Gaza, Hamas e Israele: Biden cambia approccio comunicativo

782
Gaza, Hamas e Israele: Biden cambia approccio comunicativo

 

La tregua tiene, nonostante tutto. Mentre non si spara a Gaza, a parte episodi sporadici, si spara però in Cisgiordania: Jenin è praticamente diventata una zona di guerra in cui le forze israeliane sono intervenute con armi pesanti. Ieri sono stati uccisi due bambini palestinesi. Violenza chiama violenza: sempre ieri, un attentato a Gerusalemme è costato la vita a tre israeliani.

Ma quanto si sta consumando in Cisgiordania non è cosa degli ultimi giorni. Riportiamo da Haaretz: “Mentre il mondo osserva gli sviluppi della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, i palestinesi in Cisgiordania stanno subendo alcune delle peggiori violenze e restrizioni sulla loro vita quotidiana da anni”. Le forze israeliane “hanno arrestato un gran numero di palestinesi e permesso ai coloni di minacciare e attaccare i residenti della Cisgiordania senza conseguenze”.

Hagar Shezaf, cronista del giornale israeliano, racconta che “dal 7 ottobre, più di 200 palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane in Cisgiordania. ‘Ci sono stati arresti di massa di palestinesi sospettati di far parte di Hamas o di altri gruppi e la violenza dei coloni è aumentata – non che non fosse già molto elevata prima della guerra. Tutto ciò ha provocato l’evacuazione di alcuni villaggi palestinesi per sfuggire alle minacce e alla violenza dei coloni”. Secondo l’ONU, più di 50 bambini sono stati uccisi in Cisgiordania dal 7 ottobre (BBC).

Bambino di 8 anni ucciso dalle forze israeliane in Cisgiordania -| BBC News

Bambino di 8 anni ucciso dalle forze israeliane in Cisgiordania -| BBC News


Biden: basta violenza e terrore

Quanto alla guerra di Gaza, in queste ore, nel segreto, si sta svolgendo un braccio di ferro per chiudere il conflitto. Ieri il post su X finalmente duro di Joe Biden: “Continuare sulla strada del terrore, della violenza, degli omicidi e della guerra significa dare a Hamas ciò che cerca. Non possiamo farlo“. Un post su X, non una dichiarazione ufficiale, che quindi può sempre essere sconfessata. Ma è il modo trovato dalla Casa Bianca per esprimersi nella maniera più esplicita.



Di oggi l’articolo di Gideon Levy su Haaretz: “Ne abbiamo avuto abbastanza di questa guerra. Deve finire adesso, in qualsiasi modo, a qualsiasi prezzo. Non ha senso continuare. Il suo terribile costo supererà ogni possibile beneficio, sempre che qualche beneficio possa mai derivare da una guerra. Inoltre, non abbiamo più alcuna legittimità per continuare a distruggere la Striscia di Gaza e uccidere decine di migliaia di residenti“.

La liberazione degli ostaggi sta procedendo, bisogna continuare così fino alla liberazione dell’ultimo di essi, prosegue Levy. Quanto all’obiettivo di eliminare Hamas, aggiunge, “probabilmente non potrà essere raggiunto a nessun prezzo ragionevole. Dopo quasi due mesi di combattimenti, Hamas è ancora vivo e vegeto. E almeno alcune delle sue forze rimangono organizzate, come è stato evidente durante l’attuazione degli accordi sugli ostaggi”. Alcuni dei quali sono stati liberati nelle aree sotto il controllo israeliano…

“Le forze di difesa israeliane affermano di aver ucciso 5.000 combattenti di Hamas. Forse è vero, forse no. Ma il comando di Hamas rimane intatto, così come alcune delle sue infrastrutture”.

“Ci è stato detto che la maggior parte delle infrastrutture e dei posti di comando erano a Gaza City. Quindi abbiamo distrutto la città. Adesso ci dicono che in realtà si trovano a Khan Yunis. E il giorno dopo che avremo finito di distruggere Khan Yunis ci diranno che le infrastrutture veramente importanti si trovano a Rafah. Poi uccideremo anche a Rafah, finché non ci diranno che in realtà il cuore pulsante di Hamas è nella parte egiziana di Rafah. Come l’orizzonte, questo obiettivo continuerà ad allontanarsi ogni volta che ci avvicineremo a esso”.

