Grammy 2021 a ‘Patria y Vida’: “Un piano di corruzione per favorire il brano”

Grammy 2021 a ‘Patria y Vida’: “Un piano di corruzione per favorire il brano”

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Giovedì notte ci sono state le premiazioni dei Latin Grammy, e a chi è andato il premio di migliore canzone dell’anno? Con “gran sorpresa” a Patria y Vida. La sorpresa non è stata certo per chi segue le cronache cubane, ma per quei milioni di persone che il brano gli era completamente sconosciuto, e forse anche per gli altri milioni che l’hanno ascoltato una sola volta, per curiosità, solo grazie ai tanti media che, dopo le proteste dell’11 luglio a Cuba, lo hanno sempre citato come inno dell’opposizione, ma quella che vive fuori dall’Isola, perché nel Paese sono veramente in pochi a usare il suo titolo come slogan anti sistema.

Io non sono uno che scommette, in vita mia neanche ho mai comprato un ‘gratta e vinci’. Per questo motivo non mi è venuto in mente di puntare tutti i miei soldi, anche se pochi, sulla vittoria di ‘Patria y Vida’, ci avrei guadagnato veramente un bel gruzzolo.

Non sto qui a spiegare il perché di questo mio sarcasmo, chi ha letto il mio articolo[1] “Cuba. Finanziamenti occulti agli oppositori sostituiti con premi internazionali”, lo sa. Per chi non l’ha fatto basta solo il titolo per capirlo, e visto che l’ho scritto appena qualche giorno fa, avevo ben chiaro che un premio a ‘Patria y Vida’ sarebbe arrivato. A dire il vero gliene hanno assegnati addirittura due: Canzone dell’Anno e Miglior Canzone Urbana.

Come previsto la notizia ha occupato i titoli delle varie agenzie e giornali occidentali, che hanno messo in risalto solo il lato politico dell’evento. Non ho letto un solo articolo che prenda in considerazione se il brano fosse all’altezza per meritarsi il premio di ‘Miglior Canzone dell’Anno’ oppure no.

“la Repubblica”: “I Grammy sfidano Cuba. L’inno degli anticastristi è la canzone dell’anno”.

«Uno degli autori di "Patria y Vida" è in carcere. Il premio dà nuova fiducia alla dissidenza dopo la fuga in Spagna di Yunior García».

“la Repubblica si dimentica di aggiungere il perché uno degli autori è in carcere; il cosiddetto “Mister Pacificanza”, questo è il modo in cui ormai tutti i cubani lo chiamano.

E si, per loro è diventato una barzelletta colui che in un proprio video pubblicato su YouTube incitava un’invasione armata contro Cuba e a un blocco totale all’Isola, circondandola di navi americane per non far entrare nessuna merce, finché, per sfinimento, la popolazione non si sarebbe ribellata al proprio governo.

Il rapper cubano Maykel Osorbo, incitando a quanto riportato, nel video ripeteva più volte la frase “basta con la pacificansa” (pacificazióne), parola che invece, in spagnolo, si dice “pacificación”.

 Ma, a parte questa nota di colore, le autorità cubane non gli avevano nemmeno contestato il reato per quell’incitamento alla sovversione e all’invasione da parte di uno Stato straniero, lui è finito in carcere per altri reati in violazione del codice penale.

Passiamo in Spagna con “ABC”: 'Patria y vida' rivoluziona i Latin Grammy: miglior canzone e tributo ai prigionieri politici di Cuba.

 “El Pais”: I Latin Grammy premiano il grido di libertà a Cuba

 La ‘DW’, l’emittente pubblica tedesca per le notizie internazionali:Latin Grammy: ‘Patria y vida’ vince il premio come canzone dell'anno”.

«Sul palco, gli autori della canzone, hanno chiesto "libertà per tutti i prigionieri politici che sono a Cuba».

Finiamo con Miami, “El Nuevo Herald”: “I due Latin Grammy per 'Patria y Vida' riempiono di gioia i cubani di Miami”

«Willy Chirino [dal palco] ha ringraziato per “il forte messaggio dato al mondo, È ORMAI ARRIVATO ALLA FINE [il sistema socialista a Cuba, n.d.t.]. Il popolo cubano soffre ed è giunto il momento per il cambiamento verso la democrazia nella nostra patria. VIVA CUBA LIBREEE!!”». (Maiuscole come lo stesso articolo l’ha scritte).

La lista potrebbe essere lunghissima e vi ho anche risparmiato la sceneggiata della premiazione.

Passiamo invece alla frase tra virgolette messa nel titolo “Un piano di corruzione per favorire il brano”.

Era il 18 ottobre quando avevo letto su “Bendito Coraje”, un sito web messicano vicino alle politiche progressiste dell’attuale Presidente “AMLO”, un articolo che per titolo aveva: “Hanno pagato 1 milione di dollari per favorire 'Patria y Vida', una canzone che ha colpito il governo Díaz-Canel”.

Il giorno dopo, “Granma”, quotidiano del Partito Comunista cubano, riprendeva la notizia titolando “Rivelato un piano di corruzione nei Latin Grammy per favorire la canzone controrivoluzionaria”.

Ero sul punto di scriverci un articolo, ma alla fine ho rinunciato, perché mi sembrava che, in quella notizia su “Bendito Coraje”, non ci fossero elementi sufficienti per confermarla, soprattutto quando nell’articolo ho letto che “avrebbe ricevuto", il quale non mi dava nessuna certezza dell’avvenuto passaggio di denaro.

