palestina, esortando le nazioni musulmane che hanno legami diplomatici con Israele a rompere le relazioni e invitando l'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) a formare una strategia comune contro la nazione ebraica. In buona sostanza, anche su questo fronte il quadro è fluido e i rischi di escalation aumentano.

5. Il terzo livello di contenimento dell’Asse imperiale del Bene è anche il principale, ed è situato in Estremo Oriente, dove gli Stati Uniti intendono trasferire armi e bagagli dall’Europa e dal Medioriente, una volta sistemate le cose in questi due teatri. Nel Far East, l’incarico di far la guerra a Pechino è assegnato alla Repubblica di Cina (nome ufficiale di Taiwan), anche se resta improbabile che i taiwanesi saranno disposti al suicidio. Pechino, d’altra parte, non ha alcuna intenzione di aggredire una sua provincia, lavorando invece ad avvicinarne i destini attraverso integrazione economica, tecnologica, culturale e via dicendo. Seppure improbabile, tuttavia, l’incorreggibile bellicismo americano continua a investire su tale prospettiva, cercando di indurre i taiwanesi a piegarsi ai deliri di un impero in disfacimento.

Davanti alle sofferenze di chi muore al fronte o sotto ile bombe, si tengano a mente, per finire, le parole del poeta cileno, Pablo Neruda: le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.

1 Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica

2 https:responsiblestatecraft.org

Alberto Bradanini

Alberto Bradanini

Alberto Bradanini è un ex-diplomatico. Tra i molti incarichi ricoperti, è stato anche Ambasciatore d’Italia a Teheran (2008-2012) e a Pechino (2013-2015). È attualmente Presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Il nuovo paradigma dello "scontro di civiltà" di Loretta Napoleoni Il nuovo paradigma dello "scontro di civiltà"

Il nuovo paradigma dello "scontro di civiltà"

La Cina, la guerra tecnologica con gli USA e la resa del WSJ di Giuseppe Masala La Cina, la guerra tecnologica con gli USA e la resa del WSJ

La Cina, la guerra tecnologica con gli USA e la resa del WSJ

Apocalisse Gaza. Raccolta fondi per la Striscia di Michelangelo Severgnini Apocalisse Gaza. Raccolta fondi per la Striscia

Apocalisse Gaza. Raccolta fondi per la Striscia

Francesco Erspamer - Che ce ne facciamo di questa finta destra? di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - Che ce ne facciamo di questa finta destra?

Francesco Erspamer - Che ce ne facciamo di questa finta destra?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Il tradimento degli ideali europei di Michele Blanco Il tradimento degli ideali europei

Il tradimento degli ideali europei

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele di Giorgio Cremaschi Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele

Il PD e i tre tipi di complici dei crimini di Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti