Coronavirus, Whatever It takes!

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di Giorgio Cremaschi


Nel luglio 2012 Mario Draghi in piena crisi finanziaria globale dichiarò che la Banca Centrale Europea avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse necessaria per salvare l’euro. Whatever it takes, tutto quello che serve, fu la frase che fece il giro del mondo.

Bastò questo annuncio, poi seguito da misure straordinarie sui mercati, stampando denaro oltre qualsiasi misura precedente, per fermare la crisi monetaria. Naturalmente per affrontare la crisi economica e sociale, che avrebbe richiesto misure antiliberiste, non fu fatto nulla, si dovevano salvare moneta e banche. Per farlo si negò il rispetto dell’ortodossia economica,  che invece continuò per tutto il resto, con il massacro della Grecia e con i tagli ovunque allo stato sociale, per noi legge Fornero, Jobsact e 37 miliardi di tagli alla sanità. 


Ora che l’epidemia dilaga ci vuole un governo che dica semplicemente  che sul piano sanitario come su quello economico sarà speso TUTTO QUELLO CHE SERVE. Lo stato dovrà mettere a disposizione ogni risorsa che sia necessaria per fermare il contagio e curare le persone, per garantire il reddito e il lavoro, per sostenere l’economia.  E non saranno certo i 7,5 miliardi stanziati a bastare, ce ne vorranno dieci volte di più e forse più ancora. Ma è inutile fare i conti adesso, ora bisogna garantire che i tutti i soldi necessari siano stanziati per ogni necessità. 


Whatever it takes fu detto per salvare la finanza, ora deve essere detto ed attuato per salvare vite ed economia reale, ora i banchieri e la finanza devono sparire dalla politica. 
La  lotta al coronavirus e ai suoi effetti è incompatibile con  il Trattato di Maastricht, il Fiscal Compact, il patto di stabilità. Per fermare l’epidemia e le sue conseguenze sociali bisogna debellare il  corona virus assieme al virus dell’austerità e del liberismo, whatever it takes.

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