Infodemia e strategie comunicative di distrazione di massa nell'epoca del coronavirus
di Agata Iacono
Cos'è rimasto all'italiano medio dei discorsi di Matterella e Conte?
Per noi è facile, è più agevole e immediato, leggere negli attacchi di Trump alla Cina una modalità di utilizzo della strategia del fals flag, per distrarre dal disastro del sistema neoliberista USA e dalla gestione privatizzata dei diritti sociosanitari che sta provocando la peggiore tragedia interna che gli States abbiano mai conosciuto nella loro Storia.
Ma è più arduo applicare la stessa chiave di lettura a casa nostra.
Del "discorso del barbiere" di Mattarella i media e i social hanno rilanciato il fuori onda, che lo ha reso "simpatico e umano", ma nessuno ne analizza i contenuti (ammesso che ci siano stati).
Della conferenza stampa di Conte, attesa dalla maggioranza degli italiani non tanto per la data di prolungamento delle misure restrittive ma per conoscere quando e come verrà affrontato il dramma della pandemia economica, cosa resta?
I media e i social si sono buttati a capofitto sull'attacco a reti unificate (con "nomi e cognomi") all'opposizione.
Sia nel criticare il passaggio sia nell'esaltarlo, tutti, indistintamente hanno applicato la stessa strategia di distrazione di massa che è così facile attribuire alle modalità comunicative di oltre oceano.
E così è passato in cavalleria il problema vero.
Gli Eurobond non ci sono.
Non c'è un piano B.
Se dovessimo un giorno attribuire un contropremio Pulitzer all'informazione italiana, direi di prendere in dovuta considerazione chi gestisce la strategia comunicativa di Mattarella e di Conte.