Eliminare Hamas, orizzonte sfuggente

Quanto alla Striscia di Gaza, essa “è stata punita abbastanza, molto più di quanto meritasse. La sua parte settentrionale è stata distrutta; 20.000 dei suoi figli e figlie sono stati uccisi; Sono morti 5.000 bambini. Anche se la stima dell’IDF di aver ucciso 5.000 combattenti di Hamas fosse corretta, le proporzioni sarebbero spaventose. In Ucraina la gente rimarrebbe sconvolta da tali proporzioni”.

[…] Riprendere la guerra significa occupare e distruggere il sud di Gaza. Oggi vi sono ammassati più del doppio del numero di abitanti di Gaza che questa zona conteneva prima della guerra. Allora dove andranno tutti questi? Nel nord distrutto? Nella sovraffollata città di Gaza di Al-Mawasi? Nell’Egitto chiuso ? E dove andranno dopo la fine della guerra, quando a Gaza non rimarrà più una pietra in piedi e non ci sarà più legna da raccogliere, né carbone per le stufe, né pane, né fuoco, né acqua, e tutto ciò che rimarrà sarà cenere, da parafrasare una poesia di Moshe Tabenkin? È impossibile riprendere la guerra senza tener conto di questo”.

“È impossibile anche riprendere la guerra senza considerare il danno internazionale crescente che Israele sta subendo. Ulteriori immagini di morte e distruzione provenienti da Gaza distruggeranno gli ultimi residui di reputazione di Israele, anche tra i suoi amici più stretti. Sconfiggeremmo Hamas e perderemmo il mondo. Sconfiggeremmo Hamas e diventeremmo un mostro, anche agli occhi di alcuni dei nostri connazionali”.

Blinken è volato in Israele per tentare di estendere la tregua. Ha contattato vari capi di Stato della regione e incontrato il presidente israeliano Herzog per tale scopo. Vedremo.

Intanto, a margine, segnaliamo un episodio indicativo. Recatosi in Qatar in visita ufficiale, il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier ha dovuto attendere mezz’ora all’aeroporto prima di essere accolto da un’autorità del Paese ospitante. Quando ci si fa schiavi, si è trattati come tali.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria

Loretta Napoleoni - HTS e le incognite sul futuro della Siria

Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa di Giuseppe Masala Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa

Trump, la NATO e cosa aspettarsi in Europa

Soluzioni cinesi per la medicina tradizionale a beneficio del mondo   Una finestra aperta Soluzioni cinesi per la medicina tradizionale a beneficio del mondo

Soluzioni cinesi per la medicina tradizionale a beneficio del mondo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande di Francesco Santoianni Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande

Le "Ferrari di Assad", i factchecker e alcune semplici domande

Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente di Marinella Mondaini Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente

Putin, la meteorologia e i messaggi inviati all'occidente

La rivolta sociale che non c'è di Giuseppe Giannini La rivolta sociale che non c'è

La rivolta sociale che non c'è

Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno di Antonio Di Siena Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno

Trump Returns - i miei 2 centesimi sull'evento del giorno

9 NOVEMBRE 1989: LA CADUTA DEL MURO E L'INIZIO DELLA FINE di Gilberto Trombetta 9 NOVEMBRE 1989: LA CADUTA DEL MURO E L'INIZIO DELLA FINE

9 NOVEMBRE 1989: LA CADUTA DEL MURO E L'INIZIO DELLA FINE

Il rompicapo siriano: quale ruolo gioca la Turchia? di Michelangelo Severgnini Il rompicapo siriano: quale ruolo gioca la Turchia?

Il rompicapo siriano: quale ruolo gioca la Turchia?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Le guerre e i conflitti stanno aumentando di Michele Blanco Le guerre e i conflitti stanno aumentando

Le guerre e i conflitti stanno aumentando

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti