Kazakistan. Pechino sta veramente con "la repressione" (come titola Repubblica)?

Kazakistan. Pechino sta veramente con "la repressione" (come titola Repubblica)?

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“Pechino è con la repressione. ‘No a Rivoluzioni colorate’. Con quest’articolo di tal Gianluca Modolo, Repubblica si conferma ancora una volta il principale organo di propaganda della Nato. Si scrive Repubblica, si legge chiaramente tutto l’impianto monopolista dell’informazione in mano al gruppo Fiat.

Ad essere onesti è il titolo, più dell’articolo, a rappresentare la linea editoriale della famiglia Elkann. Perché alla fine il buon Modolo deve riconoscere, anche se indirettamente e non scrivendolo apertamente, come la politica estera di Pechino sia basata su quei principi che ogni Paese dovrebbe seguire e che invece vengono ogni giorno infranti dai paesi membri della Nato: il Rispetto del Diritto internazionale, in particolare.

Per attaccare Pechino in merito alle vicende kazache, il buon Modolo sottolinea due aspetti. Il primo riguarda il sostegno alla stabilità del Kazakistan contro le "rivoluzioni colorate". La Cina sa bene che queste proteste come sottolineato dall'analista Yang Jin, prima pianificate, nulla hanno a che vedere con il benessere di un popolo, pur partendo da rimostranze legittime, come il caso dell'aumento delle bollette del gas in Kazakistan. Dalle sedicenti "primavere arabe", con la distruzione di Libia, Siria, Yemen fino all'Ucraina, i disastri che si sono susseguiti sono ancora sotto gli occhi di tutti. Senza contare, che la faccenda dell'Afghanistan, anche se sparita dai riflettori dei media, emergerà in tutte le sue contraddizioni e sarà una sfida per Pechino, come stato confinante.

Il secondo riguarda la politica cinese, sempre rispetto al Kazakistan, sul suo bisogno energetico.

Sarebbe un delitto per un potenza economica mondiale cercare accordi con altri stati, che sia il Kazakistan, le monarchie del Golfo per i suoi bisogni energetici, utili sia per la sua economia che per il fabbisogno di una popolazione di 1 miliardo e 400 milioni di abitanti? O fare come gli europei che per essere fedeli ai diktat della NATO stiamo sabotando il progetto del gasdotto North Stream 2 con le tariffe che aumentano e il gas che scarseggia?

L’operazione di Repubblica, soprattutto attraverso il Titolo, è chiara:  rafforzare nei confronti dell'opinione pubblica l'odio verso la Cina. Pechino da 2 anni è associato a tutti i mali del mondo: la pandemia da Covid-19, il “genocidio” uigura, “repressione” delle manifestazioni a Hong Kong…

Quello che è ormai certo, alla luce anche delle vicende ucraine, è che la situazione sarà sempre più critica per chi continuerà a basare la propria politica estera nel rispetto del Diritto internazionale. Una domanda dobbiamo iniziare a porci tutti: quanto durerà la pazienza di due potenze nucleari? Fino a quando Russia e Cina, per fare solo une esempio, resteranno a guardare di fonte alle provocazioni della NATO in Ucraina ed a Taiwan?  

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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