Fratelli d'Italia e quell'emendamento per "mettere al bando il comunismo"

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Fratelli d'Italia e quell'emendamento per "mettere al bando il comunismo"

Sulla scia dell'infame provvedimento votato dal parlamento europeo un anno fa, Fratelli d'Italia ha presentato alla Camera un emendamento per mettere al bando il comunismo. È un fatto noto: l'ossessione anticomunista è dura a morire, anche ora che non esistono in Italia partiti di ispirazione marxista realmente in grado di condizionare la vita politica italiana.
 
Possiamo del resto dire che la legge proposta da FdI sia già da tempo in vigore. Non in modo formale, sia chiaro. Sappiamo però che la prospettiva comunista è sempre stata considerata dal potere dominante come un qualcosa di ostile, da marginalizzare, da escludere con ogni mezzo.
 
Se in Italia è esistito un grande partito comunista questo lo si deve alle particolari condizioni storiche del secondo dopoguerra, all'abilità di un gruppo dirigente temprato ad affrontare i nemici più temibili e all'esistenza di una forza popolare di massa capace, pur con tante difficoltà, a coniugare l'uno col molteplice, l'universalismo umanitario con il rispetto della persona, la lotta di classe con la democrazia.
 
Questa declinazione italiana del marxismo è ancora oggi temutissima. Sul piano simbolico riscatta infatti la vicenda del movimento operaio internazionale dalle deriva del comunismo sovietico. Mentre sul piano politico rappresenta l'unico modello capace di riconoscere nel conflitto di classe la precondizione di qualsiasi iniziativa strategica.
 
FdI nella sua rozzezza e cialtroneria risponde dunque a un'esigenza molto antica, radicata nella storia italiana e presente nelle élite culturali, persino quelle "de sinistra". Il pensiero marxista, anche quello più rozzo e volgare, mette del resto di fronte a un problema che molti vogliono nascondere, e cioè che lo sfruttamento, la povertà, le ingiustizie, il razzismo, la marginalizzazione di determinati gruppi sociali hanno - pur con mille mediazioni - una radice materiale, sono cioè legati ai processi economici.
 
La sinistra o, per dirla con Piketty, la "sinistra intallettuale benestante" condivide oggi con la destra proprietaria dei liberali e quella post missina di Meloni l'interesse che questo tema materialistico resti occultato. Secondo la loro narrazione, le ingiustizie non sarebbero dovute allo sfruttsamento dei pochi sui molti, ma da ragioni morali, dai cattivi comportamenti dei singoli.
 
Ecco, la legge proposta da FdI, checché se ne pensi, è l'espressione di un punto di vista trasversale. Non è da escludere che possa essere approvata, magari anche con lo stesso sostegno del Partito Democratico che al parlamento europeo ha votato con l'estrema destra la messa al bando del comunismo.

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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