La de-dollarizzazione prossima ventura: dalla Russia all'Iran passando per la Turchia, aumentano i paesi che abbandonano il dollaro per il loro commercio

A questo proposito, il ministro degli Esteri russo ha affermato che Mosca sta studiando da tempo la possibilità di utilizzare le rispettive valute nazionali anziché il dollaro statunitense per gli scambi tra Russia, Turchia, Iran e Cina

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La de-dollarizzazione prossima ventura: dalla Russia all'Iran passando per la Turchia, aumentano i paesi che abbandonano il dollaro per il loro commercio



HispanTv
 

Aumenta il numero di paesi che sfruttano le valute nazionali per eludere le trame degli Stati Uniti, che cercano di utilizzare il dollaro come arma nella guerra commerciale.

 

Da quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha riattivato la scorsa settimana il primo ciclo di sanzioni relative alla questione nucleare contro l'Iran e ha minacciato di sanzionare qualsiasi azienda che utilizza dollari per il commercio con il paese persiano, questa tendenza economica sta guadagnando forza tra i paesi che condannano la misura.

 

Alla luce di questi fatti, i ministri degli Esteri di Russia e Turchia, Sergey Lavrov e Mevlut Cavusoglu, hanno annunciato oggi che sosterranno l'uso delle valute nazionali, anziché il dollaro USA, nel commercio bilaterale.

 

A questo proposito, il ministro degli Esteri russo ha affermato che Mosca sta studiando da tempo la possibilità di utilizzare le rispettive valute nazionali anziché il dollaro statunitense per gli scambi tra Russia, Turchia, Iran e Cina.

 

"Non solo con la Turchia e l'Iran, stiamo anche organizzando e implementando i pagamenti in valute nazionali con la Repubblica Popolare Cinese", ha aggiunto Lavrov.

 

Iran e Turchia stanno già utilizzando le valute nazionali dopo un accordo firmato nell'ottobre 2017, simile a quello in vigore tra Iran e India.

 

Lo scorso luglio, la Banca Centrale della Nigeria anche ha venduto yuan nella sua prima asta della valuta cinese, due mesi dopo aver accettato uno scambio di 2,5 miliardi di dollari con Pechino.

 

La Cina, da parte sua, ha firmato un accordo triennale del valore di 4,8 miliardi di dollari con il Sudafrica e accordi simili con altri mercati emergenti, alcuni dei quali sono stati fatti con la sua valuta ufficiale renminbi (o yuan).

 

L'investitore americano Jim Rogers, durante un intervento offerto lo scorso maggio al Forum economico internazionale di San Pietroburgo (SPIEF) in Russia, ha sottolineato che il dollaro potrebbe perdere il suo status di valuta di riserva principale molto prima dell’anno 2030.

 

(Traduzione dallo spagnolo de l’AntiDiplomatico)

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