Crollo rovinoso di Milei, un vero trionfo della sinistra peronista
di Michele Blanco
Il neoliberista Milei, ancora pochi giorni prima dell'ultima tornata elettorale in Argentina, aveva annunciato trionfalmente e molto minacciosamente che queste elezioni sarebbero state "l’ultimo chiodo sulla bara del kirchnerismo!"
Nome che indica Cristina Kirchner, l’ex presidente peronista di sinistra attualmente agli arresti domiciliari.
Ma per fortuna è andata in modo molto diverso: il 7 settembre 2025 ha subito una sconfitta clamorosa e su tutta la linea per il neo liberista al potere, la sua creatura politica la neoliberista formazione politica, "La Libertad Avanza" crolla rovinosamente, ha ottenuto il 33,8 %, mentre la sinistra peronista di "Fuerza Patria", il partito peronista e di sinistra che è la principale forza di opposizione sale al 47%, conquistando la maggioranza in tutti i distretti provinciale di Buenos Aires, anche dove abitano le classi sociali più ricche. Si tenga conto che nella provincia di Buenos Aires vive circa il 40% della popolazione dell’intero Paese.
Benché si trattasse di elezioni locali, si votava per rinnovare la metà delle due camere del parlamento provinciale, e per eleggere vari funzionari, Milei aveva impostato la campagna elettorale sulla sua fallimentare politica nazionale.
Ma si tratta di un risultato molto chiaro: il partito guidato dall’attuale presidente ha perso per ben 13% punti di differenza rispetto ai peronisti. Una notizia pessima per il presidente “ultra liberista” che ha guidato la campagna per le provinciali, assumendosi la responsabilità dell’esito e insistendo durante i comizi sul fatto che con queste votazioni il suo partito avrebbe tolto il potere al peronismo nel suo ultimo “bastione”.
Hanno contribuito certamente a danneggiare la popolarità di Milei gli innumerevoli e continui scandali che hanno coinvolto anche sua sorella Karina, che è la sua capa di gabinetto. In un audio diffuso online si sente Diego Spagnuolo, ex direttore dell’Agenzia nazionale per la disabilità, dire in una conversazione privata che lui e Karina Milei avrebbero preso delle tangenti da alcune aziende farmaceutiche in cambio dell’appalto per la fornitura di farmaci e prodotti sanitari che l’agenzia destina alle persone con disabilità.
Milei ha licenziato Spagnuolo e smentito tutto, ma nei giorni successivi allo scandalo il suo tasso di popolarità nei sondaggi è sceso per la prima volta sotto al 40 per cento.
Milei sta anche avendo difficoltà dal punto di vista finanziario, mancando tutte le promesseelettorali. Inoltre, il peso, la valuta argentina, rischia di svalutarsi sui mercati internazionali, e questo farebbe aumentare l’inflazione. I metodi usati finora per cercare di sostenerlo, come per esempio l’aumento dei tassi d’interesse, si stanno ripercuotendo molto negativamente sull’economia. Milei ha detto comunque che non intende cambiare le sue politiche economiche.
Questa bella e roboante vittoria accende la stella di un possibile nuovo leader popolare, Axel Kicillof, che dice chiaramente di ispirarsi ad Ernesto Che Guevara e che ha dedicato la vittoria all'ex Presidente Argentina Cristina Kirchner.
Milei anche questa volta si era presentato in campagna elettorale con il suo solito modo show arrogante e classista, senza nessun contenuto concreto ma solo propaganda, fatto di provocazioni, insulti e minacce contro i comunisti e gli "zurdos", epiteto offensivo che riserva ai peronisti. Il politico ultraliberista, diventato presidente nel 2023, ha infatti basato buona parte della sua campagna presidenziale sulla presunta corruzione dei governi peronisti (il movimento che ha guidato il Paese per la maggior parte del tempo negli ultimi decenni) e quindi è un tema particolarmente sensibile per chi ha deciso di votarlo. Milei nel 2023 è riuscito a convincere i suoi elettori anche grazie a una promessa fatta durante tutta la sua campagna: tirare fuori il Paese dalla forte crisi economica che stava vivendo ormai da anni.
Ma le sue inutilmente crudeli politiche di macelleria sociale hanno solo ottenuto di portare la povertà estrema a oltre il 43% della popolazione. Un esempio valga per tutto: a causa della contrazione della domanda soltanto negli ultimi mesi hanno chiuso oltre 14.000 panetterie nella sola Buenos Aires.
Mentre legalizzava il traffico di organi, i tagli enormi alla sanità pubblica lasciavano senza cure milioni di persone. Mentre sua sorella Karina Milei speculava e intascava tangenti alzando il prezzo dei farmaci salvavita e di quelli destinati ai disabili.
La risposta odiosa e vergognosa di Javier Milei è stata prendersela proprio coi disabili affermando che andrebbero classificati in tre categorie: “Idioti”, “Imbecilli” e “Deboli di mente”.
Per fortuna al contrario dell'ultima volta però le sue pagliacciate non hanno sortito alcun effetto e anzi sono state benzina sul fuoco per una popolazione sempre più allo stremo e defraudata di ogni diritto.
Le avvisaglie erano molteplici, tanto che, quando durante la campagna elettorale tentò di attraversare i quartieri popolari di Buenos Aires lui e i suoi ministri furono ricevuti da manifestazioni contrarie e sono stati presi a pietrate e costretti a fuggire rovinosamente.
Sembra che proprio Il politico ultraliberista – diventato presidente nel 2023 – ha infatti basato buona parte della sua campagna sulla presunta corruzione dei governi peronisti (il movimento che ha guidato il Paese per la maggior parte del tempo negli ultimi decenni) e quindi è un tema particolarmente sensibile per chi ha deciso di votarlo. Milei è riuscito a convincere i suoi elettori anche grazie a una promessa fatta durante tutta la sua campagna: tirare fuori il Paese dalla forte crisi economica che stava vivendo ormai da anni. Si spera che questo tracollo alle urne possa rappresentare l'inizio della fine della parabola politica di Milei.