Il principe saudita ammette che l'Arabia Saudita ha finanziato lo Stato Islamico
Riyadh partecipa alla Coalizione internazionale anti-Isis voluta da Washington
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Nel corso di una intervista rilasciata alla CNN, Alwaleed bin Talal, un uomo d'affari miliardario e membro della famiglia reale dell'Arabia Saudita, ha ammesso che l’Arabia Saudita e altri paesi del Golfo hanno sostenuto ed armato tutti i gruppi terroristi che cercano di rovesciare il governo della Siria e hanno favorito anche la creazione dello Stato Islamico.
“Certamente alcuni esponenti radicali del regime di Al Saud hanno finanziato i gruppi estremisti in Siria, tuttavia Riad ha preso attualmente misure restrittive per cessare questo appoggio”, ha aggiunto.
Recentemente anche l’ayatollah iraniano Ahmad Khatami ha affermato che i petrodollari sauditi hanno finanziato l’IS e ha aggiunto che “qualsiasi atto di terrorismo nel mondo musulmano è finanziato dalla monarchia araba”. Ciò ha come sfondo il confronto regionale tra Iran e Arabia Saudita con Riyadh che si oppone al sostegno iraniano offerto ai gruppi sciiti in Siria e in Iraq.
Per questo motivo, la monarchia saudita ha deciso di unirsi alla coalizione guidata dagli Stati Uniti che dal 23 settembre sta bombardato le posizioni sotto il controllo dell’Is in Siria e in Iraq senza alcuna autorizzazione preventiva del governo siriano e/o l’esistenza di una risoluzione dall'Onu.
Per questo motivo, la monarchia saudita ha deciso di unirsi alla coalizione guidata dagli Stati Uniti che dal 23 settembre sta bombardato le posizioni sotto il controllo dell’Is in Siria e in Iraq senza alcuna autorizzazione preventiva del governo siriano e/o l’esistenza di una risoluzione dall'Onu.
Ciò è visto dall'Iran come una chiara ingerenza di Washington nella regione. Le potenze occidentali e i loro alleati regionali - in particolare il Qatar, la Turchia e l’Arabia Saudita - dal 2011 hanno sostenuto gruppi estremisti che operano all'interno del paese per rovesciare il governo di Bashar Al Assad.