Giovanna Pancheri, l'atlantismo estremista dal volto "progressista"

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Giovanna Pancheri, l'atlantismo estremista dal volto "progressista"


di Paolo Desogus*


Come molti di voi, anch’io ho visto l’intervista di Santoro su La7 dalla Gruber. Non sono un suo paladino, ma non posso nemmeno negare di condividere molte sue posizioni, in particolare sulla guerra. Quello che però ho trovato davvero interessante della trasmissione è stato l’intervento della giornalista Sky, Giovanna Pancheri, secondo la quale in fondo Santoro non sarebbe altro che un Vannacci di sinistra.

Giovanna Pancheri è un caso paradigmatico: è la tipica giornalista dei nostri tempi. Aspetto borghese e progressista, composta, dai toni misurati ma filoatlantica fanatica, ben attenta a non turbare il potere e chi ne tira le leve, abile nel provocare, nell’insinuare, nel gettare schizzi di fango contro chi non si adegua.

In modo del tutto gratuito a un certo punto ha attaccato la Cina per via dell’inquinamento, sebbene Santoro avesse fatto notare che il popolo più inquinante della terra è quello statunitense. Questo però non conta la Cina non è un paese democratico. Questo autorizza gli Usa a essere i responsabili del 25% delle emissioni pur rappresentando meno del 5% della popolazione? Evidentemente sì. Bella logica.

Ma se volete la questione è un’altra e riguarda proprio la questione democratica occultata in modo sempre più raffazzonato da persone come la Pancheri. Anche l’attuale governo Meloni si ritrova senza spazi di manovra come i governi precedenti. Il voto democratico serve sempre meno a decidere l’indirizzo politico del paese e, salvo poche eccezioni, nessuna delle politiche che si sono affermate negli ultimi anni è improntata al progresso sociale e culturale.

Viviamo in una regressione costante amministrata da soggetti esclusi dal vaglio democratico. Anche l’ingresso in guerra contro la Russia è stato deciso senza il consenso del parlamento, il quale non ha ancora avuto accesso alla lista delle forniture militari all’Ucraina: unico caso in Occidente.

È probabile che la Cina non sia una democrazia, ma dire che lo sia il nostro sistema è oramai una barzelletta che non fa ridere.


*Post Facebook del 29 settembre 2023

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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