«Irregolare e oneroso», la Bolivia restiuisce al FMI prestito sottoscritto dal governo Áñez

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Il governo boliviano ha riferito di aver restituito un prestito di 346,7 milioni di dollari più interessi al Fondo Monetario Internazionale (FMI) per evitare danni alla sua economia.

"Questo prestito, oltre ad essere irregolare e oneroso a causa delle condizioni finanziarie, ha generato costi economici aggiuntivi e milionari per lo Stato boliviano", si legge in un comunicato della Banca Centrale della Bolivia (BCB).

Il prestito fu sottoscritto lo scorso anno dal governo de facto della Bolivia per cercare di risollevare la sua economia colpita da una crisi politica dopo il golpe dell’esercito ai danni dell'ex presidente Evo Morales e la pandemia di coronavirus gestita in maniera fallimentare dal governo guidato da Jeanine Áñez. 

Secondo l'analisi della BCB, il prestito ha condizionato il Paese "ad una serie di imposizioni fiscali, finanziarie, valutarie e monetarie con il FMI", che hanno portato al mancato rispetto delle disposizioni degli articoli 158 e 322 della Costituzione Politica Boliviana, in violazione “della sovranità e gli interessi economici" della nazione.

Il 17 aprile 2020, il Comitato esecutivo del Fondo Monetario Internazionale approvava la richiesta del governo de facto di ottenere un prestito di 327 milioni di dollari per aiutare il Paese a far fronte alle "esigenze di bilancia dei pagamenti derivanti" dalla pandemia Covid-19.

Tuttavia, la Banca Centrale della Bolivia ha sottolineato che il prestito è stato "gestito in modo irregolare" dal governo de facto.

Durante la discussione legislativa sul prestito richiesto al FMI, la Commissione Programmazione della Camera dei Deputati ha accusato il governo de facto di agire in modo irresponsabile, non inviando la documentazione completa sul contratto di prestito, sulle condizioni del finanziamento, la capacità di indebitamento e pagamento, e ulteriori informazioni finanziarie.

In questo contesto di irregolarità, il governo boliviano, guidato da Luis Arce, ha provveduto a restituire i 351,5 milioni di dollari al Fondo Monetario Internazionale.

La BCB ha spiegato che della somma restituita al FMI, 346,7 milioni di dollari sono per il pagamento del capitale - di cui 19,6 milioni per variazione del cambio - e i restanti 4,7 milioni sono per interessi e commissioni.

Il governo scaturito dal golpe in ossequio ai principi neoliberisti aveva provato a far rientrare la Bolivia nella trappola del debito come ai tempi bui della «larga noche neoliberal» che devastò un intero subcontinente. Il nuovo presidente, l’economista Luis Arce, ha subito rimesso il paese sulla strada già battuta da Evo Morales. Un percorso caratterizzato da politiche sovrane e miranti allo sviluppo industriale del paese che ha portato la Bolivia a far segnare tassi di sviluppo a due cifre prima degli ormai ben noti eventi post-elettorali che rovesciarono il governo Morales. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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