Dal Covid alle guerre Nato: Figliuolo "premiato" a Tripoli

Dal Covid alle guerre Nato: Figliuolo "premiato" a Tripoli

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Vi ricordate l'ironia diffusa che suscitava la divisa del generale Figliuolo ogniqualvolta si presentasse in sala stampa ai tempi in cui era commissario straordinario per l'emergenza Covid?
 
 

Era per via di quella sfilza inverosimile di mostrine sul petto, che anziché conferirgli autorevolezza, lo rendevano piuttosto un personaggio alla Sturmptruppen.

Bene, oggi sappiamo come usa conquistarsi quelle mostrine: con i riconoscimenti di eserciti irregolari cui noi diamo sostegno come fossero i tempi degli ascari e delle colonie dell'impero.

È successo lo scorso mercoledì a Tripoli. Come da foto, il generale Figliuolo ha ricevuto il premio “Scudo di lealtà" dalle mani di Mohamed al-Haddad, Comandante Supremo del cosiddetto Esercito Libico, ossia un manipolo di generali rimasti a fare da foglia di fico al governo illegittimo di Dabaiba.

Per intenderci, i loro corpi sono quelli che da anni noi Italiani e in fila tutti gli Europei andiamo ad addestrare.

Di fatto non sono milizie, ma, a loro volta, senza il consenso delle milizie non potrebbero essere al loro posto.

Non sono milizie perché hanno alle spalle, a differenza di queste, una qualche preparazione militare accademica.

Ma sono a tutti gli effetti il corpo militare al servizio di un governo impostore, quello di Tripoli, privo della fiducia del parlamento e strenuamente sostenuto fino all'ultimo dalle cancellerie europee.

Negli ultimi mesi peraltro le milizie di Tripoli hanno cominciato a defezionare, sentendo che il vento in Libia sta cambiando e ansiose di procurarsi un salvacondotto nella Libia che verrà. 

Per dare un'idea del clima che regna nel paese in queste settimane, alcuni giorni fa il feldmaresciallo dell'Esercito Nazionale Libico, fedele al parlamento, Khalifa Haftar, durante un discorso ha invitato la popolazione di Tripoli ad insorgere contro le autorità usurpatrici e pertanto anche contro questi militari che ora omaggiano il generale Figliuolo. Dopo di che, ha dichiarato Haftar, l'Esercito accorrerebbe in soccorso per liberare Tripoli dalle milizie.

E dunque, nonostante quanto raccontato, il nostro prode generale italiano ha trovato giusto il tempo per una scappata a Tripoli praticamente sotto assedio e ritirare il riconoscimento, accompagnato dall'ambasciatore italiano Giuseppe Maria Buccino Grimaldi, a Tripoli per sostenere un governo coloniale e fingere di non sapere che le legittime autorità libiche  sono militarmente respinte a est.

Pandemia o guerre Nato in giro per il mondo insomma, il generale Figliuolo è sempre in prima linea a metterci il suo faccione sorridente.

Ormai l'Italia di fine impero americano si auto-rappresenta con tinte da fumetto, mentre anche a Tripoli la lancetta batte gli ultimi rintocchi.


 L'URLO: SCHIAVI IN CAMBIO DI PETROLIO

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Michelangelo Severgnini

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Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Ora dalle sponde siciliane anima il progetto "Exodus" in contatto con centinaia di persone in Libia. Di prossima uscita il film "L'Urlo"

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