Il 26 luglio: l'alba della Rivoluzione Cubana e il suo messaggio nell'era multipolare
Cuba, modello di resistenza e solidarietà in un mondo in trasformazione
di Fabrizio Verde
Mentre il mondo si confronta con una crescente instabilità e una ridefinizione degli equilibri globali, Cuba celebra il 72° anniversario dell'assalto alle caserme Moncada di Santiago de Cuba e Carlos Manuel de Céspedes di Bayamo, un evento che, avvenuto il 26 luglio 1953, segnò l'inizio della lotta armata contro la dittatura di Fulgencio Batista e gettò le basi per la vittoria della Rivoluzione socialista nel 1959. Questa data non è solo un capitolo della storia cubana, ma un faro di resistenza e di progetto alternativo che continua a illuminare il presente.
L'importanza di questa ricorrenza è stata sottolineata con particolare forza quest'anno, durante il "Día de la Rebeldía Nacional" a Ciego de Ávila, dove il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha presieduto un incontro internazionale di solidarietà che ha visto la partecipazione di delegati provenienti da 23 Paesi. L'evento, che commemora l'audace azione guidata da Fidel Castro, ha messo in evidenza come l'eredità rivoluzionaria di Cuba non sia solo un fatto storico, ma una realtà viva e combattente nel contesto attuale.
Il messaggio del Presidente Díaz-Canel è stato inequivocabile: l'attuale fase storica, caratterizzata da un imperialismo "egemonico" che alimenta guerre e ingiustizie (dalla Palestina all'Africa), richiede unità e fermezza. Cuba, nonostante il blocco economico statunitense, la diffamazione mediatica e le pressioni internazionali, rappresenta una testimonianza concreta di un modello sociale alternativo basato sulla giustizia, l'indipendenza nazionale e la solidarietà internazionale. La sua resistenza creativa, sostenuta anche dalla solidarietà internazionale come quella espressa dai partecipanti all'incontro, è considerata vitale per il suo percorso.
L'assalto alla caserma Moncada, nonostante il suo esito immediato fallimentare, incarnò uno spirito ribelle e una visione politica lungimirante. Come evidenziato dagli stessi protagonisti storici, Fidel Castro ed Ernesto ‘Che’ Guevara, l'azione del 1953 non fu solo un atto di guerriglia, ma una scelta di fondo: "Trasformare le sconfitte in trionfi", come ha ricordato Díaz-Canel. Fu l'affermazione della necessità di un pensiero politico autonomo, radicato nella realtà nazionale ma aperto all'universalità dei valori di libertà e giustizia, in opposizione sia alle oligarchie locali che al pensiero dogmatico o all'influenza straniera.
La figura di Fidel Castro emerge, anche attraverso le riflessioni del Che e gli stessi ricordi di Fidel riportati in una sua apparizione del 2000 nella trasmissione televisiva Mesa Redonda, come simbolo di questa visione indipendente e creativa. La sua capacità di "asoltare sempre la volontà del popolo", la sua "ampiezza di visione" e la sua "fede immensa nel futuro" furono elementi chiave del suo ruolo di guida. Il rapporto tra Fidel e il Che, descritto come una "convergenza di giganti", ha segnato non solo la storia cubana, ma ha offerto un modello di amicizia, collaborazione e coerenza ideale raro nella storia contemporanea.
Durante l'incontro a Ciego de Ávila, intervenuti provenienti da tutto il mondo hanno ribadito il valore dell'esempio cubano. Emanuel Dos Santos, un attivista brasiliano, ha dichiarato: "Denunciamo le guerre imperialiste e il genocidio a Gaza. Cuba ci insegna che un'altra politica è possibile". Samira Addrey, laureata presso la Escuela Latinoamericana de Medicina (ELAM), ha difeso il modello formativo cubano: "Cuba non ha formato solo studenti degli Stati Uniti, ma per anni ha aperto le sue aule a giovani della Palestina e di altri paesi. Perché capisce che la medicina è parte della lotta per la vita, la sovranità e la pace".
Il Presidente Díaz-Canel, nel suo intervento, ha sottolineato il legame tra passato e presente, richiamandosi all'eroismo dei protagonisti del 1953 e alle sfide attuali: "Quella generazione dimostrò che noi rivoluzionari dobbiamo trasformare le sconfitte in trionfi. Oggi, come allora, affrontiamo sfide globali che esigono unità e fermezza". Ha poi aggiunto, citando Fidel: "Fidel disse: 'Il mondo ha mostrato solidarietà verso Cuba, ed è per questo che Cuba diventa ogni giorno più solidale con i popoli'. Quella solidarietà ci ha consentito di resistere agli attacchi dell'imperialismo".
Oggi, questa eredità assume un significato particolare nel contesto della nuova configurazione multipolare del mondo. L'affermazione di poteri diversi dagli Stati Uniti (Cina, Russia, India, Brasile e altri paesi emergenti) sta ridefinendo l'ordine internazionale. In questo scenario, Cuba, piccola nazione ma con un'influenza morale e politica immensa, rappresenta un pilastro importante per i Paesi del Sud che cercano una via alternativa allo sfruttamento e alla dominazione. Il suo modello, basato su valori come l'educazione, la sanità universale, la cooperazione internazionale (es. la cooperazione medica nel mondo) e la difesa della sovranità nazionale contro le ingerenze esterne, costituisce un'alternativa concreta ai fallimentari modelli dominanti.
La denuncia cubana contro la "colonizzazione culturale" statunitense e il suo tentativo di imporre "valori presunti attraverso la colonizzazione culturale" trova eco in molti movimenti anti-imperialisti e anti-neoliberisti nel mondo. La capacità di Cuba di mantenere la sua identità, nonostante il blocco e la propaganda mediatica, è una dimostrazione del valore della resistenza ideologica e culturale, un aspetto centrale del pensiero ‘fidelista’.
Il 26 luglio non è quindi solo una data del calendario rivoluzionario, una semplice commemorazione, ma un monito costante: la lotta per un mondo più giusto e solidale è possibile portarla avanti con successo, ma richiede coerenza, sacrificio e soprattutto l'indipendenza dal pensiero dominante. L'eredità del Moncada, incarnata nella figura di Fidel Castro e nella continuità del progetto rivoluzionario, ci ricorda che "convertire i rovesci in vittorie" non è solo una frase, ma una prassi quotidiana di costruzione di un futuro diverso. Cuba, in questa prospettiva, non è solo una nazione, ma un'idea, un esempio vivente che, nell'attuale configurazione multipolare, può e deve continuare a ispirare i movimenti per la giustizia sociale e la pace nel mondo. Questo è il vero messaggio del 26 luglio.