A prescindere da questo, il fatto che il premio rientri nella serie di quelli pilotati non c’è alcun dubbio, e non era difficile prevederlo.

Un canale YouTube, di cubani residenti nel Regno Unito, più di un mese fa, ci aveva fatto anche un video, dal titolo “La grande truffa (‘Grammy’ o ‘Grano’ da ...)”[2].

Il canale si chiama «Cuba No Es Miami» ed edita i suoi video in modo sarcastico, comico e molto dinamico, usando anche immagini surreali, con il fine di smascherare le tante menzogne degli oppositori cubani e dei media che li appoggiano.

Ma ora che il Latin Grammy è stato per davvero assegnato a ‘Patria y Vida’, al di là se il passaggio di denaro ci sia stato o meno, riporto l’articolo che appena un mese fa ha pubblicato il ‘Granma’, citando quello uscito su “Bendito Coraje

Granma, 19 ottobre 2021

 Rivelato un piano di corruzione nei Latin Grammy per favorire la canzone controrivoluzionaria

«Media internazionali pubblicano che Gabriel Abaroa, l’ex presidente emerito e CEO (direttore esecutivo) del gruppo che assegna i premi musicali Latin Grammy, sarebbe stato comprato per l’ammontare di un milione di dollari per favorire il brano controrivoluzionario “Patria y Vida” come Canzone dell’Anno.

Secondo l’’informazione ottenuta nell’investigazione che ha rivelato la torbida trama di corruzione, il flusso di denaro ad Abaroa si canalizzerebbe attraverso varie offshore ubicate nelle Isole Vergini.

Il portale messicano ‘Bendito Coraje’ ha svelato che «la rete offshore segnalata nell’ investigazione giornalistica, nota come Pandora Papers, rivela i pagamenti di Atlas Network, un’impresa che si trova dietro il finanziamento e la promozione nelle reti sociali per la canzone ‘Patria y Vida’».

In accordo con altre pubblicazioni e analisi «è evidente» che ai premi, la cui consegna è prevista per il prossimo 18 novembre, solleveranno i soliti temi in un contesto di totale politicizzazione di un evento artistico subordinato agli interessi dell'estrema destra di Miami e del governo degli Stati Uniti.

La canzone è interpretata da “rapper” d’origine cubana, radicati nella penisola della Florida, tutti soggetti a un radicale cambio di posizione politica per un “obbligata” nuova facciata che gli permette di continuare a lavorare e guadagnare del denaro negli Usa. La loro è una costruzione politica che parla di una realtà e di un paese inesistenti [Cuba].

Il brano musicale altera l’essenza della realtà, inganna in forma malsana, manipola coscienze e spinge alla divisione, alla disillusione e all’esasperazione, fino allo spargimento di sangue tra cubani, fine ultimo degli interventisti [di chi vuole invadere Cuba, n.d.t.]

‘Patria y Vida’ si somma alla guerra di quarta generazione avviata con un sistema coordinato di operazioni mediatiche attraverso molteplici piattaforme, tutto con l’obiettivo di togliere virtù alla verità di quanto è (e succede in) Cuba, uno dei vari canali di lavoro del nemico, per formare una base sociale incline alla realizzazione dei loro propositi, che sono quelli d’impadronirsi del Paese».

Come avete letto, quello che sembrava un normale evento, un premio Grammy per la migliore canzone, non è altro che il ripetersi del solito copione contro Cuba.

A Qualcuno potrebbe sembrare strano che si arrivi a tanto, e che forse si vedano complotti ovunque, ma, purtroppo, l’evidenza dei fatti e le notizie che li confermano non sono confutabili.

P.S. Per chi ancora non conoscesse come e perché è nato il brano ‘Patria y Vida’ e chi sono i componenti del gruppo, può leggere l’articolo “Quello che i media non dicono su Cuba e il rap anticomunista Patria y vida”. Articolo che, per puro caso, ho scritto proprio l’11 luglio, un attimo prima che iniziassero le proteste a Cuba[3].

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 [1] Articolo: “Cuba. Finanziamenti occulti agli oppositori sostituiti con premi internazionali

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cuba_finanziamenti_occulti_agli_oppositori_sostituiti_con_premi_internazionali/42370_43866/

[2] Video di «Cuba No Es Miami» che ironizza sulla prevista assegnazione del Grammy

https://www.youtube.com/watch?v=PG-oZU0bqss

[3] Articolo: Quello che i media non dicono su Cuba e il rap anticomunista 'Patria y vida'

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-quello_che_i_media_non_dicono_su_cuba_e_il_rap_anticomunista_patria_y_vida/5694_42275/

 

 

 

 

 

Roberto Cursi

Roberto Cursi

Sono nato a Roma nel 1965, passando la mia infanzia in un grande cortile di un quartiere popolare. Sin da adolescente mi sono avvicinato alla politica, ma lontano dai partiti. A vent'anni il mio primo viaggio intercontinentale in Messico; a ventitré apro in società uno studio di grafica; a ventiquattro decido di andare a vivere da solo. Affascinato dall'esperienza messicana seguiranno altri viaggi in solitaria in terre lontane: Vietnam, Guatemala, deserto del Sahara, Belize, Laos... fino a Cuba.

Il rapporto consolidato negli anni con l'isola caraibica mi induce maggiormente a interessarmi della complessa realtà cubana.

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